di Antonio Vecchione
Questo mondo globalizzato e sempre “connesso” ha completamente cancellato il passato. Considerare la complessità della nostra vita sociale come una “tabula rasa” è ormai una tendenza consolidata. Qualsiasi narrazione sembra partire sempre da zero, attenta solo al presente, senza uno sguardo al passato, alla storia. Un approccio sbagliato, a mio avviso, perché la conoscenza della storia ci aiuta a capire meglio la realtà. E’ per questo che ritengo doveroso raccontare, soprattutto ai giovani ma anche ai meno giovani di corta memoria, le straordinarie vicende della pallavolo femminile nel nostro territorio, che poi non è altro che la storia della società “Primavera”. Partiamo da lontano, dall’immediato dopoguerra. Lo sport, nel mandamento di Baiano, aveva un solo nome: AC Baiano, la squadra di calcio nata alla fine degli anni venti del secolo scorso. Una storia gloriosa, patrimonio comune e vanto di tutto il mandamento. Le gare interne allo stadio Bellofatto, unica struttura del territorio, erano un atteso e spettacolare appuntamento che nessuno sportivo o tifoso, cittadino della nostra valle, avrebbe disertato. L’AC Baiano costituì un riferimento positivo per il mandamento intero, una scuola di sport e di vita e i giovani, formati a questa scuola, sono cresciuti con naturale predisposizione allo sport. Grazie a questa vocazione ereditaria, in pochi anni, ci fu un fiorire di attività e di pratica sportiva. Alla fine degli anni sessanta, nello scenario sportivo mandamentale si distinse un gruppo di giovani e lungimiranti baianesi, i quali promossero uno sport nuovo, la Pallavolo, che proprio in quegli iniziò il suo inarrestabile sviluppo. Fu subito uno straordinario successo, per partecipazione e per risultati conseguiti. Prima l’Ars et Labor e poi, dagli anni settanta, la polisportiva “Vittorio Vecchione” dominarono per anni la pallavolo giovanile provinciale e regionale, conquistando un traguardo storico: la serie C/1 nazionale, forse uno dei risultati più brillanti della storia sportiva baianese. Ma, in questo luminoso scenario, c’era una trascurata e poco decorosa zona d’ombra: lo sport era sempre declinato al maschile. Le ragazze erano emarginate. In una realtà sociale scarsamente emancipata, lo sport femminile era considerato inutile se non sconveniente per la loro immagine pubblica: altri erano i ruoli imposti dalle rigide convenzioni sociali. Alla fine degli anni settanta/inizi ottanta la svolta. Videro la luce le prime due squadre femminili: a Baiano, la JUVENOVA, ad Avella, la S. ROMANO. Le due società avevano la stessa finalità, quella di avviare un processo di emancipazione per le ragazze, incentivando la loro partecipazione e la loro crescita culturale e sociale, attraverso i valori fondamentali dello sport di base: favorire la loro inclusione sociale, legittimare e dare visibilità allla loro presenza nello scenario sociale, migliorare il benessere fisico, educare a star bene con gli altri e saper fare “squadra”, promuovere valori positivi come l’amicizia e la solidarietà contrapposti all’emarginazione e al bullismo, rafforzare il carattere e insegnare a non mollare nelle avversità, sognare ambiziosi obiettivi e lottare per raggiungerli. Una funzione sociale importante, dunque, quella delle due associazioni, che meriterebbe, ieri come oggi, di essere non soltanto riconosciuta, ma anche difesa, sostenuta, incoraggiata, valorizzata e finanziata dalla comunità (intesa sia come pubblico che come semplici cittadini). Purtroppo non fu proprio così. Sia la “Juvenova” che la “S. Romano” tiravano avanti tra enormi difficoltà e sacrifici. Eravamo in pochi a impegnarci, senza alcun contributo economico o morale, senza strutture adeguate (carenti e non a norma le poche palestre scolastiche disponibili). Resistere, in quelle condizioni, diventava, giorno dopo giorno, impresa sempre più ardua. Ed ecco l’idea vincente. Due debolezze possono diventare una forza, pensammo io e Gigino Biancardi, nella nostra qualità di presidenti delle due squadre. Con tale consapevolezza, nel 1984, nacque e si concretizzò il progetto di fusione delle due società per assicurare il futuro alla pallavolo femminile nel mandamento baianese: nacque la Pallavolo PRIMAVERA. Già il nome ci dice che la “Primavera” è stato un progetto di Sport, un programma di vita, un aprirsi alla più bella stagione, quella dopo il freddo e triste inverno, ai profumi della terra, al clima di festa, alla giovinezza. La fusione ebbe una positiva funzione catalizzatrice di energia vitale e di entusiasmo e il progetto decollò subito. Io lasciai a Gigino l’onore e l’onere della presidenza e, per fortuna, ci accompagnarono nell’impresa alcuni dirigenti la cui opera fu fondamentale: Pierino Napolitano, Sebastiano Ponticelli, Pasqualino Maiella, Peppino Napolitano, Luigi Biancardi Junior. L’esperienza acquisita ci consentì di tracciare una chiara linea da seguire: costruire una società per promuovere lo sport di base e il mini volley come obiettivo privilegiato per bambine da otto anni in su. Da questo movimento di base, selezionare e portare avanti, attraverso tecnici qualificati, le atlete più brave per tentare di accedere a campionati di vertice. E da quella data cominciò uno straordinario percorso vincente, sia culturale che tecnico, che ci portò a successi irripetibili. Fu tutto semplice? Certamente no, ma la generosità di ciascuno di noi e il costruttivo spirito di collaborazione di altri dirigenti ci aiutò a superare le difficoltà. Il primo problema fu il doverci misurare con la mentalità “ambientale”. Le ragazze, pur se desiderose di impegnarsi, non sempre avevano la necessaria libertà di farlo. “Mio padre non vuole che io partecipi”, una delle risposte più frequenti ed era certamente più comprensibile dell’altra, meno ricorrente, ma largamente inaspettata: “il mio fidanzato non vuole”. Consapevoli di essere nel giusto e armati di grande pazienza, decidemmo di mettere in campo la nostra credibilità e serietà di dirigenti sportivi. Numerosi furono gli incontri personali con le famiglie che negavano la partecipazione alle ragazze, quasi tutti convincenti. Mi è particolarmente caro il ricordo del colloquio che ebbi con Arcangelo Petillo, padre di Anna, che ritengo sia stata la migliore giocatrice espressa dal movimento pallavolistico mandamentale. Mast’Arcangelo era un uomo di buon carattere, muratore, corretto e onesto, che stravedeva per sua figlia. Fu un colloquio intenso e cordiale, che terminò con delle parole che mi sono rimaste nel cuore: “ho fiducia in te e consento ad Anna di praticare la pallavolo. La affido alla tua persona”. In pochi anni, grazie a questo impegno, arrivammo ad un organico di tutto rispetto, a partire dal mini volley fino alla prima squadra. E’ ancora una grande emozione e un legittimo orgoglio elencare tutti i successi ottenuti e in particolare quelli legati alle più piccole: cinque finali nazionali di minivolley a cui abbiamo meritato di partecipare vincendo le selezioni provinciali. Furono esperienze straordinariamente interessanti e formative per le ragazzine, che si videro proiettate nelle piazze di Trento, Cortona, Città di Castello, Cuneo, Torino, in un confronto con l’Italia intera. Altrettanto strepitosi furono i progressi della prima squadra. Un percorso trionfale. Anno 1985: vittoria campionato serie D, allenatore della squadra Valentino Iannino, un appassionato sportivo, schietto, leale, docente Isef e apprezzato atleta della serie C/1 maschile. Anno 1986: vittoria campionato serie C/2, questa volta con il mitico Geppino Modica allenatore. La seri C/1 è conquistata e il girone è calabrese – lucano – pugliese. Anno 1990/91: la Primavera vince il campionato di seri C/1 e conquista la serie B/2. Un risultato storico per il nostro territorio. Le lunghissime e faticosissime trasferte (Sicilia, Calabria, Puglia), il confronto con città più grandi ed evolute, non ci pesavano. L’entusiasmo era alle stelle e nel gruppo cresceva la solidarietà e l’amicizia. Dopo questa serie di esaltanti successi, purtroppo è seguito un lungo periodo di “anonimato” sportivo, non in linea col blasone di una società gloriosa. Sono stati anni difficili. Sparita, ahimè, la sinergia tra i paesi del mandamento che era stata la chiave per aprire le porte del successo, il rischio di estinzione era diventato concreto. Per fortuna uno sparuto gruppo di esemplari dirigenti, sempre sotto la guida di Gigino Biancardi, è stato disposto a mantenere accesa la fiammella della società Primavera. Un lavoro ancora più duro, perché lontano dai riflettori, caratterizzato da sacrifici inenarrabili. Soltanto una infinita passione e un convinto spirito sportivo oltre ogni limite poteva dare la forza di continuare. Tutti sognavamo di ridare nuova linfa alla Primavera, ma ci voleva un miracolo. E, l’anno scorso, il miracolo c’è stato. Prima di tutto è rientrato nei ranghi tecnici Geppino Modica, maestro di vita e di sport, che ha portato con sé una ventata di fiducia e di ottimismo. Geppino pone subito una condizione: riunire di nuovo le due squadre di Baiano ed Avella. Il ricongiungimento, subito attuato, allarga le prospettive di rinascita. La vittoria del campionato di serie D 2017 e la promozione in serie C per il 2018 sono la prova concreta di questa rinnovata capacità. I numeri costituiscono testimonianza di questo rilancio. Un buon gruppo di dirigenti, animati da straordinaria passione, che ha ben lavorato, profondendo energie e tempo libero: Pina Arpaia, Maria Grazia Buoncervello, , Filomena Campanile, Elia Ferone, Stefano Lippiello, Vincenzo Luciano, Salvatore Montuori, Angela Napolitano, Ferdinando Pasta, Giuseppe Ravotti, Maria Gabriella Vecchione, oltre ovviamente al presidente Gigino Biancardi. Poi ecco il vero architrave di sostegno della Primavera: Giovanna Di Palo, che, fin dalla fondazione, organizza e governa da maestra, educatrice, mamma, allenatrice e quant’altro occorra, il mini volley, settore fondamentale di tutto il movimento. Due tecnici bravissimi, Geppino Modica e Antonio Foglia, che seguono le ragazze nella loro crescita tecnica ed umana. Una ventina le ragazze dei campionati giovanili: Martina Scafuri, Maria Grazia Buoncervello, Valeria Ravotti, Beatrice Vecchione, Wanda Arvonio, Paola Rozza, Margherita Luciano, Stefania Napolitano, Fabiana Topa, Nadia Acierno, Chiara Lippiello, Angela Pecchia, Simona Ravotti, Sabatina Napolitano, Felicia Rozza, Alessia Parente, Giuseppina Del Mastro, Agnese Ungaro, Antonella Ercolino. Infine le 15 atlete che parteciperanno al campionato di serie C: Maria Grazia Biancardi, Benedetta Montuori, Marianna Buono, Rita D’Aniello, Silvia Graziato, Flora Arvonio, Rosa Candela, Angela D’Avanzo, Maria Elena Pedalino, Maria D’Onofrio, Valeria Lippiello, Miriam Pasta, Antonietta Napolitano, Melania Sorice, Marianna Mastroianni. Conclusione: ci sono tutte le condizioni per proseguire in un programma di educazione allo sport e alla vita coinvolgendo, come è nostro obiettivo, tuti i comuni del mandamento. Offriremo collaborazione alle varie scuole elementari e medie del territorio per organizzare corsi di mini volley e di pallavolo. La Primavera mette in campo i suoi 35 anni di storia, e il bagaglio di esperienza, capacità, spirito di sacrifico e generosità dei dirigenti formati alla sua scuola. Lavorare per la comunità è la nostra missione, ma avremo bisogno di essere sostenuti, sia dalle amministrazioni che dai cittadini, moralmente ed economicamente. Per questo apriremo un confronto pubblico con i sindaci e lanceremo una campagna di adesione dei cittadini di buona volontà che hanno a cuore, come noi, il futuro dei nostri giovani e il bene pubblico. Noi ci crediamo.