I tragici numeri che si accavallano, ora per ora, di positività sempre più aggressive e dilaganti, non possono renderci più insensibili al problema. Ma anche, non possono non farci pensare a come siamo arrivati a questa tipologia di gestione. È notizia recente, della chiusura del pronto soccorso dell’ospedale civile di Nola. Tutto per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Lungi da noi l’idea di preconfezionare artate polemiche. Ma, necessariamente si deve alzare la nostra voce di dissenso. E di sgomento. Come è possibile che in questa seconda ondata epidemiologica, ci si trovi a dover gestire cosi tragicamente la situazione? In tutti questi mesi il governatore De Luca oltre ad essere impegnato nella costruzione di 15 liste dov’era? Forse nelle TV a fare le tribù-elettorali? Da solo! Possibile che non si sia pensato ad un minimo di prevenzione? Possibile che tanti, tantissimi siti in disarmo attuale, non potevano tornare utili per riconversione in ambito ricovero da coronavirus ? E lasciare un normale e dovuto sfogo di assistenza, in un territorio vastissimo, come il nolano e fino a noi della bassa irpinia, per tutte le altre normali, evidenti, possibilissime patologie? Cosa si fa, non ci si cura più? Si farà finta di nulla? Naturalmente, con questa condizione, sarà sempre peggio. Allora, con voce alta, ci sentiamo di far attenzionare questo grave problema. Con un riscontro a dir poco urgente. Il rischio di implosione è reale. Chi di dovere, agisca. E subito.