Il progetto per la riqualificazione, valorizzazione e tutela del “Pomodorino Spunzillo del Partenio” continua senza battute di arresto per la caparbietà di Vito Napolitano, Sirignanese doc, che dopo il tavolo di concertazione tenutosi qualche giorno fa nel comune mandamentale, alla presenza di esperti e amministratori locali, ci fa capire meglio il progetto da realizzare.
Nell’area montana del Baianese sono presenti aree di grande importanza sia storico-culturale, ma soprattutto paesaggistica-naturale. Nel territorio montano del Comune di Sirignano, uno dei sei Comuni del territorio mandamentale, regna il Monte “Campimma”, dove sorgeva l’antico Sirignano, dal quale è possibile osservare un panorama paesaggistico più unico che raro. Basti pensare che da tale altitudine sono ben visibili i monti Irpini, i monti Lattari, il Vesuvio, il Golfo di Napoli, la Costiera Sorrentina e Amalfitano.
Sul Monte “Campimma” si incontra una fitta vegetazione a quasi totale copertura boschiva, sorgenti d’acqua con vere e proprie cascate, una flora ed una fauna molto ben variegata che ne fa un territorio vergine dal punto di vista naturale ed ambientalistico.
In questa zona di montagna, che si protrae fino ad una quota di oltre 800/1000 metri, è fattibile una grande opera di riqualificazione territoriale che, a partire dalla coltivazione degli antichi ecotipi locali di pomodorini da serbo, possa espandersi alla tutela ed allo studio di specie faunistiche presenti, in particolare la presenza di rapaci protetti, quali il falco (da qui il nome di una parte di montagna definita già dagli abitanti del posto come “Falconara”, dove vivono falchi e poiane e dove gli stessi nutrono i cuccioli e li addestrano alle tecniche di volo), questi fattori potrebbero far nascere vere e proprie Falconerie, quindi luogo ideale per tutela FAO e WWF.
Fattibile è la realizzazione e la manutenzione di veri e propri sentieri e di osservatori naturalistici, dove studiare le varie specie di animali presenti, capirne le loro abitudini ed intervenire, laddove se ne rendesse necessario, alla conservazione ed alla tutela del loro habitat naturale per preservarne la vita e la riproduzione della specie.
Gli osservatori naturalistici possono essere meta di studio, di ricerca e di osservazione da parte di studiosi di tutti i livelli, con l’intento di valorizzare il territorio montano, apportando progetti ed idee tese ad accrescerne lo sviluppo, rispettando la natura circostante e senza mai danneggiarla.
Un ulteriore piano da poter attuare è la realizzazione di un osservatorio astronomico, progettato e realizzato in una specifica area montana, dove è possibile la visione dei cieli con strumentazione di precisione sia da parte di studiosi astronomici, sia da parte di bambini e ragazzi delle scuole di diverso grado, sia di persone comuni al solo scopo di osservazione.
Facendo così chiunque può frequentare e vivere le montagne, polmoni verdi ricchi di vegetazione e di specie animali, tenendo sempre in considerazione il rispetto assoluto della natura, cominciando ad amarla ed a riguardarla sotto tutti i punti di vista (i cittadini saranno ben felici di vivere la natura allo stato libero).
Di pari passo lo studio e la tutela della flora, altro bene naturale da salvaguardare per evitarne l’estinzione, in particolare le tantissime piante officinale presenti, ma soprattutto il rarissimo ecotipo locale di pomodorino “Spunzillo” del Partenio, il pregiatissimo zafferano e l’Aglio Orsini. A tal proposito è giusto improntare un serio discorso di riqualificazione del territorio e dei prodotti tipici locali dell’Area del Baianese, nella zona della Bassa Irpinia, all’interno del Parco Regionale del Partenio, con il supporto di tutti i Comuni del territorio, rendendoli partecipi ad un progetto di largo raggio improntato alla valorizzazione sia economica che culturale del pomodorino e di tutti i prodotti agro-alimentari del territorio.
Individuazione, per ogni Comune del Baianese, di aree preposte alla piantumazione sperimentale di diverse varietà di pomodori, suddivise in zone collinari e zone montuose e con diversi tipi di vegetazione.
La sperimentazione in alta montagna è un modo per produrre un ottimo pomodoro, da abbinare ad altri prodotti tipici di montagna quali erbe, spezie e prodotti caseari, derivanti dalla lavorazione di latte da allevamenti di bestiame nel territorio montano individuato, nonché carni di pregio, ricavate dalla macellazione di specie bovine presenti in alta quota e carni derivanti dalla macellazione di selvaggina stanziale.
La sperimentazione ha come obiettivo quello di stabilire quale sia il miglior posto in alta quota per le successive coltivazioni del pomodoro, con la possibilità di creare anche del miele di pomodoro di montagna, con l’ausilio di apicoltori locali.
Sia la sperimentazione, che ha uno scopo futuro, sia la piantumazione in aree già coltivate nel corso degli anni hanno come prerogativa principale l’utilizzo di soli materiali naturali ed organici per la concimazione e per tutte le opere tese ad una crescita sana e vigorosa della pianta.
Altra prerogativa è la presenza di addetti ai lavori appartenenti al territorio stesso, al fine di favorire un rafforzamento economico sociale-culturale della popolazione del Baianese.
Il piano prevede lo studio dei prodotti del territorio e la loro collocazione in attività ristorative prettamente dell’Area del Baianese, le quali dovranno adoperare solo prodotti esclusivamente biologici e del territorio, per poter poi intraprendere le procedure di riconoscimento come attività di pregio nelle diverse guide di cucina. La valorizzazione agroalimentare locale derivante da tale piano comporterebbe flussi turistici regionali e non solo.
E’ risaputo che ad oggi la voglia di scoprire realtà paesaggistiche e culturali meno conosciute è molto in voga e non si limita solo al turismo nazionale.
La rivalutazione di prodotti agricoli autoctoni e non solo, consentirebbe anche una certa visibilità per le piccole realtà locali, ancora troppo poco conosciute, che però hanno storie millenarie da raccontare.
La presenza di monumenti importanti quali anfiteatri, tombe romane, chiese, palazzi ducali ed altro ancora, testimonia la presenza in passato di diverse civiltà, insediatesi grazie all’ottima posizione geografica ed alle favorevoli condizioni climatiche per lo sviluppo di coltivazioni di frutta e verdura in genere, favorite a loro volta dalla presenza di numerosi sorgenti di acqua e di rifugi fruibili.
La storia più recente testimonia, attraverso persone ancora in vita, la coltivazione da parte dell’uomo di pomodori autoctoni in diverse località montuose del territorio.
I vecchi carbonari e boscaioli locali, non potendo scendere di frequente in paese per carenza di mezzi, costretti a vivere nella stessa zona in cui lavoravano, erano frequenti coltivare diverse varietà di pomodori autoctoni, necessari per il loro sostentamento, dandoci prova del fatto che determinate colture resistono anche al clima montano, senza intaccare le qualità organolettiche di fondamentale importanza, anzi accrescendole.
In tal senso è d’obbligo menzionare quattro ECOTIPI LOCALI di pomodorini esclusivamente territoriali e di indubbia qualità: l’unico “Pomodorino Mini San Marzano Rosso con spunzillo”, l’eccellente “Pomodorino Ciliegino Rosso con spunzillo”, il Delizioso “Pomodorino Ciliegino Nero con spunzillo” il sublime “Baronetto Rosso”.
Fattibile è anche la realizzazione di “Campus” per gli studenti di diverse scuole, che potranno conoscere aree naturali uniche ed essere preparati alla realizzazione di veri e propri orti, dando pregio alle colture locali e arricchendosi culturalmente.
Studenti di diverso grado potranno prendere parte alla realizzazione di un vero e proprio “Orto Comune” all’interno dei giardini del Palazzo Caravita sito nel Comune di Sirignano, per il quale il Comune, che ne è proprietario, intende avviare un progetto di riqualificazione.
Il piano comunale prevede la possibilità di ospitare una facoltà universitaria all’interno delle stanze del Palazzo, e di un’attività ristorativa di gran pregio con l’intento di valorizzare in cucina le varie eccellenze di pomodori prodotti nei nostri territori, di coinvolgere persone della terza età in progetti di insegnamento ai giovani, i quali faranno parte del “Campus” promosso dal Comune sulle tecniche di lavorazione e produzione dei pomodori, nonché manifestazioni culturali quali mostre fotografiche che comprendono tutte le fasi di produzione e lavorazione, ed inoltre esposizioni dei “piennoli” prodotti dall’azienda, verso la quale il Comune intende attuare tutte le procedure finalizzate a far avere un riconoscimento ufficiale.
Fattibile anche l’organizzazione di eventi e manifestazioni incentrate sull’assaggio e sulla conoscenza di buona parte dei prodotti agro-alimentari del nostro territorio, quali ad esempio, oltre ai pomodori, le altre eccellenze locali.
Prodotti quali nocciole, noci, tartufi, aglio orsini, olio di oliva, salumi locali derivanti da antiche tecniche di lavorazione dei maiali, nonché formaggi, miele e tanto altro.
Tutto ciò in una visione futura di riconoscimento, da parte degli enti preposti, di questi prodotti di eccellenza.
Un progetto quindi di alte vedute e soprattutto di valorizzazione del territorio che necessita di studi preventivi di vario genere: di botanica del territorio, di posizionamento geografico, morfologico, geologico, agrario, studio di prevenzione dei rischi idrogeologici di tutte le aree interessate, sismico di tutte le aree interessate, nutrizionale e definizione prodotti agroalimentari privi di istamina, anti allergizzante e nocivi. Non si possono tralasciare poi uno studio nutrizionale e definizione prodotti per caratteristiche organolettiche e di qualità, uno studio per il recupero di prodotti territoriali antichi e in via di estinzione. Con lo chef avellano Francesco Fusco, conosciuto nell’ambiente si sta predisponendo anche una elaborazione di piatti privi di istamina, allergizzanti ma ricchi di sostanze organolettiche di primissimo piano, per la realizzazione di menu con e senza istamina/allergizzanti, somministrando il pomodoro alle fasce deboli, tra cui neonati allo svezzamento, bambini piccoli, persone malate, allergiche ed intolleranti,. Con l’assessore Cillo del Comune di Sirignano si sta realizzando poi una stesura di un piano per il recupero di materiale organico, verde e sfalci provenienti dallo sversamento domestico dei contribuenti dei comuni interessati e dal lavoro nei campi, il tutto da utilizzare per il compostaggio, così facendo diminuiranno gli importi per lo sversamento da parte delle casse comunali, e si utilizzeranno le risorse non spese per apportare miglioramenti comunali per i contribuenti.
Un progetto ad alto raggio che potrebbe cambiare l’economia locale.