L’on.le Carlo Sibilia, sottosegretario di Stato al Ministero degli interni, e l’on.le Michele Gubitosa ai Forum della politica, promossi dal Circolo socio-culturale L’Incontro, hanno presentato le ragioni politiche del Sì al referendum confermativo sulla riduzione del numero dei parlamentari, progetto lanciato dal Movimento5Stelle e approvato in doppia lettura dalle Camere parlamentari a maggioranza assoluta lo scorso ottobre. Temi analizzati, rappresentanza e territorialità, competenze e rapidità nei processi di formazione delle leggi e delle decisioni politiche, filiera istituzionale dai Comuni al Parlamento europeo e aderenza alla Costituzione dello Stato repubblicano.
di Gianni Amodeo – Foto Francesco Barlotti
Nel prospetto dell’election days del 20 e 21 settembre al voto per il rinnovo sia dei Consigli di sei Regioni – tra cui Toscana, Puglia e Campania– che dei Consigli e sindaci di un migliaio di Comuni, spicca sul piano dell’ordinamento statale il voto per il referendum confermativo della legge varata dal Parlamento; legge che modifica la portata degli articoli 56 e 57 della Carta costituzionale, con la riduzione del numero dei parlamentari in totale, da 945 a 600, ripartiti in 400 per la Camera dei deputati e 200 per la Camera dei senatori.
E’ il riparto,che, al contempo, fissa tassativamente per il presidente della Repubblica il vincolo di nomina prevista dall’articolo 59 solo per cinque senatori a vita, evitando com’è avvenuto la nomina fino a nove senatori a vita, un eccesso. Sono percorsi di dibattito pubblico e soprattutto di confronto sviluppatosi nelle aule parlamentari con l’approvazione a maggioranza semplice della proposta di legge di modifica, presentata dai parlamentari del M5S, in doppia lettura il 7 febbraio e il 9 maggio del 2019, con replica- sempre in doppia lettura- di approvazione l’ 11 luglio , con il voto favorevole del Senato, a maggioranza, ma inferiore ai due terzi dei componenti, e l’8 ottobre, a maggioranza, ma superiore ai due terzi dei componenti, rendendo costituzionale la proposta normativa, con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, il 12 ottobre dello stesso anno.
Un provvedimento legislativo di larga maggioranza e condivisione, già in tre votazioni, a cui nella quarta votazione dello scorso ottobre, a sancire la seconda deliberazione in doppia lettura, dava voto favorevole anche la rappresentanza del Partito democratico che, a sua volta, si era espresso con voto contrario nelle precedenti tre tornate, per mutate scelte di strategia politica, costituendo la maggioranza in alleanza con il M5S che sostiene governo Conte–bis . Un dato, quello della legge licenziata, che, al di là dei numeri e delle variazioni di campo di riferimento, non solo attesta la volontà univoca del Parlamento per autoridursi nella composizione cristallizzata e solidificatasi nella matrice di mezzo secolo fa, ma interpreta anche e compiutamente le istanze generali della società che vuole crescere nella democrazia plurale e aperta. E sono proprio i cittadini e le cittadine, che, tra circa due settimane, con loro voto confermativo daranno il “via libera” alla legge che accelera e rende più efficaci ed efficienti i meccanismi delle attività parlamentari e della formazione delle leggi, concorrendo a rendere più snelle le decisioni politiche di governo, considerato che le manovre ostruzionistiche, per bloccare e paralizzare i processi di approvazione delle norme, non saranno più agevolmente praticabili, come finora è accaduto di frequente con motivi strumentali e speciosi pretesti.
Democrazia matura, efficacia ed efficienza del Parlamento – Lo sgravio dei costi vale 500 milioni a legislatura: tesoretto per spese sociali
Era -questo- l’elemento di riflessione, che marcava l’on.le Carlo Sibilia, sottosegretario di Stato al Ministero degli Interni, nell’aprire il Forum della politica, dedicato all’appuntamento referendario e svoltosi nell’Arena comunale, con la coordinazione di chi scrive, per l’agenda delle iniziative del Circolo socio-culturale L’Incontro; elemento di riflessione, per evidenziare che il Parlamento italiano per l’alto numero dei componenti è un’anomalia nel panorama dell’ Europa comunitaria e delle democrazie liberali più dinamiche ed evolute. Un alto numero che si combina, a sua volta, con il pur cospicuo numero dei componenti- mille, poco più o poco meno- dei Consigli delle Regioni istituite negli anni ’70 . Un sovradimensionamento che una democrazia matura, qual è quella italiana, spiegava, può superare e rimuovere, favorendo la funzionalità delle Camere con la snellezza delle procedure e la riduzione dei suoi componenti, al di là del considerevole sgravio dei costi per lo Stato e la fiscalità generale, vale a dire i cittadini contribuenti. Uno sgravio che, per intenderci, vale 500 milioni di euro a legislatura.
Altro punto tematico approfondito sul versante politico e giuridico da Sibilia, quello correlato al bicameralismo paritario, che la legge varata non inficia né cambia,confermandolo nella sostanza; conferma che è considerata uno dei limiti della legge. Un bicameralismo, affermava il parlamentare di Avellino, che, invece, è e resta l’ancoraggio solido dell’intera architettura della Costituzione, a presidio e garanzia a tutela della filiera delle Istituzioni repubblicane e della produzione legislativa, tendendo ben chiaro che la proposta normativa diventata legge costituzionale si rapporta soltanto agli articoli 56–57 e 59. Come per dire nulla da condividere con il progetto legislativo firmato Renzi–Boschi per la riforma di alcuni importanti profili della seconda parte della Costituzione,approvata a maggioranza dal Parlamento nell’aprile del 2016, ma bocciata dal voto referendario del 4 dicembre del 2016.
I linguaggi informatici e interazione tra politica e i cittadini. Incontri, verifiche e controlli praticabili più e meglio del passato
L’onorevole Michele Gubitosa, figura di rilievo nell’imprenditoria nazionale ed europea nel settore dell’informatica e dell’elettronica, calibrava le sue riflessioni sullo stretto legame che corre tra le istanze dell’ innovazione sociale, che appartengono proprio alle democrazie evolute, e le opportunità e gli strumenti resi disponibili – con modalità crescenti e a stretto giro di tempo- dall’ innovazione tecnologica, basata su conoscenze e competenze. E, in particolare- chiariva Gubitosa– sono proprio le tecnologie con i loro linguaggi veloci a favorire ed ampliare il rapporto diretto tra i cittadini, le cittadine e le loro rappresentanze politiche nelle assemblee elettive. Un rapporto immediato che valorizza rappresentanza e territorialità in misura ben maggiore del passato; e per Gubitosa è un falso problema quello che è considerato un limite della legge, vale a dire la vastità dei collegi elettorali da ri–definire con la riduzione del numero dei parlamentari, a fronte della velocità e capillarità della comunicazione elettronica.
Altro tema posto in luce da Gubitosa, il legame sempre più stringente che connette la filiera degli Enti territoriali, Comuni, Città metropolitane e Regioni con l’ Unione europea e il Parlamento di Strasburgo, anche e soprattutto alla luce delle prospettive che si delineano con il Grande piano di ripresa, messo a punto da Bruxelles. E’ il Next generation eu, tassello principe degli Stati Uniti d’Europa.