Eccellenza negli autoservizi di qualità, con futuro nelle partnership extra–regionali
di Gianni Amodeo
Un’azienda che per il territorio della Valle dell’Alto Clanio e le sue comunità ha già vissuto e scritto un’importante storia di lavoro e di economia reale lungo l’arco di oltre cent’anni. E si appresta a viverne un’altra, con proiezione nel futuro, interpretandone e leggendone evoluzioni, opportunità, esigenze, così come si configurano e prospettano nella società aperta e globalizzata della contemporaneità e delle connessioni a rete–web e della digitalizzazione diffusa.
E’ la Stefano Acierno, società a responsabilità limitata, operante nel settore pubblico degli auto–servizi, nel contesto regionale della Campania e nei collegamenti Campania – Lazio, con un ben qualificato personale tecnico ed amministrativo, composto da venticinque figure professionali, alle quali va aggiunta la filiera del personale dell’indotto; un’azienda, quella di via Luigi Napolitano, che nel biennio trascorso ha fronteggiato, al meglio dell’efficienza organizzativa possibile e con tutte le dovute garanzie di tutela igienico-sanitaria anti–virus, le restrizioni emergenziali e le criticità pandemiche, assicurando i servizi e la loro qualità, senza alcun ridimensionamento nel proprio organico lavorativo. Un impegno che ha mantenuto verso se stessa e la vasta utenza che s’avvale dei suoi servizi, non solo potenziandone e migliorandone gli standard d’offerta, ma anche e soprattutto puntando ad ampliarne in prospettiva il raggio di operatività sui territori, in virtù delle partnership con aziende di settore attive in altre regioni e in ambito nazionale, con pari caratura d’eccellenza europea. Una scelta ch’ anche un atto di fiducia verso la generale volontà di rilancio e ripresa sociale post–coronavirus.
Le piccole imprese diventano grandi con la cooperazione
In specifico, l’ obiettivo–partnership è strettamente correlato con il fiore all’occhiello dell’azienda costituito dalla ben frequentata linea dei servizi che gestisce, da oltre trenta anni, sulla Torrette di Mercogliano \ Avellino – Nola- Roma e stazioni intermedie, con tre corse giornaliere, sia d’andata che di ritorno, assicurate da autobus comodi, forniti di ogni confort, come tv,videolettore, wi – fi, aria condizionata, frigo– bar. Una strategia d’impresa che si concretizzerà tra qualche mese, con la sottoscrizione delle intese inter–aziendali, a cui farà da supporto la piattaforma digitale dedicata per prenotazioni, acquisto biglietti e informazioni sugli orari e le coincidenze di servizio.
Ne ha dato l’annuncio, Luigi Acierno, titolare dell’omonima azienda, intervenendo al Forum sulla mobilità, promosso e organizzato da L’Incontro nei locali della sede sociale di via Luigi Napolitano; annuncio al centro della bella e interessante conversazione sviluppata con Luciano Mascheri che vanta una lunga esperienza tecnico-amministrativa di alto profilo professionale, svolta negli organici di grandi aziende del comparto, oltre che cultore della storia economica del territorio. “Con la programmazione e gestione dei servizi in partnership – ha spiegato l’imprenditore, con sottile e compiaciuta celia- per la nostra utenza non solo Roma è dietro l’angolo, come già accade, ma anche Pescara, Rimini, Bari, Taranto e così via, con rientri a casa nella stessa giornata. Una opportunità davvero utile e interessante per coloro che ogni giorno viaggiano per ragioni di lavoro; e senza dire che la domanda di mobilità è in piena fase di recupero e rilancio. E’ la scelta, -rimarcava-, per la quale con l’innesto in sistema a rete, le piccole e medie imprese privilegiano la coesione operativa, rendendosi grandi, per essere in grado di sostenere la concorrenza sul mercato dei servizi in settori particolarmente complessi, come quello della mobilità su gomma, con clientele esigenti”.
Quattro generazioni, la storia comune
“Le partnership programmate rappresentano un passaggio innovativo e ben calcolato sotto tutti i profili– evidenziava Acierno-, conferendo un notevole valore aggiunto all’intera gamma d’attività che l’azienda svolge regolarmente nel settore degli auto-servizi in Campania sia per industrie che per Scuole, Università, Enti pubblici e il turismo in generale. Un passaggio che viene affrontato con fiducia e convinzione, potendo contare sulla professionalità del personale di cui si vale e dello spirito di cooperazione che lo caratterizza– sosteneva,ancora-, tenendo ben presente che l’azienda, le sue sorti e la sua solidità non appartengono soltanto all’imprenditore che n’è il titolare , ma a tutti coloro che con passione e competenze ne assicurano la continuità. Ed è la filosofia di tutte le aziende che guardano al futuro, investendo su se stesse nel lavoro e nell’innovazione”.
In realtà, l’ obiettivo delle partnership extra-regionali, prefigurato e messo in campo da Luigi Acierno, costituisce lo sbocco normale del progetto d’ampliamento dell’intera gamma delle attività aziendali, ideato e realizzato tra gli anni ’70 e ’80, dal padre, Stefano, imprenditore dinamico e visionario, scomparso trenta anni fa, nipote del capostipite e fondatore dell’azienda, il bisnonno Stefano -vissuto tra l’800 e il ‘900- ‘O Spicchione o anche, e semplicemente, Spicchione, l’appellativo di riconoscimento, acquisito a titolo definitivo ed esclusivo dall’anagrafe storicizzata del linguaggio e del costume popolare del territorio. Un conciso e popolaresco fregio identificativo che, per consolidata tradizione, ormai appartiene all’intera e vasta famiglia, approdata in linea diretta di discendenza alla quarta generazione degli Acierno, imprenditori del trasporto pubblico su gomma per antonomasia.
Era, tuttavia, il tracciato intergenerazionale dei destini aziendali, quello che Luigi Acierno, sollecitato da Mascheri, ripercorreva con riferimento al nonno Luigi,- prematuramente scomparso- e che tra gli anni ’40 e ‘50 era stato impegnato in modo proficuo nell’azienda, sempre più specializzata nel fornire sia servizi di mobilità con carrozze, carri e diligenze a trazione animale che autoservizi sicuri e affidabili. E nonno Luigi era, per di più, ben voluto dalla comunità cittadina, per il supporto che dava al Baiano calcio, rendendo disponibili le ben capienti auto–Balilla, ch’erano utilizzate per le trasferte, con destinazione stadi e campi dell’intera Campania.
Un riferimento di particolare rilievo, per le difficoltà burocratiche e istituzionali affrontate a vario livello e superate, era, invece, riservato dall’imprenditore alla linea di autoservizio extra–regionale per i collegamenti diretti con Roma, secondo il progetto del padre, Stefano. Un’autorizzazione concessa dai competenti uffici della Regione Campania negli iniziali anni ’90, con una procedura ch’era durata oltre dieci anni, e nonostante la piena regolarità delle documentazioni prodotte e i dovuti requisiti di legge accertati e convalidati, fin dall’apertura della pratica. Una trasparenza documentale netta, che da sola avrebbe dovuto dare il via–libera all’autorizzazione al massimo entro sei mesi diventati … 10 anni.
Ma al netto dell’inutile lungaggine, era l’aspirazione paterna Pro– azienda quella che si realizzava oltre trenta anni fa e che, allo stato attuale, il figlio rilancia verso altri orizzonti, potendo disporre del background del personale d’azienda collaudato, affidabile sotto i profili propri della cultura d’impresa, che, di norma, vanno verificati giorno dopo giorno nella pratica attuazione.
Mobilità e servizi ippici, la modernità corre sui binari della Circum
All’origine della storia, c’è l’attivazione a regime pieno della linea ferroviaria Napoli–Nola–Baiano, allestita e gestita, come si sa, da Chemin de Fer, società di capitale formata da investitori belgi, con impegno di spesa per circa quattro milioni di franchi; attivazione che coincide con l’inaugurazione della stazione terminale di Baiano, il 9 luglio del 1885; un fabbricato, che nel corso degli anni sarà interessato da vari interventi di restyling, affacciato sul piazzale che una trentina d’anni dopo sarà intitolato piazza IV Novembre, in memoria della Vittoria nella prima guerra mondiale, al centro di un’area non ancora urbanizzata, così’ come attualmente appare. E all’interno del sito–stazione era disposta la piattaforma rotante, su cui venivano immesse le motrici dei convogli con macchine funzionanti, grazie all’ energia prodotta dal vapore acqueo, dal momento che l’elettrificazione dell’intero assetto delle linee ferroviarie della Circumvesuviana sarà realizzata nella seconda metà degli anni ’30, mentre una parziale elettrificazione era già stata realizzata negli anni ’20. E va ricordato che il meccanismo della piattaforma rotante era utilizzato per il cambio di direzione da dare alle motrici,da Baiano verso Nola – Napoli. Un’operazione macchinosa e complicata resa possibile e sicura soprattutto con l’impiego di cavalli. Un quadro, che visto dalla prospettiva dei nostri giorni,- godendo dei confort dei treni che viaggiano ad Alta velocità o, tanto per dire, seguendo le traiettorie in info- point che ha disegnato quell’eclettico super–tecnologo e scienziato visionario, qual è Elon Musk, per i Tour cosmico-spaziale,- fa comprendere quali salti di progresso abbia compiuto l’umanità nel volgere di poco più di un secolo.
Certo è, riprendendo il filo, che con l’arrivo della Circumvesuviana, la mobilità locale intercomunale, oltre che da e per Avellino, Nola, Pomigliano d’Arco, Napoli, affidata per plurisecolare consuetudine alla trazione fornita dai cavalli, vede lievitare nel tempo la portata della propria funzione. E’ la condizione a cui corrisponde l’incremento delle presenze di carrozze, carri e diligenze proprio nell’area della stazione, e il mestiere del cocchiere–vetturale è ben remunerato. Tutto ciò si collega alla costante crescita dei servizi ferroviari della Circumvesuviana, connettendo il territorio alla città partenopea e all’intera area metropolitana di riferimento, specie nel primo trentennio del ‘900. E’ la connessione che veicola tanti fattori ed elementi di modernità e modernizzazione per tutto ciò che Napoli e il suo contesto rappresentano, per le opportunità di lavoro, l’accesso agli Istituti scolastici superiori, all’Università, per non dire del cinema e del teatro.
E’ lo scenario, in cui si colloca il bisnonno Stefano Acierno, Spicchione super, per le articolazioni organizzative, con cui struttura i servizi pubblici a trazione animale per garantire la mobilità locale, con l’azienda che ha appena creato. E’ un modello nel suo genere e per i tempi; e così sulla Baiano – Avellino, realizza e rende efficiente la stazione – di– sosta per il cambio dei cavalli, nella località strategica della “Vetrera”, sul picco del Valico di Monteforte Irpino. E’- questo- il difficile percorso che, per giunta, può essere compiuto in sicurezza solo da diligenze solide e cavalli di buon passo. E sull’affidabilità come sulla sicurezza, Spicchione – spirito libero e indipendente, grande lavoratore di mente e braccia- non transige. E’ l’affidabilità, attestata dai servizi resi , che permette di instaurare con la pubblica amministrazione, sottoscrivendo e rispettando, punto per punto, gli impegnativi contratti per i Servizi ippici di rilevanza statale. Ma Spicchione super, nel capoluogo d’Irpinia non è soltanto cocchiere–imprenditore, è anche il fidato commissionario di incarichi e disbrighi vario negli Uffici della provincia, del Distretto militare e così via. Sono commissioni informali che il Nostro svolge con spirito d’amicizia e famigliarità.
Poi, ci sarà – ad iniziare dagli anni ’30 – il Grande avvento dei motori a scoppio e dell’auto, ma soprattutto arriveranno gli autobus con i loro colpi di clacson civettuoli e insistenti. Niente da spartire con la nobiltà di stile e la compostezza di trotto e di corsa, che esibiscono i cavalli e il sereno silenzio dei treni che corrono sui binari. Un mondo che a Spicchione super, non procura emozioni gradevoli. Un gran fastidio, sì. Il testimone della sua storia lavorativa passerà ad altri.
Il Forum, in verità, non ha “detto” solo quel che si è raccontato. C’è tanto altro ancora da proporre, che sarà … affidato ad un altro testo. Di certo, è davvero importante il report socio-economico, realizzato e commentato da Luciano Mascheri, in ordine all’incidenza sociale, esercitata dalla Circumvesuviana sul sistema- Campania negli anni del secondo Dopo-guerra.