Nella suggestiva cornice della Galleria Lapidaria della Biblioteca Apostolica Vaticana, alla presenza del Bibliotecario, S.E. Jean–Louis Bruguès, del Prefetto della Biblioteca, mons. Cesare Pasini, e del Consiglio dei professori della Scuola di Biblioteconomia annessa alla Biblioteca Vaticana, si è svolta la cerimonia di consegna dei diplomi per l’anno accademico 2016-2017 a quanti hanno frequentato la prestigiosa scuola di biblioteconomia (circa quaranta studenti). Tra i diplomati figura la stimata studiosa di Materie Umanistiche e laureata in Lettere classiche, dr.ssa Paola Concetta Bellofatto, conosciuta anche per le sue doti di cantante lirica.
La cerimonia si è conclusa con una conferenza tenuta dalla dottoressa Barbara Jatta, Direttrice dei Musei Vaticani , che ha illustrato l’ attività di ricerca, catalogazione e restauro del libro scritto,campo di attività in cui si integrano cultura libraria e storia dell’arte,a testimonianza dell’interesse vivo per “il cartaceo”, sempre valido e mai completamente soppiantato dal diffondersi dei mezzi informatici. Anzi, per la biblioteca, non solo quella vaticana , il digitale viene utilizzato per una efficiente catalogazione delle fonti antiche e per la c.d. digitalizzazione del patrimonio librario, così da offrire alla fruizione di studiosi e di cultori di varie discipline, i preziosi contenuti resi accessibili su siti web specifici.
La Scuola Vaticana di Biblioteconomia fu istituita per volontà di Pio XI, che con profonda esperienza personale di bibliotecario le riservò «lo scopo di iniziare nel modo più largo, nel modo migliore, ad una tenuta, un governo, una cura dei libri che non si arresta ai libri stessi e non ha questi soltanto per oggetto, ma va anche a quello, che i libri rappresentano, cioè la scienza, il culto della scienza, e della nobile fatica intorno alla scienza.
Aver cura dei libri, essere bibliotecari, è un dovere speciale al fine di curare quel che resta delle antiche biblioteche annesse a monasteri e chiese, al fine di conservare il materiale rimasto, di accrescerlo, ordinarlo, metterlo in valore.Le biblioteche ben tenute,concludeva il Pontefice, contribuiscono molto a fare sacerdoti amanti dello studio e, non temo di dire, più capaci, in conseguenza, di far del bene alle anime. La Scuola intende precisamente insegnare a servir meglio i confratelli o gli alunni dei seminari, ad organizzare biblioteche per le opere che necessitano, oppure ad insegnare ad altri come organizzarle”.
Felice anche la sintesi su tutti gli elementi che contraddistinguono e motivano una biblioteca moderna:
«Curare quel che resta delle antiche biblioteche, conservare il materiale, accrescerlo, ordinarlo, metterlo in valore» vuol dire infatti stabilire procedure di tutela e restauro del patrimonio librario, di politica delle acquisizioni, di applicazione di una rigorosa normativa catalografica e di efficienti servizi di prestito e informazione bibliografica: di tutto ciò si sarebbe dovuta occupare la Scuola di Biblioteconomia. Questi sono stati e sono i principi che hanno sempre animato la Scuola, la cui nascita è strettamente connessa al catalogo degli stampati della Biblioteca Apostolica Vaticana e all’adozione delle relative Norme.
E’ innegabile che gli stessi principi vengono attualmente applicati anche nel contesto delle Biblioteche Pubbliche ; ne è l’esempio ultimo, l’istituzione di un master in cultura bibliotecaria della Federico II, annesso alla prestigiosa biblioteca dei Gerolomini di Napoli, oggetto ,in recente passato, di un vergognoso saccheggio da parte di esponenti politici noti,biblioteca che ,nei propositi della attuale dirigenza e degli accademici universitari , con il patrocinio del MIBACT, si intende recuperare alla fruizione degli studiosi e del pubblico interessato