Per la serie …. Quando la realtà travalica le più buie previsioni. E’ la sequenza del racconto fotografico a rappresentare lo stato di degrado – al limite del collasso in varie sezioni di parete laterali, sulle arcate e nella volta che sovrasta l’altare maggiore- in cui si ritrova la Chiesa Madre di Santa Croce, che fa parte del patrimonio comunale. Una condizione che si propone nella sua cruda ed avvilente nudità, in coincidenza con le operazioni di sgombero di panche e suppellettili varie, avviate in mattinata, per l’allestimento del cantiere dell’ Acf Restauri, l’impresa con sede legale ad Isernia, che si è aggiudicata l’appalto per l’esecuzione dei lavori relativi al programma di manutenzione straordinaria e le coperture esterne del settecentesco complesso sacro, con procedura iniziata a novembre scorso con l’istituzione della Commissione formata dall’ingegnere Carmine Montano, funzionario dell’Alto Calore,dall’architetto Carmine Canonico e dalla dott.ssa Caterina De Laurentiis, rispettivamente dell’Ufficio tecnico e dell’Ufficio dell’economato dell’Ente di corso Garibaldi e affidata alla Centrale unica di committenza della Comunità Montana Vallo di Lauro–Partenio.
L’agenda degli interventi a cui dare impulso con carattere d’urgenza fu aperta una decina d’anni fa dall’amministrazione, guidata dal sindaco Carlo Mascheri, a cui corrispose il fattivo impegno del presidente del Consiglio regionale della Campania, pro tempore, l’on.le Pietro Foglia, scomparso lo scorso dicembre; un impegno che si tradusse quattro anni fa nella stanziamento dell’Ente di palazzo Santa Lucia per oltre 400 mila euro. Poi le lentezze e le super-note pastoie burocratiche hanno frenato a lungo la spendibilità delle risorse stanziate ed … ora la svolta con l’ apertura del cantiere che svela gli effetti di decenni di incuria al di là dell’immaginabile. E denuncia la colpevole negligenza, di cui portano il carico di responsabilità tutte le amministrazioni susseguitesi nel Palazzo municipale, tutt’altro che attente verso una parte interessante del suo patrimonio storico e culturale. Ma tant’è.
Resta l’auspicio che gli interventi programmati riescano al meglio, restituendo alla comunità la Chiesa Madre di Santa Croce nella sua fisionomia originaria di gioiello di architettura sacra, con la commistione della facciata in stile barocco e gli interni baroccheggianti con la dovizia dei marmi multicolori e degli stucchi decorativi di singolare fascino.