Le elezioni sono il momento di massima espressione della democrazia di un paese, ma non l’unico. Ciò che veramente conta nelle elezioni è la capacità di una comunità di essere comunità, soprattutto dopo le elezioni. Ciò si realizza nelle istituzioni con un corretto rapporto tra maggioranza ed opposizione. La satira e l’ironia sono da sempre riconosciute come strumenti di democrazia perché solo il despota non le sopporta. Avere come unico argomento politico di confronto con le minoranze la frase “io ho vinto le elezioni” è sintomo di scarsa cultura democratica e istituzionale, oltre che in generale di scarsa maturità. Le sconfitte vanno metabolizzate, ma anche le vittorie. Mostrare di non sopportare una critica legittima è sintomo di arroganza e prepotenza. Cercare di giustificare i propri errori affermando cose non vere o peggio scaricando le proprie responsabilità su altri è sintomo di un eccessivo ego. Sono e sarò sempre critico di chi ritiene o mostra di ritenere che le opposizioni (che pure sono espressione di una parte della comunità) debbano essere ridotte al silenzio. L’assessore Rastiello dice di essere portatrice dei valori della democrazia e del sano confronto politico. I suoi atteggiamenti dicono il contrario. A volte un giusto silenzio è sintomo di un sano pudore. Ci si sarebbe potuti fermare all’errata corrige del bando. Perseverare è sempre diabolico. Se è cosi che vuole allora precisiamo due cose: La procedura di evidenza è certamente preferibile all’abusato (soprattutto nel comune di baiano) affidamento diretto, purché non si riduca ad un espediente di mera forma. Nel caso in esame i tempi che vengono riconosciuti alle associazioni per preparare un progetto, per presentarlo ed infine organizzarsi con mezzi e risorse per il campus sono talmente ridotti da lasciar intendere che vi possa partecipare solo chi “miracolosamente” era già a conoscenza dell’intenzione dell’amministrazione. La procedura del contributo diretto diviene, invece, preferibile quando – come nel caso di specie – l’affidatario non è un privato portatore di interessi lucrativi, ma una associazione di “interesse pubblico” come la Proloco del paese, che forse sfuggirà all’assessore Rastiello, è la massima istituzione di promozione culturale, sociale e turistica del territorio senza dimenticare che dal 2010 è anche stata fondamentale riferimento del progetto stesso. In questo modo si premiano i giovani cittadini del paese che hanno sempre contribuito e vogliono continuare a contribuire al bene pubblico con pieno spirito di liberalità. Quando ci si vuole difendere, soprattutto di fronte ad errori conclamati, dovrebbe aversi il buon gusto o per meglio dire il pudore di non mentire. Non c’è nessuna indicazione del periodo e delle modalità di svolgimento. Contributo e compartecipazione sono concetti diversi… Quello che non è chiaro, infatti, è se volete dare un contributo ed in questo caso si applica il Regolamento sulle associazioni oppure avete fatto un bando per una prestazione di servizi e solo in tal caso è coerente il richiamo al decreto 50/2016. Non vogliamo annoiare i cittadini su questioni giuridiche, ma ci interesserebbe capire se – per la prima volta – tutto il costo della iniziativa, nella sostanza, sarà a carico del Comune. Personalmente non ho e non avevo perplessità sul bando che richiedessero l’intervento dell’assessore. Mi era abbastanza chiaro, direi evidente, che era stato scritto in maniera pedestre. Il riferimento ad eventuali errori commessi dagli avvocati è un tentativo di personalizzare la vicenda che non appartiene a chi si dice democratico. Visto che non viene apprezzata, anzi direi che è mal sopportata, una attività di controllo da parte di chi è all’opposizione, demanderemo ad altri organi il controllo di legge. Emanuele Litto – Capo gruppo della compagine “Io ci Credo”