di Gianni Amodeo
Al vaglio del civico consesso, tre articolate e argomentate mozioni, pres entate a luglio scorso dal gruppo di minoranza “Io ci credo” ed approvate all’unanimità dei voti, riconoscendone la portata e la valenza di prospettiva e utilità generale.
Di rilievo, il deliberato sulla mozione che sollecita e impegna l’azione politico-amministrativa dell’Ente di corso Garibaldi, a dare vita, impulso e slancio per tutte le iniziative che possano favorire il processo di coesione tra i sei Comuni, che, attualmente compongono l’Unione del Baianese e dell’Alto Clanis, per approdare in tempi rapidi alla fusione intercomunale, configurando la dimensione della Municipalità unica, specchio e coerente testimonianza dell’unicum esistente della mini-galassia urbanizzata sul territorio, che, però, è frammentata in sei riparti catastali e ripartita in altrettanti articolazioni amministrative con tipologia di Comuni–polvere. Una frammentazione che appare ed è del tutto artificiosa,a cui corrispondono i paradossali eccessi della pletora delle stesse rappresentanze amministrative ed istituzionali per un lembo di territorio- racchiuso tra la Valle munjanense e la Valle dell’Alto Clanio ai piedi della corona dei Monti Avella– con una popolazione di circa trenta mila abitanti; eccessi che comportano ricadute sulla fiscalità locale tutt’altro che trascurabili.
E’ un segnale di sicuro interesse verso l’attuazione di un progetto, che, pur variamente proposto e sostenuto – con convegni e pubblicazione di atti e documenti- nel corso degli anni da Associazioni e Comitati d’impegno civico, non ha incontrato i convinti supporti della politica in genere. La stessa istituzione dell’Unione intercomunale formalizzata a novembre del 2015, con l’insediamento ufficiale del Consiglio generale nel Teatro “Biancardi”, ad Avella, non è andata oltre il perimetro delle “belle e buone” intenzioni pronunciate nell’immediatezza né ha fatto registrare il necessario e atteso salto di qualità politica, in termini di operatività, nonostante le considerevoli e importanti incentivazioni economiche e finanziarie della legislazione–Delrio e delle normative comunitarie europee, a sostegno proprio della politiche di coesione intercomunale, in funzione di una programmazione e di una gestione degli Enti locali che siano al passo con le istanze della società del Terzo Millennio e delle nuove generazioni. Una prospettiva che risponde alle esigenze della razionalizzazione dell’utilizzo sia delle risorse delle fiscalità locale che di quelle ragionali e statali, sempre più contenute; razionalizzazione, ch’è decisiva per elevare la qualità dei servizi sociali e alle persone con i criteri, in grado di coniugare efficienza ed efficacia con le dovute e opportune economie di scala.
In realtà, dopo la cerimonia d’insediamento del Consiglio generale, rappresentativo di tutti i sei civici consessi, l’Unione del Baianese e dell’Alto Clanis è restata finora un guscio vuoto, senza gli elementari supporti per strutturarsi come organismo, non disponendo né di bilancio con voci appostate da ciascun Comune e senza personale. Una bizzarra assurdità, con cui le stesse amministrazioni negano a se stesse quello che hanno assunto quale impegno pubblico da dare a se stesse per migliorare e riqualificare il loro ruolo per il territorio e le comunità locali. Un dato reale e sconcertante, rispetto alla quale il voto unanime, espresso dal civico consesso dell’Ente di corso Garibaldi, segna una svolta ed ha tutte le caratteristiche, per costituire e generare l’auspicato cambio di passo, per un progetto la cui realizzazione può rappresentare una opportunità concreta per stimolare ed orientare lo sviluppo socio-culturale e produttivo possibile dell’area. E’ un passaggio che con sensibile lungimiranza il civico consesso di Avella ha già compiuto con l’unanimità dei voti qualche mese fa, con l’istituzione della commissione consiliare paritetica, la cui missione è rappresentata dalla volontà politica di attuare il progetto della Fusione intercomunale. E l’analoga commissione sarà costituita nel Consiglio comunale dell’Ente di corso Garibaldi.
Sono due elementi di sicuro interesse politico, quelli che arrivano dalle amministrazioni guidate dai sindaci Domenico Biancardi e Enrico Montanaro, per evidenziare le ragioni delle politiche in grado di considerare l’unicità di visione delle problematiche del territorio; unicità di problematiche che richiede l’unicità delle soluzioni da dare ai bisogni delle comunità locali, valorizzando le potenzialità e le vocazioni del territorio.
Di distinta e diversa natura, il “via libera” della seconda mozione, che rimette al centro dell’attività amministrativa l’acquisizione al patrimonio comunale dell’ormai degradato comprensorio di edilizia rurale di Fontana Vecchia, costituito dal complesso abitativo con un vasto atrio in pietra calcarea, dalla storica Fonte che attinge alla contigua falda acquifera superficiale e dalla caratteristica Chiesa dedicata al culto mariano. E’ una trattativa tra Comune e proprietario che si trascina da anni tra stop and go. E la mozione approvata pare costituire il punto di svolta, per trovare la quadratura del cerchio, con la valutazione economica del bene, che sarà fatta da pubblici organi terzi- Ufficio tecnico comunale e Agenzia delle entrate– secondo le specifiche competenze loro attribuite. E con il rilancio della trattativa per Fontana Vecchia, “disco verde” anche per l’installazione dei dossi in via Libertà, quali deterrenti agli eccessi del traffico veicolare. Un deliberato approvato all’unanimità, accogliendo la terza mozione di “Io ci credo”, mirata sulla sicurezza urbana dell’importante arteria e ai residenti del popoloso quartiere.
Altro argomento all’ordine del giorno, le variazioni di bilancio per l’anno corrente. Un deliberato passato con il voto della maggioranza. Voto contrario della minoranza, essendo l’atto stato approvato dalla Giunta- spiegava il capo gruppo di “Io ci credo”, l’avvocato Emanuele Litto – pur non sussistendo le ragioni dell’urgenza.