Stefano Montuori, autista del ministero della Giustizia ferito insieme all’allora procuratore della Repubblica di Avellino, Antonio Gagliardi, in un agguato camorristico il 13 settembre del 1982 è morto oggi.
Così andarano all’epoca i fatti. Il giudice e il suo autista, Montuori, erano diretti ad Avellino quando l’auto blindata venne speronata da tre veicoli. L’auto finì fuori strada, precipitando nei terreni circostanti. Il commando di fuoco, composto da una decina di killer, circondata l’auto, sparò un centinaio di colpi di mitra sulla vettura, riuscendo a praticare un foro nei vetri antiproiettile. Ma giudice e autista, seppur gravemente feriti, riuscirono miracolosamente a salvarsi.
La triste vicenda degli anni 80 era ritornata alla cronaca per un servizio di Roberta Rei de Le Iene: autista eroe vittima di Stato. Mentre il magistrato per quell’attentato ottenne i riconoscimenti che gli spettavano, con la medaglia d’oro al valore, a Stefano no. Negli ultimi anni una malattia lo aveva costretto, il dipendente del Ministero di Grazia e Giustizia, a letto. Il poliziotto eroe era affetto da Sla. Una malattia terribile che lo ha consumato giorno dopo giorno. Ma nonostante ciò ha continuato a lottare, grazie anche all’aiuto dei suoi familiari, per aver un riconoscimento che gli spettava di diritto e alla fine aveva vinto la sua battaglia con la giustizia: la concessione dell’indennizzo previsto per le vittime del dovere, grazie al Consiglio di Stato.
Persona amabile e tale resterà nel ricordo di coloro che hanno avuto l’onore di conoscerla, che se ne è andato però soddisfatto di essere riconosciuto un eroe anche dalla Stato.