“E non c’è vonno sta. C’era una volta un coretto negli stadi che faceva più o meno così “e nun ce vonno sta! E nun ce vonno sta!” È circa un anno che sentiamo ronzare nelle nostre orecchie questo coretto. Ad ogni obiezione, ad ogni interrogazione, ad ogni nostro intervento. Ma la vita è una ruota ed oggi è davvero simpatico poter noi canticchiare “e non ci vuole stare”. Ma potere e volere sono cose diverse e di canticchiare questo motivetto alle continue esternazioni dell’assessore Rastiello, non ne abbiamo alcuna voglia. Preferiremmo spendere il tempo che sottraiamo a lavoro e famiglie per il bene della comunità. Sentire però l’assessore Rastiello lamentarsi dei toni usati è davvero il colmo. Soprattutto per chi da circa due anni è vittima di insulti continui e personali. All’assessore Rastiello consigliamo, prima di accusare noi, di darsi una lettura anche veloce dei tanti manifesti ed articoli contro la persona di Emanuele Litto. Riguardo poi ai toni usati in campagna elettorale, sono oggetto di un procedimento penale, all’esito del quale non sarà certo il consigliere di minoranza Litto a doversi scusare. La malcelata accusa di maschilismo non ci coglie. È un atteggiamento di vittimismo che non si addice a persone dell’intelligenza dell’assessore Rastiello. In una cosa però concordiamo con l’assessore Rastiello. L’importanza delle parole ed il loro corretto uso. Ad esempio non si può confondere il pudore con la pudicizia. Il pudore non implica alcuna valutazione morale. Indica solo il ritegno che avrebbe dovuto mostrare a non difendere ad ogni costo un provvedimento colmo di errori. Errori riconosciuti dalla sua stessa amministrazione! Non abbiamo chiesto di essere ringraziati per aver evitato al Comune una figuraccia, ma essere attaccati per averlo fatto è al di fuori di ogni logica. E in merito alla sua attenzione alle parole, la frase per cui chi difende la Pro Loco non può permettersi di dare lezioni di onestà e moralità è altamente offensiva, della Pro Loco, non del consigliere di minoranza Litto. Quando si scrivono certe cose bisognerebbe avere un po’ di sensibilità, per dirla come il ViceSindaco. La Proloco è composta da persone oneste. Difendere gli onesti non può essere immorale. Io sono fiero di difendere la Pro Loco ed i ragazzi che vi si impegnano. L’ho sempre fatto senza badare, io, a ritorni elettorali. Scrivere “relegarla al ruolo di minoranza” da il senso di tutto il suo “essere” democratica. “Relegare” indica il “costringere qualcuno in un luogo non gradito”. È sinonimo di espellere, proscrivere, bandire, esiliare. Nulla a che vedere con il significato che in democrazia si dovrebbe dare allo stare all’opposizione. Infine mi lasci dire che io non ho alzato alcun “polverone”. Ha fatto tutto lei caro Assessore Rastiello. Ed i “polveroni” si alzano solo dove c’è lo sporco. P.s. Progresso è mettere unire le associazioni non dividere il paese in buoni e cattivi”. Emanuele Litto