Preoccupazione e sconcerto per la situazione dell’Eremo di Gesù e Maria che resta ancora “chiuso”, mentre non si profilano soluzioni agevoli e a breve termine per la riapertura, com’è nelle generali aspettative dei fedeli e dei visitatori che da sempre e in numero crescente lo frequentano. Un complesso monumentale ch’è bisognevole, almeno nell’immediato, di vigilanza costante e assidua, che ancora manca.
“L’ Eremo di Gesù e Maria è il simbolo che rappresenta un grande patrimonio morale e spirituale, oltre che un bene di sicuro valore architettonico e artistico – dice l’avvocato Emanuele Litto, del gruppo consiliare “ Io ci credo”- e richiede il largo e condiviso impegno delle Istituzioni civili e religiose, delle associazioni e dei cittadini, affinché continui ad essere il riferimento di vita religiosa qual è. Urge trovare subito la migliore intesa possibile con la Curia diocesana di Nola, a cui lo storico complesso è stato affidato nel 2002 dal Comune di Baiano in comodato d’uso gratuito per la durata di 99 anni, perché sia ben tutelato e ne siano garantite le funzioni svolte finora, diventando un Centro di animazione sacra e di spiritualità. Il punto decisivo –conclude Litto– è la definizione di un’idea concreta e realizzabile che chiama in causa un po’ tutti, senza ulteriori indugi”.
Un appello che merita riscontri efficaci, quello lanciato da Litto anche- e purtroppo- per l’evidenza delle immagini fotografiche che si pubblicano e che denunciano già i primi gravi segni dell’incuria impressi nell’ Eremo e dintorni, con l’abbandono di rifiuti, residui di potature, tratti di palizzate spezzati e frantumi di tegole cadute dalla gronda di tetto del corpo centrale del complesso. Scene che offendono l’ Eremo e il buon senso. E va ricordato che il sito collinare, prima che fosse recuperato alla vivibilità normale, era diventato la meta d’incontro di tossicodipendenti, soprattutto tra gli anni ‘80 e ’90. Una presenza rimossa in tutto questo periodo, grazie proprio all’operosità dell’Eremo. E che potrebbe ri-proporsi con i “vandali” in servizio permanente effettivo. Che non mancano mai.