Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo “Giovanni XXIII – Parini” di Baiano e Sperone, prof. Vincenzo Serpico, ha scritto una lettera con la quale pone le sue osservazioni in merito a prosecuzione della didattica a distanza. Eccola:
Il Ministero della P.I. in data 06 u.s. ha emanato un decreto, nel quale all’art. 1, comma g, rimanda ai dirigenti scolastici oneri in merito alla didattica a distanza. Quel decreto è stato il “padre” di successive note ministeriali, l’ultima delle quali è datata 17 u.s..
La didattica a distanza viene definita come strumento per dare valore all’istituzione scolastica, che in regime di straordinarietà legato al contagio da Covid-19, attua una rimodulazione di quanto programmato all’inizio del corrente a.s., al fine dii dare una sorta di prosecuzione dei programmi ministeriali e delle attività in tutte le scuole dii ogni ordine e grado.
A mio modesto avviso questo trend di soluzioni stanno dando alla scuola il solo ed unico reale compito di “trasferire agli alunni delle pure conoscenze”, disconoscendo i dettami pedagogici che fin dagli anni settanta del 1900 hanno messo al centro della relazione educativa “la persona”, l’integrazione, l’inclusione, la lavoratorialità, il gruppo.
La didattica a distanza non può essere per il prossimo futuro l’ideale soluzione per la nostra scuola, che chiede (oltretutto) ai docenti di farsi carico di una tipologia di lavoro che non trova riscontro nell’attuale CCNL-scuola, come sottolineava efficacemente un articolo apparso su “Italia Oggi “qualche giorno fa.
La rete dello smart working non può essere calibrata nella realtà di quelle scuole che operano in regime di territorio deprivati e culturalmente scasi, non può riconoscersi una reale opera educativa in una mera trasmissione di dati, appunti e nozioni che talora neppure riescono a recepire un gran numero di famiglie.
La realtà nazionale riporta il contagio da Coronavirus attualmente in espansione, il suo contenimento e la risoluzione del problema riguarda le autorità sanitarie, ma considerati i tempi medio-lunghi coloro che contano possono pensare ad un anno scolastico che prosegua in queste condizioni?
In collaborazione con chi di dovere si può pensare di enunciare i tempi di questa educazione differita?
Gli stessi uffici amministrativi nel rispetto delle norme sul distanziamento e sull’uso dei presidi medici possono essere ridati agli operatori in regime di lavoro agile?
Noi dirigenti scolastici quando smetteremo i panni di burocrati e di puri e semplici capo ufficio?
A mio parere questo regime di scuola remota non può avere nessuna ricaduta educativa sui nostri ragazzi, che dal 04 u.s. hanno perso l’ambiente ideale dove discutere, domandare, essere ascoltati, essere informati, fare cultura e quanto altro è possibile in un’aula concreta e non virtuale.
Chiedo a Loro di essere miei interlocutori e di considerare queste osservazioni come quelle di una categoria non secondaria della nostra società: i lavoratori della scuola!
Il Dirigente Scolastico
Vincenzo Serpico