di Gianni Amodeo
Una sincera e fervida passione per la scrittura che si nutre d’impegno culturale e sociale; una passione, che senza soluzioni di continuità -prima e dopo il pensionamento-, s’è venuta corroborando, nelle chiavi ispiratrici e nella varietà dei contenuti, lungo la scia della comune esperienza professionale di lavoro didattico vissuta nei Licei e negli Istituti statali d’Istruzione superiore in cui hanno operato, costruendo e intessendo operose e simpatetiche relazioni con le giovani generazioni che si conservano tuttora. Una scia ravvivata da stimoli e interessi sempre nuovi, con orizzonti dilatati al di là dello stesso mondo–Scuola, in virtù di quella disincantata ricerca di vero, scevra di pre-giudizi, e di quell’onesta sensibilità che fanno comunicare idee e suscitare riflessioni, senza supponente saccenteria e fastidiosa presunzione di sé, per aprirsi -invece e con convinzione- all’ascolto del pensare e del sentire degli altri,fonti di arricchimento mentale e di conoscenza, nel civile conversare.
Con Gaetana Aufiero e Sabato De Luca si aprirà – domenica,27 marzo, ore 10,30– la serie degli Incroci letterari, promossi ed organizzati da L’Incontro nei locali della sede sociale, in via Luigi Napolitano. E’ la serie degli Incroci inseriti nel quadro delle iniziative e delle attività del sodalizio, mirate a valorizzare le testimonianze più significative ed emergenti dai territori nella cultura, ch’è -e resta- il volano di socialità necessario, per alimentare quel lievito di fiducia verso il futuro, se si vuole davvero dare slancio e sostegno alle istanze di crescita sociale e di rilancio dell’economia produttiva espresse dalle comunità locali; slancio e sostegno tanto più incalzanti quanto più crescenti sono le difficoltà dell’attuale congiuntura sociale, in cui alle persistenti criticità pandemiche, si sovrappone in traumatica combinazione la tragedia della guerra in Ucraina, con tante vittime umane, intere città ridotte in macerie, e milioni di profughi.
L’esordio degli Incroci letterari coincide, da un lato, con l’approccio alla narrazione pervasa di memoria storica e all’interessante linguaggio teatrale di rilevante impatto didattico ed etico- civile, quali si ritrovano nelle opere e nei testi di Gaetana Aufiero, e dall’altro lato, con il senso del poetare di Sabato– Sabatino per gli amici- De Luca, nelle cui composizioni vibrano ed echeggiano risonanze del verseggiare classicheggiante d’impronta greca e latina, qual è nella matrice della sua formazione di esperto filologo, con specializzazione conseguita alla “Cattolica” di Milano, dopo la laurea in Lettere classiche conseguita alla Federico II. Dell’ariosa affabulazione di Gaetana Aufiero, uno stimolante saggio sarà la lettura – proposta da Costanza Fiore – di alcune pagine del romanzo Anita e Nora\ due donne in fuga. Da Wagna a Trieste, pubblicato a dicembre scorso da Delta 3 Edizioni.
E’ un romanzo di avvincente trama, con cui Gaetana Aufiero– nonna amorevole di tre vivaci nipoti- ricompone i tasselli dell’Europa sconvolta dalla Guerra del “Quattordici” e profondamente lacerata dal Secondo conflitto mondiale nella scansione del turbinoso e drammatico trentennio,- che lo seguì sotto l’inumana sferza dei totalitarismi del nazionalsocialismo, del comunismo sovietizzato e del fascismo-, quale fu vissuto nei territori dell’Istria, della Dalmazia e del Litorale adriatico; territori di frontiera, attraversati,come tutte le marche di frontiera, da convivenze etniche rese generalmente impossibili ed antagonistiche per le scelte espansionistiche e le mire politiche dei governi, più che dalle volontà dei popoli.
Sono le coordinate della storia, su cui s’innerva e anima il racconto d’amicizia, di cui sono protagoniste Anita – affascinante cantante del celebre Teatro Lirico di Trieste, che rinuncia alla splendida carriera di artista del Bel canto, per seguire a Capodistria l’indomito e indomabile Alessio che ha aderito all’irredentismo italiano in antitesi all’Impero austro-ungarico, del quale profondamente innamorata- e Nora, ragazza slava; un’amicizia, quella di Anita e Nora che nasce a Wagna, la Città delle baracche di legno, allestita nel cuore dell’area danubiana e nella quale il governo di Vienna ha internato coloro che sono sospettati di tradimento; un’amicizia che si dipana e scompone in vari rivoli, tra mille vicissitudini negli anni. Un vivido mix di realtà e fantasia, così come evidenzia nella prefazione Anna Maria Zaccaria, docente della Federico II.
A segnare il passaggio dell’ Incrocio, dalla specificità della narrativa storica alla poesia, è, come detto, il verseggiare di Sabatino De Luca, affidato alla silloge intitolata Il Recto e il Verso, appena pubblicata da Edizioni Sinestie ed articolata nella sessione lirico– elegiaca e nella sessione giambico – epigrammatica, con cristalline visioni gnomiche e sentenziose. Un passaggio, a cui darà voce la lettura di alcune composizioni eseguita da Giusy De Laurentiis. E’ la silloge che ha il bel pregio di trarre, in vari squarci, la linfa ispiratrice dal paesaggio naturalistico del territorio, in cui si incontrano le atmosfere e i pianori dei Monti Avella e del Fellino, sui versanti del Parco del Partenio. Una linfa ispiratrice, che si riveste di immagini di pregevole lessico nel denotare la feconda consuetudine di rapporto dell’autore sia con la poesia classica greco- latina che con le più significative testimonianze della poesia del Novecento, italiano, da Ungaretti a Quasimodo, da Montale a Luzi, ed europeo, con la mediazione dei simbolisti francesi, per aprirsi agli orizzonti in cui si incontrano Neruda e Ginsberg.
A coordinare l’Incrocio letterario, con la partecipazione di Gaetana Aufiero e Sabato De Luca, con gli interventi dell’uditorio, sarà la professoressa Luciana Sorbini, con l’introduzione di Carlo Melissa.