Metti tre nonni della generazione anni ’30 o di fine anni ‘20, come Mast’ ‘Angeloantonio Candela, decano dei boscaioli locali, Mast’ ‘Luciano Perna, grande maestro-cestaio, e il geometra Romeo Lieto, con lunga e stimata carriera professionale e prezioso affabulatore narrante di vicende del micro-cosmo nostrano. Metti una classe della scuola primaria della “Giovanni XXIII” formata da una ventina di bambini e bambine in svagata e allegra briglia sciolta. Ed ecco combinata l’”Invasione” dei locali del Circolo “L’Incontro”, nell’ambito delle attività ludiche e formative, che promuove e sviluppa l’associazione “Favole e merende”, di cui sono animatrici l’insegnante Carmela Gaglione e Ines Nuzzi.
Aggiungi, per completare ed integrare al meglio la visione d’insieme, la presenza attiva e partecipe di tante giovani madri e qualche padre, e ti ritrovi nel pulsante scenario di un’ interessante e viva connessione tra generazioni con l’impronta della diversità e dei radicali cambiamenti intervenuti nei costumi sociali; connessione, scandita con plastica evidenza dalle domande scanzonate, a cui bambine e bambini hanno sottoposto i tre nonni.
Tra le domande più “gettonate” quelle sulla scuole frequentate e sui giochi che i nonni praticavano nei tempi della loro fanciullezza. Nitide e secche le risposte. Era ben poco il tempo da riservare ai giochi. Quelli andati, specie nella prima parte del secolo scorso, erano anni di “gente povera, di buoni e generosi sentimenti, operosa che non se ne stava con le mani in mano”; e fin dalla prima fanciullezza bisognava adattarsi ad essere utili alla famiglia, aiutando i genitori nei lavori per lo più “ ’nd’ ‘a terra ” e nei boschi d’Arciano o “andando a bottega” per apprendere i mestieri di cestaio, falegname, fabbro, barbiere, calzolaio e muratore.
Nel focalizzare il rapporto con la scuola – spiegavano i magnifici tre- si completava, in genere, il ciclo delle “elementari” nelle capienti aule del pregiato plesso in stile umbertino di primo ‘900, affacciato per un verso su piazza Napolitano e per l’altro verso su via Marconi. Il plesso- ricorda il cronista- era tra le poche espressioni significative di architettura pubblica cittadina, ma venne ignobilmente cancellato in fretta e furia con la demolizione “decretata” dopo il terremoto dell’80, utilizzando i corposi finanziamenti statali resi disponibili … e profittevoli nelle convulse fasi emergenziali di oltre trenta anni fa; finanziamenti da arraffare con “le carte a posto” e spendere. En passant,si ricorderà ancora che, per abbattere il monumentale edificio, furono impiegate numerose maestranze e furono necessarie quattro giornate di lavoro intenso, impegnando nella massima concentrazione possibile martelli pneumatici, ruspe e attrezzature perforatrici. Una storia “sui generis” … e di profondo “buco nero”
Proseguendo nelle risposte, gli intervistati evidenziavano che i pochi impegnati nel prosieguo degli studi erano “obbligati” a raggiungere a piedi – percorrendo circa tre chilometri- Mugnano del Cardinale, dove in piazza Municipio e sulla collina di San Pietro a Cesarano erano attivi i plessi delle scuole medie, nell’ex-Educandato “Maria Cristina di Savoia”, e il Ginnasio-Liceo “Manzoni”. Ma l’andare a scuola a piedi per le proseguire negli studi delle”Medie” e del Ginnasio-Liceo e, per giunta, camminando tra andata e ritorno per circa sei chilometri lungo la Strada statale della 7-bis, lasciava più di un’ombra di perplessità negli intervistatori. Un … sacrificio impossibile e neanche immaginabile. Del resto, sono ben pochi tra loro quelli che si recano a scuola …. senza auto, fosse pure per un tragitto che al massimo non supera la misura di chilometro lineare, come se strade e piazze del ristretto perimetro urbano … fossero ad alto rischio. Una spigolatura d’osservazione, questa, che accresce ancor più il valore dell’iniziativa di “ Favole e merende”, per far sviluppare i rapporti di conoscenza tra le generazioni. “ L’Incontro- dice il professore Enrico Stago , segretario del sodalizio di via Luigi Napolitano- è più che soddisfatto dell’esperienza di cui sono stati protagonisti i bambini e i nonni. I suoi locali sono sempre disponibili, per far svolgere attività di questa importanza, certamente utili ad animare la vita della comunità”.