Il Maestro di trombone e ’Z Vicienz’, tre serate di divertenti e gradevoli performance, con la regia di Salvatore Sgambati. La versatilità teatrante di Matteo Monteforte e Leandro Marino. Lo splendido monologo che rende omaggio allo Spazzino,tutore d’igiene urbana e modello di onesto senso civico.
di Gianni Amodeo
Fotoservizio di Francesco Albertini
Un tris di spettacoli confezionati con il gusto dell’intrattenimento piacevole e del garbato sorriso, scivolando tra i giochi dei maliziosi doppi- senso e le ironie sottili, sfiorando qua e là corrosive situazioni di amara satira e frivola macchietta, ma senza cedere a sbavature e sconcezze di maniera, e dando spazio alla sana e serena allegria che dà senso e sapore alla vita. Intrecci di intrattenimento più che gradevoli, sciorinati in tre serate, con due messe– in– scena, incorporate in ciascuna, per un’insolita e originale combinazione assortita con cura nell’impianto narrativo delle applaudite performance prodotte, ammirevole frutto di impegno comune e di una preparazione calibrata con finezza persino nelle sfumature e nei dettagli minimi, in un’eccellente ambientazione.
E’ il bel modo, con cui L’Aquilone, associazione di volontariato civico, ha inteso salutare l’Avvento della Natività di Gesù e, al contempo, sigillare il bilancio sociale e culturale di un anno di proficua e interessante attività nella promozione e diffusione del Teatro amatoriale del territorio, con il convinto auspicio della continuità per il 2024. Un modo del tutto speciale, a cui il pubblico del Colosseo ha risposto con larga accoglienza, facendolo proprio con l’en plein al tris, che, in pre-vendita, era già stato assicurato, in meno di una settimana.
Il Maestro di trombone e ‘Zi Vicienz’ scherza e spazza, i testi interpretati in sequenza con breve intervallo, espressione, a loro volta, della raffinata e ben congegnata rielaborazione, curata dal regista Salvatore Sgambati, delle omonime commedie inserite nel ricco e celebre repertorio della produzione di Peppino De Filippo. Una scelta di ravvicinata combinazione scenica, resa ancor più pregnante e significativa dalla doppia recitazione degli stessi attori, nel passare, con assoluta e piena padronanza dei testi e spigliata disinvoltura, da un personaggio all’altro, all’insegna di quella multiforme versatilità teatrante, fatta di atteggiamenti, linguaggio, abiti secondo le esigenze di copione, che rispecchia, tutto considerato, la vita vissuta qual è con i mutevoli tasselli che la compongono nella …. quotidianità dalle infinite contraddizioni.
La galleria delle doppie interpretazioni
Ed ecco spiccare, in questa singolare e straordinaria galleria, Matteo Monteforte, calato da riflessivo posapiano nel personaggio di Don Raffaele Chianese, compositore e maestro di musica, sfigato e squattrinato quale di più non si può, personaggio centrale del Maestro di trombone, per poi identificarsi in Don Vicienzo Esposito, ora sicuro di sé ora in affanno, che, di contro, campeggia nella trama di ‘Zi Vicienz’ scherza e spazza. E sulla scia di Matteo Monteforte, prende la scena nel Maestro di trombone, l’eclettico Leandro Marino, nei panni dell’ Alfredo Fioretti, sedicente musicista d’apparente alto e nobile lignaggio dal forbito eloquio che incute rispetto, ma nella realtà é un pazzoide senza grave pericolosità sociale, che fa credere a Don Raffaele di poter risolvere i personali problemi di … miseria, in cui versa da una vita: un’illusione fugace, giusto il tempo per ricondurre l’improbabile musicista … in manicomio. Ed è lo stesso Marino che, dismessa l’altera e … fasulla postura del grande musicista nel racconto del Maestro di trombone, incarna Pascuttella, il caporale degli spazzini, protagonista di ‘Zi Vicienz’ scherza e spazza, che fa il filo con donna Stella, del tutto consenziente, moglie di Don Vicienzo Esposito, alias ‘Zi Vicienz’, ed interpretata dalla seducente Antonella Lippiello, tutta vezzi e moine conturbanti.
Una doppia e talentuosa recitazione, quella esibita da Mateo Monteforte e Leandro Marino, che si ritrova con incisiva verve in Matteo Mascolo, sia per dare vita a Luigi, fratello di Alfredo Fioretti, nel Maestro di trombone, e sia in ‘Zi Vicienz’ scherza e spazza, animando il personaggio di ‘ On Giovanni ‘O cagna cavalli, il creditore che da tempo esige da Pascuttella il saldo dei conti, ma inutilmente. Ed è il Pascuttella che, mentre corteggia … e si fa sedurre da donna Stella, è messo, però, alle dure strette della severa e linguacciuta moglie che lo incenerisce, ogni qual volta gli rinfaccia i debiti che mai onora, chiamata la Diavola, interpretata con furente e calda passione dalla perspicace Pasqualina Candela. Un percorso, quello della doppia recitazione, in cui si incontra Carlo Acierno, il Giovanni del Maestro di trombone, e lo Spazzino–2 in scena per ‘Zi Vicienz’, per chiudere il cerchio con il sorprendente Francesco Candela, che interpreta l’Attilio incaricato del controllo su Alfredo Fioretti, e il Nicola La Croce, impiegato pubblico addetto ai conti correnti postali, che aspira a sposare Rosina, interpretata da Giovanna Picciocchi, restata orfana dei genitori e che vive nel basso di ‘Zi Vicienz’ Esposito e Donna Stella.
Ma a spasimare per Rosina, lusingata non poco dallo status di pubblico impiego svolto da Nicola La Croce, c’è anche Salvatore, lo spazzino–poeta, a cui dà vita e voce un vivace Giulio Antonio Mugnano di parola franca e veloce, che si sente perdente verso l’antagonista, addetto ai conti correnti postali, ma non è per nulla disposto a rinunciare a Rosina. E nella contesa dei due spasimanti s’infilano situazioni comiche e una furiosa baruffa. E’ la baruffa, a cui fa da contrappunto, per dir così, il magnifico monologo che rende onore e omaggio all’umile Spazzino, tutore e garante dell’igiene urbana. E’ interpretato e… sceneggiato con stile e limpida espressività da Matteo Monteforte, ‘Zi Vicienz’ Esposito, Spazzino per antonomasia, premiato con pubblico e ufficiale riconoscimento, per aver consegnato alle competenti autorità istituzionali la busta contenente denaro, trovata durante il lavoro. Esempio di memorabile onestà.
E’ un monologo acuto e penetrante nei significati sociali, in piena sintonia con l’ambientazione della performance in modalità green, con lo Spazzino-1, interpretato da Pasquale Tarantino, Spazzino– 2 del già citato Carlo Acierno, Salvatore, lo spazzino–poeta impersonato da Giulio Antonio Mugnano, l’eccentrico Pascuttella, il caporale della squadra e, naturalmente, ‘ Zi Vicienzo Esposito, tutti impettiti nel far sfoggio della divisa verde, con tanto di berretto d’ordinanza, allineati e … quasi militarizzati. E non può mancare in questa rassegna, la menzione di Nicola, interpretato da Stefano Colucci, che non sa a quale … santo votarsi per aiutare Don Raffaele Chianese, compositore e maestro di tromba, ma disoccupato in pianta stabile, oltre che Amalia, lo moglie di Don Raffaele, sempre alle prese con le difficoltà economiche di famiglia, interpretata da Carmen Miele. Ed Amalia, con tanta pazienza e buon cuore, grazie all’aiuto della scrupolosa e diligente figlia, Lisa, impersonata da Aurora Lippiello, riesce a mantenere in dignitoso equilibrio il mènage famigliare.
Per concludere, l’onore di citazione spetta a Maria Grazia Riccardi, direttrice di scena, Immacolata Napolitano, suggeritrice e costumista, Pasquale Tarantino e Paolino Albertini per l’allestimento delle scenografie, mentre Stefano Napolitano ha operato da par suo all’audio. Accompagnatrici cortesi e gentili in sala, Alida Campanile, Francesca Napolitano, Chiara e Valeria Lippiello.