BAIANO. L’agenda del folklore locale domenica nei boschi di Arciano la scelta del Maio

BAIANO. L’agenda del folklore locale  domenica  nei boschi di Arciano la scelta del Maio

BAIANO. L’agenda del folklore locale  domenica  nei boschi di Arciano la scelta del MaioI toponimi parlano da soli e raccontano lontane storie di umane attività di lavoro, che non si praticano più per le più disparate ragioni, le specificità dei profili territoriali, le caratteristiche climatiche, fatti ed esaltanti o tristi, ma anche affascinanti leggende e miti. E su queste tracce, ecco “ ‘ A Cisterna” e la soprastante “Chiana r’’a Cisterna”, “Gravunara, “Via Carrese” ,   ”A Sèvera” ; e, così proseguendo, diventano ben numerosi i petali della fiorita rosa dei toponimi della nostrana realtà. Sono Le “indicazioni  segnaletiche”, con cui si identificano i siti della variegata mappa catastale dei boschi, le cui alberature e chiome, per lo più di castagneti, faggete e querceti, rivestono e ammantano il maestoso Monte Arciano, anche se balza in tutta evidenza che è  ormai soltanto un pallido ricordo la “geometrica” cura dedicata con passione dagli uomini del passato all’intero complesso arboreo, naturalistico e paesaggistico del MonteIcona del territorio.

E così, tanto per dire, “ ‘A Cisterna” connota il manufatto profondo venti metri con il diametro di due metri- ora diroccato, pur conservando la “leggibilità” della buona qualità costruttiva con cui fu realizzato- destinato alla raccolta dell’acqua piovana, per l’uso umano e per abbeverare muli ed asini utilizzati per il trasporto a valle dei materiali lignei; “Via Carrese” denota il tracciato un tempo più “frequentato” dai rudimentali e semplici carri adibiti allo stesso trasporto; “ ‘A Sèvera”, non è altro che un’estesa selva o mediterranea macchia omogenea di bosco, rinomata fino all’800 per un florido e fiorente castagneto, andato in malora, ma recuperato e restituito al ciclo produttivo da un importante intervento di bonifica e di messa-in-valore, compiuto una trentina di anni fa dall’allora Comunità Montana del Baianese e del Vallo di Lauro, grazie all’impegno e alla grande cura del compianto dottor Nicola Bianco, preparato e qualificato agronomo. Un’importante iniziativa restata, purtroppo, senza gli sviluppi che meritava, tanto che “ ‘A  Sèvera “ soffre di degrado e abbandono, alla pari del … castagneto rimesso  a frutto. “ Gravunara”- va sans dire- connota il sito per eccellenza, in cui si sono allestiti fino agli anni ’ 50 del secolo scorso i “catuozzi”, le “costruzioni” coniche con strutture in legno e coperte di terriccio, al cui interno, grazie alla combustione lenta che si protraeva per vari giorni, la legna era trasformata in carbone organico, che si utilizzava per la laboriosa e prolungata cottura dei cibi.I contenitori di gas propano liquido non ancora erano in pista e dei forni a microonde non c’era ancora idea.

I SITI PER LA SCELTA DEL MAIO. IL PIC-NIC DEL CASONE-OSTELLO

I siti accennati saranno la mèta, nella prima mattinata di domenica- 27 novembre- della lunga schiera delle rappresentanze delle associazioni, impegnate nell’organizzazione della Festa del Maio, nel canonico appuntamento con il folklore cittadino del 25 dicembre; organizzazione, che fa capo al Comitato interassociativo, coordinato da Giuseppe Lippiello. Sono i siti, dove allignano i potenziali Mai -una decina di alberi di castagno di fusto alto fino ai 20 metri e già classificati per la destinazione al culto della tradizione- e proprio tra i  magnifici dieci della verticale linearità sarà selezionato il Maio simbolo dell’2016, con la scelta di “riserva” di uno o due altri Mai, da abbattere all’alba del Giorno della Natività, per onorare il culto della tradizione silvicola del territorio. E nella scelta giocano un ruolo particolare i fattori climatici. Il tempo mite permetterà l’abbattimento “sacrificale” del Maio in alta quota- il crinale di Arciano non supera i 700 metri- se le condizioni climatiche non saranno favorevoli, l’abbattimento  interesserà il Maio di riserva predestinato che alligna in zona valliva. Quando si dice il caso.

Per i dettagli cronachistici, il Maio che primeggia nella top ten degli annali del culto folcloristico, risale al Natale del 2012. Un modello di leggerezza e di altezza, con 27 metri di fusto e 3 metri di puntale. Era un pioppo di Valle.

Una volta definite le scelte, nell’area attrezzata a pic-nic del CasoneOstello, a mezza costa d’ Arciano, gli appassionati del culto arboreo del Maio si concederanno alla grigliata di salsicce e braciole, con contorni tipici della cucina locale. Una domenica speciale nell’attesa, quella del 27, confidando nella tregua che darà Giove Pluvio.