L’opera di Stefano Lanziello sarà proiettata nella sede del prestigioso sodalizio di escursionisti in via Padre Romualdo Formato, ad Avellino. Lo straordinario filmato racconta con ricchezza di immagini ed eccellente selezione di brani musicali il rinnovarsi dei cicli di vita della flora e della fauna dei monti Avella e del Partenio.
…. “Finalmente incominciava il vero viaggio, la vita da campo, così sana per la mente e per il corpo, la sola che mette l’uomo veramente in comunione con la natura. Soltanto viaggiando a piedi ritroviamo la nostra vera dimensione del mondo, che i rapidi mezzi meccanici di locomozione ci avevano fatto dimenticare. E la terra ci appare vasta e assai variegata, e infinite e piene di bellezze sconosciute le manifestazioni della natura. Ogni passaggio di colle, ogni svolta di valle crea un’attesa e una curiosità nuova, svela un quadro inaspettato e produce una sorpresa diversa. (Dalla relazione del Dott. Filippo De Filippi sulla spedizione di Sua Altezza reale Duca degli Abruzzi al K2, 1909)
E’ l’incipit del prezioso e pregevole filmato a colori, realizzato con finezza estetica e cura meticolosa da Stefano Lanziello, ben stimato geologo ed escursionista per inveterata passione, ambientalista e naturalista a 360°, con particolare dedizione nello studio dei miti e dei culti arborei, con cui si sono connotate le storie dei popoli e della civiltà mediterranea nel corso del tempo, attraverso le tradizioni culturali pagane e le tradizioni cristiane. E’ la bella opera, che ha riscosso applausi e consensi unanimi nella kermesse appena conclusa per il conferimento dei “Mai d’Argento” nel quadro delle iniziative per la prima edizione del Premio “Galante Colucci”, promosso ed organizzato dall’Associazione “Maio di Santo Stefano” e dal Circolo socio-culturale “L’Incontro”.
Il film, con splendide immagini parlanti e gradevole musica, è il racconto delle “Stagioni”, che segnano il rinnovarsi dei cicli biologici di flora e fauna tra le vette, le sorgenti, i pianori, i pendii rocciosi del Massiccio del Partenio e le gemme della chiostra dei Monti Avella. E’ una produzione di convincente spessore informativo e divulgativo, cantando e rappresentando al meglio l’armonia e l’incanto del Parco del Partenio, tra le più belle e interessanti aree protette della Campania, anche se non compiutamente valorizzata. Il film di Lanziello, per la sua unicità e per la varietà degli squarci e delle sfumature dei colori ora intensi e vivi ora tenui e soffusi, è anche il garbato e bel messaggero del territorio dell’ Unione intercomunale del Baianese e dell’ Alto Clanio. E sarà proiettato, ad Avellino, giovedì- 6 aprile alle ore 20,00- nell’ampia e accogliente sede d’ Irpinia Trekking, tra i più importanti sodalizi della Campania nel promuovere e nel diffondere la cultura e la pratica dell’escursionismo montano; una struttura associativa efficiente e attiva, presieduta da Tonino Maffei e che annovera oltre 300 soci.
E, per dare senso di maggiore e migliore compiutezza, all’appuntamento con Irpinia Trekking, torna utile citare il testo di Jacques Brosse, che l’autore ha scelto per fare da significante sintesi ed epilogo al film, definito da Giusy De Laurentiis, “Il viaggio in 30’ attraverso i 365 giorni del variare di scene, atmosfere e paesaggi del Parco del Partenio”. Una definizione calzante e davvero appropriata nel dare senso compiuto all’operadi Stefano Lanziello ed espressa con efficacia dalla spigliata e disinvolta conduttrice della kermesse dei “Mai d’Argento”, nell’Auditorium della “Parini, a Baiano, e nel Teatro “Biancardi”, ad Avella.
……. Fin dall’origine, il destino degli uomini fu associato a quello della natura, basato sulla comunione di tutti gli esseri viventi. Nel momento in cui l’uomo non ha più riconosciuto limiti al suo potere, si è messo a distruggere se stesso. Se vogliamo sopravvivere, dobbiamo ricostituire quel che abbiamo saccheggiato, ristabilire un equilibrio e un’armonia plurimillenari. Da aperta che era un tempo, l’umanità si è sempre più rinchiusa in se stessa. La natura, nel suo complesso, e risulta sminuita. Un tempo, in lei, tutto era un segno, la natura stessa aveva un significato che ognuno, nel suo intimo, percepiva. Avendolo perso, l’uomo oggi la distrugge e con ciò si condanna. (Jacques Brosse: Mitologia degli alberi 2015)