Riceviamo e pubblichiamo, una lettera pervenuta alla redazione, indirizzata al Dirigente scolastico, Professore Vincenzo Serpico, circa l’ausilio della didattica a distanza.
Cara Bassa Irpinia
mi rivolgo alla Vs redazione perché nelle scorse settimane avete pubblicato un articolo in cui il Dirigente scolastico, Professore Vincenzo Serpico, manifestava il suo dissenso, per motivi di sicurezza e di privacy, nel permettere ai suoi docenti di procedere alle videolezioni per emergenza Covid19.
Pur non essendo d’accordo con ciò che ha espresso il Dirigente, non ho ritenuto opportuno rispondere in quella sede, poiché ho sperato che lo stesso potesse ravvedersi.
Da allora ad oggi, trascorso più di un mese dalla sospensione delle lezioni in classe, il Dirigente ha ribadito nel collegio docenti, tenutosi il 07/04/2020, di mantenere la sua posizione ostile in merito alle videolezioni.
Da qui l’esigenza di contattare la Vs redazione.
L’ Istituzione scolastica del Bainese, così come avvenuto in altre realtà, avrebbe dovuto cercare con ogni mezzo e modo di attivarsi, al fine di raggiungere i propri alunni, supportandoli, guidandoli, spronandoli, anche da un punto di vista puramente umano e non solo inviando compiti da svolgere come se i nostri figli fossero macchine privi di emozioni.
Le attività didattiche a distanza devono prevedere la costruzione ragionata e guidata del sapere ,attraverso un’interazione tra docenti e alunni.
Volendomi discostare da quello che è il punto meramente didattico, ritengo che i bambini e i ragazzi hanno bisogno di interagire con le proprie insegnanti, affinché non si interrompa il contatto diretto con quella fetta di realtà stravolta circa un mese fa.
In questo periodo non positivo, un sorriso, un messaggio di coraggio di un’insegnate, attraverso la videolezione , sarebbe da anteporre a tutte le teorie e timori che il Dirigente Serpico sostiene.
Sono molto delusa da tale atteggiamento, nonostante sia molto legata alla mia scuola, al mio paese, non potevo esimermi e stare in silenzio.
I bambini e i ragazzi dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII sono gli unici a non ricevere un’adeguata didattica a distanza e a non avere contatti con il mondo della scuola se non attraverso la sola “sterile” procedura autorizzata dal Dirigente Serpico, tale procedura verte nel “registro Archimede”, una piattaforma web dove le insegnanti caricano l’assegno del giorno, le madri lo scaricano e lo ricaricano svolto dai propri figli.
II Preside Serpico, mantenendo ferma la sua posizione di dissenso rispetto alle videolezioni, ha inoltre affermato che le stesse avrebbero potuto ledere il diritto di uguaglianza tra gli alunni, creando delle sperequazioni tra gli stessi vista la mancanza di dispositivi tecnologici nelle case di alcune famiglie. Affermazione non degna di nota visto e considerato che, come dimostrato anche da organi di stampa, i Dirigenti di altre scuole, il personale ATA i e le amministrazioni comunali, grazie alla loro dedizione e alla loro grande forza di volontà, sono riusciti ad abolire il problema e a non farne una questione invalidante.
Vorrei concludere questa mia lettera con una domanda provocatoria che rivolgo al Dirigente Serpico: “In questo frangente storico così drammatico per tutta l’Italia e per tutti gli italiani, in cui ognuno deve fare la propria parte e non preoccuparsi solo dei propri interessi, Lei è sicuro di aver fatto tutto quello che era nelle sue possibilità per tutelare il diritto allo studio dei suoi alunni?”
Con affetto
Una mamma