Stefano Montuori ha vinto la sua battaglia con la giustizia. E’ giusto concedere l’indennizzo previsto per le vittime del dovere a Stefano Montuori, autista del ministero della Giustizia ferito insieme all’allora procuratore della Repubblica di Avellino, Antonio Gagliardi, in un agguato camorristico il 13 settembre del 1982. Lo stabilisce una sentenza del Consiglio di Stato confermando la pronuncia del Tar Campania. Del suo caso se ne era occupato anche la trasmissione televisiva di Italia Uno, “le Iene”, e si stava procedendo ad una raccolta di firma da spedire al Ministero dell’Interno per smuovere l’inaccettabile ostacolo.
Nel 2011 l’ex autista aveva chiesto l’indennizzo, ma il ministero dell’Interno l’aveva negato ritenendo che la parentela di quarto grado con due soggetti appartenenti alla criminalità organizzata, fosse circostanza ostativa. Ma per i giudici di Palazzo Spada «la vittima, oltre ad essere totalmente estranea ad ambienti e logiche criminali, svolgeva, al momento dell’agguato, una funzione istituzionale di contrasto alle associazioni criminali (autista di un magistrato sottoposto a particolari misure di protezione), che lo ha messo in condizione di rischiare la propria vita, e lo ha altresì indotto a compiere azioni tali da salvare persino la vita altrui».