di Gianni Amodeo.
Ultimi scorci d’attesa per l’omaggio al Maio, il culto arboreo, che, con le proprie peculiarità e valenze distintive ancorate ai profili agro- pastorali e silvicoli largamente estesi e stratificati nella realtà sociale del territorio fino ad oltre mezzo secolo fa, connota e rappresenta il Natale baianese. Ultimi scorci ed anche un’utile opportunità, per rivisitare il senso dell’evento che nel giorno della Natività di Gesù invade e … pervade la vita della comunità, quasi fermandone il tempo, per cristallizzarlo in vaghe forme che sfumano nell’ardua e improbabile ricerca di un mondo ormai lontano, per quanto ricco di suggestioni. Una rivisitazione, innescata dal Forum, promosso dall’amministrazione comunale ed incentrato sul testo di Martina D’Anna – pubblicato da Edizioni culturali internazionali– il cui titolo recita, “Dalla tradizione europea dell’”Albero di Maggio” alla storia del Maio di Baiano“; testo che riproduce la tesi con cui l’autrice conseguito la Laurea magistrale del corso di Educatori professionali ed Esperti della formazione continua nell’Università degli Studi di Salerno.
Un racconto piano e lineare, che, con il supporto di citazioni e elementi bibliografici desunti da testi di cultori di storia locale, l’autrice sviluppa in circa 150pagine, facendo sbalzare lo spirito autentico della Festadel Maio e soprattutto quelle ritualità semplici e ludiche così come si ritrovano nei culti arborei sotto tutte le latitudini e di tutti i tempi, al di là delle trasfigurazioni mitiche e della mitografia. Ed è l’essenzialità che innesta il Maio con la propria relativa … giovane età especificità nell’alveo delle millenarie – e ben radicate- tradizioni dell’Europa del Nord e dell’Europa del Sud,con particolari riferimenti e dettagli cronachistici dei culti arborei praticati in vari contesti delle regioni italiane, in cui si ritrovano diffuse tracce delle usanze dei celti.
A coordinare il Forum – svoltosi nella Sala consiliare del palazzo municipale, il professore CarmineMontella– sui fili di trama animata dagli interventi dei sindaci Enrico Montanaro e Marco Santo Alaia, che guidano le amministrazioni comunali di Baiano e Sperone, della dott.ssa Antonella Crisci, assessore dell’Ente di corso Garibaldi, dei presidi VincenzoSerpico e Vincenzo Ammirati, oltre che l’autrice, che focalizzava le chiavi ispiratrici del testo, quale tributo di conoscenza e di dedizione verso il territorio e le comunità che lo vivono. Un tributo che è correlato alla ciclicità, con cui di anno in anno- da novembre a febbraio- si rinnovano le Feste dei Mai, innervate nella realtà folcloristica di Sirignano, Baiano, Mugnano delCardinale, Avella,Quadrelle e Sperone. Un percorso di riflessioni evidenziato e sottolineato con varie angolature di interpretazione e prospettiva da Montanaro,Crisci e Serpico, mentre Marco Santo Alaia si soffermava sugli aspetti socio-economici e di carattere religioso-devozionale, con cui la tradizione dei Mai rappresenta la chiave di sintesi dell’anima e del vissuto delle comunità locali, attraverso la cultura materiale e dell’immaginario che ne identifica la storia. Un patrimonio da conservare- affermava- e da ravvivare con amore e profondo rispetto.
Vincenzo Ammirati, saggista acuto e scrupoloso cultore di storia locale, con il radar dell’interesse di studio puntato sull’area di cui la “sua” Saviano, Nola, Acerra, Avella, Baiano e Mugnano del Cardinale sono capisaldi e costanti punti di riferimento, forniva del testo di Martina D’ Anna un’analisi critica puntuale, evidenziandone le valenze narrative e il carattere divulgativo, per far conoscere i significati storici dei culti arborei negli scenari europei. Una ben argomentata analisi, in cui Ammirati innestava, con appropriatezza di riflessione, la rilevanza della dendrosofia, che, attraverso la conoscenza della storia, della biologia e della botanica con cui si riconosce e identifica il mondo degli alberi e la loro articolata ciclicità naturale, fa riscoprire la dimensione della vita del Pianeta–terra. Come per dire, una riscoperta che interpella, in modo decisamente incalzante, l’uomo del nostro tempo a fronte delle insidie dei cambiamenti climatici. Insidie che si neutralizzano e depotenziano con la conoscenza che si nutre ed alimenta con l’universale cultura della responsabilità sociale e i supporti della scienza; quella scienza che, in combinazione con la tecnologia, affermae privilegia i valori della vita.
E domani è il giorno del Maio….