di Gianni Amodeo – Foto di Carmine Montella
Prima, s’è appropriata della scena metaforica, l’importanza della lettura del linguaggio scritto,- invenzione delle società umane risalente a cinque mila anni fa, sulla scia evolutiva del cervello umano per l’impulso del linguaggio parlato, espressione comunicativa-, così come vive nelle pagine del libro che tesoreggia e diffonde conoscenze, pensieri e saperi nel tempo. Ed è un’esperienza multisensoriale, basilare nel promuovere l’articolazione del pensiero e della formazione della persona umana, oltre che unica ed esclusiva nella sua essenzialità, in grado di trasformare una complessa sequenza di lettere d’alfabeto e segni grafici in compiuta e significativa narrazione. Una trasformazione, che permette non solo di identificare 200–300 parole al minuto, attraverso molteplici movimenti oculari e cambi di attenzione, per elaborare la specificità di significato e dei contenuti di testo e acquisirne la comprensione, ma che include anche la sensazione tattile e l’odore caratteristico del libro e persino la particolare percezione uditiva del fruscio delle pagine che vengono sfogliate e girate, nella lettura.
E’ l’omaggio alla lettura del linguaggio scritto, reso in scena aperta da uno spigliato e vivace drappello di ragazze e di ragazzi di Scuola media, in rappresentanza del plesso– Parini, nel salutare il varo dei servizi tecnologici della Mediateca negli accoglienti ed ariosi ambienti del Giovanni XXIII, con arredi efficienti e funzionali progettati dai professori-architetti Donato Girolamo e Carmine D’Apolito che hanno anche allestito la bella reception dell’atrio del complesso scolastico di via Luigi Napolitano. Un saluto, sfoggiato con un largo e esauriente florilegio di citazioni di pensatori e scrittori sull’inestimabile valore del linguaggio scritto e della lettura dei libri nel formato cartaceo della tradizione, quale si ritrova nella Grande svolta emancipatrice e civilizzatrice dell’umanità, favorendo la circolazione delle idee nella produzione libraria,grazie all’innovazione tecnologica dei caratteri mobili nei torchi di stampa, introdotta da Giovanni Gutenberg. Un florilegio esaustivo, dando spazio a stimolanti citazioni, tra cui quelle di Leonardo Sciascia e Pier Paolo Pasolini, illuminate e generose coscienze di libero pensiero nel nostro tempo,senza indulgenze per il conformismo e l’appiattimento sui poteri.
Poi, l’attenzione è stata polarizzata dalla sperimentazione diretta dei dispositivi tecnologici correlati all’operatività della digitalizzazione, con la lavagna interattiva magnetica e i visori, a primeggiare e parte costitutiva della Mediateca, insieme con la dotazione di tablet, smartphone e via proseguendo, come dire astucci con pennini cavallotti, calamai e inchiostro nero, quaderni, lavagne, il sussidiario pluridisciplinare e il libro di lettura nella parca dotazione della Scuola del lontano ieri. E,ovviamente, varie proiezioni nel pianeta dell’Intelligenza artificiale, il super– gettonato sintagma che campeggia nei comuni discorsi del futuro prossimo dell’umanità e dei popoli nell’organizzazione sociale del XXI secolo nell’età della Quarta rivoluzione industriale. E della sperimentazione diretta, a fornire un’eloquente dimostrazione, con la sicurezza propria dei digitali nativi, erano un ragazzo e due ragazze, con rilievo particolare per il tour digital della navicella spaziale nello spazio cosmico, con il racconto di tutte le sue fasi che scorreva nelle immagini sullo schermo della lim.
Sono stati – questi- i momenti centrali, valorizzando il protagonismo attivo di ragazze e ragazzi, che hanno connotato la cerimonia inaugurale della Mediateca del Giovanni XXIII, con il taglio del nastro eseguito dal sindaco Enrico Montanaro. Ed opportuno era il suo intervento nel correlare l’evento con il fermo e convinto auspicio per l’inizio di un proficuo cammino di formazione a servizio delle nuove generazioni, confidando nel ruolo fondamentale della Scuola per il futuro del territorio e delle sue comunità. A focalizzare il senso del progetto -Mediateca, incrociando la permanente e costante attualità del libro nella tradizione del formato cartaceo, irrinunciabile fonte di conoscenza, con l’innovazione veicolata dalla Mediateca che integra e amplia gli orizzonti del sapere, era il professore Pasquale Napolitano – dirigente scolastico del Giovanni XXIII, già docente d’Informatica nei Licei statali a indirizzo scientifico, e diplomato in Pianoforte, al Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino.
E’ la correlazione- affermava, Napolitano– che alimenta il pensiero critico e fa lievitare competenze e capacità operative, il cui livello, nella società della competizione globale, non può che essere costantemente di qualificato e alto profilo. Un versante su cui è decisivo il ruolo della formazione e dell’ auto–formazione delle classi docenti. E il Piano nazionale Scuola digitale, con le importanti risorse finanziarie che sono disponibili, per concorrere a realizzare gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, va in questa direzione. Una prospettiva, per la quale sono necessarie strategie organiche e condivise, per far formare e crescere il capitale umano, la cui essenza e matrice appartiene alle nuove generazioni, attese da cammini in salita, ma ben praticabili.
E sul che fare, per recuperare tempi perduti e opportunità da far valere, è doveroso,e purtroppo, evidenziare che il grado di competenza digitale, colloca le cittadine e cittadini del Bel Paese al 27 posto in graduatoria nel quadro dei 27 Paesi dell’Unione europea. Come dire che rispetto al Desi, il metro di valutazione dell’innovazione digitale che sta per Digital economy and society index, i ritardi sono notevoli per la società italiana, nel suo complesso. E oltremodo Indicativo dello stato di cose in grave arretratezza, è, però, il dato relativo all’appena 1,3% dei laureati che scelgono per la loro formazione professionale le discipline dell’Information and communication tecnology, asse portante della transizione digitale.
E’ un lungo itinerario tutto da percorrere. E le condizioni per affrontarlo, non mancano affatto,incluse soprattutto le risorse finanziarie ed economiche dell’Unione europea. Importante è volerlo.
Passaggi conclusivi dell’evento-Mediateca: la benedizione impartita dal parroco don Fiorelmo e l’ampia cronaca proposta da giornaliste e giornalisti della Web–Tv del Giovanni XXIII, con un corredo di interessanti interviste. Un ottimo e serio lavoro informativo.