Nel Manifesto ufficiale del Comitato organizzatore, il senso delle celebrazioni sul filo delle riflessioni del parroco, don Fiorelmo Cennamo. I complessi di Gioia del Colle e Aliano per la grande musica operistica saranno in scena in piazza Napolitano. Star della serata finale del 4 agosto, Nesli, il cantautore–rapper del recente album “Vengo in pace” all’insegna delle belle cose e della positività del vivere liberi da compromessi e del ripudio dei fenomeni deteriori della società, come il bullismo, della morbosa guerra che si ”combatte” con la violenza e il degrado dei linguaggi da cui sono invasi troppo spesso i social net work.
di Gianni Amodeo
Il sipario dei festeggiamenti si alzerà domani, per rendere omaggio sulla scia delle tradizioni secolari e della liturgia al ritrovamento delle spoglie del Santo Levita, avvenuto a Gerusalemme il 3 agosto del 415. E’ l’omaggio memoriale che di anno in anno si rinnova e viene reso – secondo il calendario celebrativo della Chiesa il 26 dicembre e il 26 febbraio, a titolo di popolare onoranza votiva per la salvezza dall’epidemia del vaiolo del 1903– dalla comunità al giudeo convertito alla pratica e diffusione dei valori del Vangelo.
E sul significato dei festeggiamenti, degne di attenzione e interesse alcune sequenze di riflessioni dettate dal parroco, don Fiorelmo Cennamo, per il Manifesto ufficiale degli eventi programmati dal Comitato organizzatore, di cui è presidente.
“Santo Stefano, formato nella religiosità ebraica di cultura greca, quando scoprì Gesù, Crocifisso e Risorto, lo mise al centro della sua vita, quale unico suo Salvatore e lo annunciò come ultima rivelazione del Padre, servendolo umilmente ni poveri e testimoniandolo fino al martirio”….. “ Secondo voi, Santo Stefano che cosa può desiderare da noi ? … Anzitutto che lasciamo vivere Gesù dentro di noi, facendoci rinnovare dalla sua Misericordia, dalla sua Parola, dal suo Santissimo Corpo. E ancora che viviamo responsabilmente i nostri ruoli, promuovendo la civiltà della gratuità e dei valori umani e spirituali più alti, capace di formare nuove generazioni e favorire il rinnovamento dell’umanità”. Sono riflessioni e parole puntuali che non solo storicizzano la figura del Santo Levita fatto martirizzare con l’atroce e crudele lapidazione pubblica, sulla base di false accuse di blasfemia montate ad arte – per le sue scelte di vita e di idee- dal Sinedrio dei sacerdoti giudei, braccio violento del potere dominante, ma ne attualizzano anche e soprattutto il senso della gratuità dell’impegno di fede vissuto e la testimonianza di una vita interamente dedicata al rinnovamento dell’ umanità nel segno del Vangelo, per renderla più giusta e dedita al prossimo.
In questo luce di senso si collocano i riti religiosi che saranno officiati nella Chiesa parrocchiale di Santo Stefano, tra i quali spicca la solenne concelebrazione eucaristica di sabato- 3 agosto, alle ore 10,00, dopo l’ingresso nel sacro luogo dei “battenti”- presieduta da monsignor Erasmo Napolitano. E quello del lungo corteo dei “battenti” costituisce- come avviene per tutti i festeggiamenti patronali nei territori della diocesi nolana e dell’area metropolitana di Napoli – un aspetto ben significativo della dimensione devozionale con cui si connotano nell’animo popolare. E’ il corteo in doppia fila di uomini e donne di ogni età che, secondo l’antica usanza, si muove dalla Cittadella paleocristiana della vicina Cimitile, percorre una decina di chilometri della lingua di strada della 7-bis, con il caratteristico passo a piedi scalzi di stretta e lenta battuta sul caldo asfalto, per raggiungere “ ‘ O stradone ‘e Santo Stefano” ed entrare in Chiesa con fiori e ceri in dono al Levita. E’ tutti vestono di bianco, indossando la fascia di rosso cremisi, evocativa della dalmatica, la tunica simbolica che identificava i diaconi della Chiesa delle origini. Una simbologia che perdura. L’apice dei riti religiosi sarà toccato nella solennità della Processione della statua del Santo lungo le strade del centro storico, che si svolgerà nelle ore serali della stessa giornata.
Sul versante dell’intrattenimento, spazio ai complessi di Gran concerto di Gioia del Colle, la bella e ospitale città pugliese, e Aliano, in provincia di Caserta; sono complessi ben rinomati nel panorama della Musica operistica che vanta cultori appassionati e di profonda competenza. Il complesso di Gioia del Colle ha scritto pagine di bella storia musicale specie nel Sud, ad iniziare dalla seconda metà dell’800. Un libro che continua ad arricchirsi dei belle pagine, grazie alla direzione del raffinato Maestro Rocco Eletto. La banda musicale di Aliano rappresenta una realtà emergente per la qualità delle performance ch’è in grado di esibire ed è diretta dal Maestro Nicola Hansalik Samale, istriano d’origine, poliedrico e versatile autore di composizioni sinfoniche, vocali e da camera, oltre che autore di colonne sonore di documentari e film.
Il clou della serata finale -con appuntamento in piazza Santo Stefano alle ore 22,00 del 4 agosto- è dato dal concerto di Nesli, cantautore e rapper di originale e interessante creatività e ispirazione poetica che nulla concede alla banalità , impreziosita da sonorità nitide e acute; vena poetica e sonorità ben parlanti, specie sul filo del recente album “Vengo in pace”. Un cantautore che si esprime con schiettezza autentica, sapendo catalizzare l’ascolto dei giovani, il senigalliese Nesli. E canta l’amore della libertà senza cedere per calcolo e interessi materiali ai compromessi di coscienza, la positività del vivere, l’ orgoglio della bellezza d ’Italia, veri antidoti e limpidi contrappunti ai fenomeni deteriori della società, come il bullismo, ma anche e segnatamente alle morbose e gravi patologie dei tanti, anzi tantissimi, che “combattono” le loro autoreferenziali “guerre” all’insegna del degrado e della violenza verbale, invadendo sempre più i social network.