di Gianni Amodeo
Metti in primo piano le generali dinamiche propositive della Scuola e di una sensibile classe docente che nella fattispecie corrispondono a quelle dell’Istituto comprensivo “Giovanni XXIII”, in stretta collaborazione con i genitori di età media oscillante tra i trenta e i quaranta anni e formazione culturale medio- alta; innesta quale fattore di operosa interazione organizzativa, il gruppo di Azione cattolica cittadino, ed ecco prendere fisionomia e anima il progetto ispirato al valore del bene comune non quale rituale istanza di principio pura e semplice, ma calata nella concretezza della quotidianità.
E’ il progetto, che ha reso soggetti attivi e protagonisti proprio i ragazzi e le ragazze del “Giovanni XXIII”, all’insegna dell’esercizio degli elementi basilari della cittadinanza attiva, con l’obiettivo puntato sulle idee praticabili per la riqualificazione e rigenerazione migliorativa di scorci e aspetti dell’assetto urbanistico e dei profili architettonici di edifici di proprietà pubblica. Un modo per far loro ripensare e ideare il contesto urbano e edilizio della piccola comunità cittadina, in cui vivono e risiedono con le famiglie, per promuoverne e favorirne la migliore fruibilità e vivibilità possibile. Un ripensamento e un’ideazione di futuro che riguarda la loro realtà generazionale e di cittadinanza.
Le idee sono state elaborate e focalizzate per filo e per disegno, ma anche affidate a produzione di “plastiche rappresentazioni” a tre dimensioni, con relazioni e riflessioni che meritano ampia attenzione e interesse fattivo. E lo racconta la ben strutturata rassegna espositiva ch’è stata allestita negli spazi di piazza Francesco Napolitano, fornendo l’eloquente testimonianza sul “come” ragazzi e ragazze vedono la Baiano d’oggi e come vorrebbero che fosse. E’ un’ipotesi di futuro possibile, la loro, e, aspetto davvero significativo, realizzabile con interventi di ristrutturazione edilizia neanche troppo costosi, realizzabili in economia, facendo leva su buone pratiche amministrative.
Dal “Parini” con lastrico solare green alla Biblioteca multimediale
Il perimetro della rassegna fa riferimento ai luoghi maggiormente frequentati e conosciuti dai progettisti-ideatori. Ed le idee–clou concepite per il centro urbano e per il plesso di Scuola media “Giuseppe Parini” di via Luigi Napolitano, si va dall’ipotesi di realizzare un ambizioso mega-terrazzo di verde attrezzato su un lastrico solare, quale giardino pensile, all’allestimento della Biblioteca comunale con tutti gli apparati multimediali di recente generazione da utilizzare. Come dire, una scelta di politica green originale e ben fattibile, ma anche d’impulso alle attività sociali e culturali di cui è cuore e fulcro una Biblioteca comunale normalmente funzionante e su cui investono seriamente amministrazioni ed enti pubblic, ma anche imprese. E di questo genere di presidi sul territorio sono rari gli esempi significativi, fatta congrua eccezione per le accoglienti ed efficienti strutture della Biblioteca comunale di Pomigliano d’Arco, in grado di soddisfare molteplici esigenze di giovani e cittadini, inclusa la cospicua dotazione dei testi universitari.
Come che sia, la Biblioteca immaginata si può allestire- secondo i ragazzi e le ragazze- rimettendo in valore con risistemazione alcuni ambienti di pertinenza ai due campetti polivalenti a ridosso del plesso della “Parini”. E va da sè, in aggiunta, che per la dotazione libraria c’è da recuperare quella già esistente, “parcheggiata” da alcuni decenni in alcuni ambienti del plesso, dopo che il presidio del servizio biblioteca restò inattivo, nonostante i tentativi di pieno rilancio negli iniziali anni ’90, quando lo stop imposto dal dopo-terremoto era stato ormai superato; tentativi, che furono anche sorretti dalle importanti e utili donazioni fornite dall’editore Guida di Napoli. E’- questo- il dato che permette di dire che l’ idea–progetto non parte da … zero. Ed è praticabile, se si vuole. Così com’è ben praticabile la sistemazione del Palasport “Italo Picciocchi” di via Olmo, con le idee–progetto che ne contemplano la migliore attrezzatura possibile degli impianti di riscaldamento, l’allestimento di tribune e la coibentazione del tetto-cupola. Sono idee–progetto, di cui si chiede la realizzazione, per poter dire davvero che l’”Italo Picciocchi” è un Palasport normale.
Chiave di volta della rassegna, il plastico tridimensionale, realizzato dai ragazzi e dalle ragazze della Scuola primaria del plesso di via Scafuri. Una produzione curata nei dettagli e di bell’effetto, per configurazione di ambienti e spazi. Una Scuola -parco animata e ricca di verde, con il corredo di servizi funzionali. Un modello ideale, che sembra essere atteggiata quale farfalla che si libra a volo, metafora della conoscenza che nutre sensibilità e pensiero; un modello, immaginato dai ragazzi e dalle ragazze, in sintonia con i genitori.
“ Piazza la Pace e costruisci il bene comune– dice la presidente dell’Azione cattolica, Margherita Masucci– sono stati i temi ispiratori dell’iniziativa. La risposta di partecipazione è stata notevole, testimoniando l’utilità e le ragioni del progetto incentrato sulla “Manifestazioni d’interessamento” per la vita della comunità, così com’è stato lanciato dall’ Azione cattolica ragazzi per il 2020. E’ un buon segnale di spirito costruttivo e di lodevole sensibilità”.
Tutto sommato, l’iniziativa merita plauso e condivisione. E idealmente è anche un garbato richiamo alla situazione urbanistica del contesto cittadino, ancora privo di un normale strumento di pianificazione. In circa quaranta anni, ne sono stati adottati sei, ma nessuno è mai approdato all’esecutività. E per ciascuno c’è sempre stato il classico cavillo o intoppo dell’ultima ora, che ne ha impedito il varo definitivo.