Il Tribunale del Riesame di Napoli ha modificato le accuse contro Salvatore Crisci e suo figlio Francesco Crisci, inizialmente accusati di omicidio volontario, trasformando l’accusa in omicidio preterintenzionale. Nonostante la conferma della misura cautelare in carcere per entrambi, la decisione di modificare la qualifica del reato è stata presa in risposta alle richieste avanzate dai legali degli indagati, gli avvocati Antonio Falconieri e Francesco Pecchia. I familiari della vittima, Felice Lippiello, sono rappresentati dall’avvocato Maria Stella Saveriano.
I due imputati sono stati arrestati il 20 febbraio dai carabinieri di Baiano con l’accusa di aver commesso l’omicidio di Lippiello, un uomo di 54 anni presumibilmente coinvolto nel traffico di droga. La decisione di apportare modifiche alle accuse riflette una riflessione sui dettagli dell’incidente e sulle circostanze che lo hanno preceduto.
L’episodio risale al 9 febbraio, quando Lippiello fu accoltellato alla gamba sinistra dopo una telefonata. Chiamò il 118 per chiedere aiuto, segnalando di essere stato ferito. Tuttavia, quando i soccorsi e i carabinieri arrivarono in via De Sanctis, Lippiello si trovava in condizioni critiche. Ferito nel cortile dell’abitazione del fratello, nella zona storica dei “Vesuni” a Baiano, morì sull’ambulanza durante il trasporto verso il pronto soccorso. L’autopsia ha rivelato che presentava anche altre ferite da arma da taglio, suggerendo una colluttazione con l’aggressore mentre cercava di difendersi.
La decisione del Tribunale del Riesame di Napoli di rivisitare l’accusa da omicidio volontario a preterintenzionale potrebbe portare a una riflessione più approfondita sulla dinamica dell’incidente e sulle intenzioni degli imputati, aprendo la strada a ulteriori sviluppi nell’inchiesta.