di Gianni Amodeo
Conoscere i valori e le idealità che ne sono la fonte e l’ispirazione, facendo la tara di verifica costante e permanente in ordine alla concreta osservanza, con cui si applicano nella quotidianità non solo rende il dettato costituzionale visibile e reale, ma rappresenta anche e soprattutto il necessario lievito per il responsabile e costruttivo esercizio della partecipazione dei cittadini alla vita della società e ai suoi equilibri fondati sul primato della libertà, nell’armoniosa connessione tra diritti e doveri, fondamentale per definire l’entità e la natura del rapporto tra lo Stato, le sue articolazioni istituzionali e i cittadini stessi.
E’ il punto di metodo di primaria e doverosa rilevanza posto in luce dal professore Felice Casucci – docente ordinario di Diritto privato comparato all’Università degli Studi del Sannio, tra i maggiori giuristi della Materia in ambito comunitario europeo e tra primi titolari di cattedra negli Atenei italiani per l’insegnamento di Diritto e Letteratura, oltre che poliedrico e versatile autore di un’importante e intensa produzione di saggi in campo giuridico, ecologico-ambientalista, nonchè animatore dell’interessante Blog che fa riferimento alla Fondazione Gerardino Romano, l’indimenticato e indimenticabile sindaco, le cui amministrazioni hanno valorizzato Telese e il suo patrimonio termale e naturalistico, un contesto paesaggistico tra i più affascinanti della Campania– nell’aprire il dialogo con l’avvocato Almerigo Pantalone, giovane penalista e civilista del Foro di Avellino, incentrato sulle interazioni tra libertà, uguaglianza sostanziale, giustizia e legalità, alla luce proprio dei contenuti degli articoli 24 e 25 della Carta costituzionale. Un punto di metodo e un approccio che sono irrinunciabili e di rilevante interesse, per poter disporre di una bussola d’orientamento adeguata e ben rispettosa dei principi della democrazia liberale e dei diritti della persona nella complessa e confusa condizione che vive la società italiana. Uno scenario in cui la giustizia e l’esercizio della giurisdizione hanno una notevole funzione di garanzia e di regolazione per il buon vivere civile.
L’Habeas corpus e la sacralità laica della persona
In questa luce, rivisitava la lettera e contenuti degli articoli sotto analisi, dando risalto all’ uguaglianza sostanziale tra i cittadini, i cittadini e lo Stato così com’è prefigurata dalla “Carta”; un percorso d’ analisi che apriva l’obiettivo sulla giurisdizione e sul processo penale, facendo riferimento all’articolo 13 correlato con il principio dell’inviolabilità – intesa quale sacralità laica– della persona, che si radica nell’ Habeas corpus, pietra angolare del sistema giuridico anglosassone, per impedire ed arginare tutte le forme possibili di soprusi,arbitri e violenze del potere politicamente strutturato nell’uso sistematico della forza e della prevaricazione. Un passaggio, quello dell’ Habeas corpus, sulla cui traccia Casucci focalizzava i fattori dell’ oggettiva invasività del processo penale, di necessaria e ineludibile rilevanza pubblica a tutela dello Stato, della società e della civile convivenza, nella sfera privata dell’imputato; invasività e rilevanza pubblica che impongono la scrupolosa osservanza dei principi sottesi agli articoli 24 e 25 della Costituzione.
E sul punto il processo penale, così come si sviluppa e pratica nelle aule dei Tribunali, presenta- affermava il professore Casucci- elementi di criticità, segnatamente nello sbilanciamento a favore del titolare dell’ufficio del pubblico ministero, che generalmente punta a far emergere nella disamina di fatti e situazioni i fattori di accusa gravanti sull’imputato, spesso tralasciando o ignorando quegli elementi che possono essergli favorevoli nella formazione di tutti i dati di prova da acquisire alla luce del dibattimento processuale; un atteggiamento, che contraddice il più delle volte e nella prassi le pur precise disposizioni che fissano l’ambito delle sue funzioni. In realtà, Il processo giusto- per Casucci– è sicuramente possibile e praticabile, se è saldamente ancorato ai principi costituzionali, senza pre-giudizi aprioristici. La Costituzione disattesa od elusa è in contrasto con la democrazia, la libertà e l’uguaglianza sostanziale.
Gli orrori della negata giustizia
“La Carta costituzionale nei principi e nei valori ha un impianto lineare di chiara scrittura e agevole comprensione- affermava l’avvocato Almerigo Pantalone– e non vorrei servisse a nascondere la galleria degli errori e degli orrori per la negata giustizia, che deriva dalle violazioni della legalità. Lo Stato democratico e repubblicano è ben disegnato nell’architettura costituzionale, ma non può né deve essere scisso dall’esercizio della giustizia secondo regole di trasparenza e tempestività”.
Una premessa, con cui il giovane avvocato si rapportava alle riflessioni di Casucci, per soffermarsi, tra gli altri argomenti, sulla casistica delle lungaggini processuali, che nella realtà penalizzano i cittadini, senza dare sicurezze sociali. E se in molteplici casi sussistono gravi limiti, ritardi e incongruità sulla certezza della pena – evidenziava Pantalone– gli stessi limiti, ritardi e incongruità sussistono per la certezza della sentenza. E’ la condizione che non si concilia con lo Stato di diritto e, meno che meno, con la Costituzione. E’ necessario chiedere la certezza della pena, ma anche la certezza della sentenza in tempi ragionevoli. Un tracciato di trasparenza, che , naturalmente e a maggior ragione, esclude le disparità di trattamento per le stesse e identiche fattispecie, “regolate” con il pendolo della cosiddetta giustizia ad orologeria. Altro tema puntualizzato con acutezza dall’avvocato Pantalone, quello della prescrizione per la quale si profilano tempi ulteriormente prolungati, rispetto alla sentenza che, invece, dovrebbe essere tempestiva per conferire alle relazioni sociali la doverosa certezza di diritto. L’eccessivo prolungarsi dei tempi di prescrizione finirà inevitabilmente, per rendere i cittadini veri ostaggi del procedimento, in cui sono coinvolti come parti; una situazione per la quale saranno costretti ad … “adottare” per tempi parimenti lunghi gli avvocati che ne tutelino gli interessi. Un’ “adozione” con … contratto speciale con i conseguenti costi economici per i cittadini – parti– in processo. Altro tema trattato dall’avvocato Almerigo Pantalone, le misure minime e incongrue dei risarcimenti economici per i tanti casi di “ingiusta carcerazione”, accertati in processi di lunga durata; misure minime e incongruità che suonano vera e propria beffa per che n’è restato vittima, profondamente colpito negli affetti personali e familiari, per non dire della vita di relazioni sociali compromesse o cancellate del tutto. “ Lo Stato di diritto e della normalità non può né deve- concludeva Pantalone– essere ridotto a vuoto simulacro di sé stesso, facendo ripristinare la condizione della legge del più forte, il ritorno alla vita tribale”.
Un dialogo aperto e stimolante , quello condotto nel Palazzo comunale da Felice Casucci e Almerigo Pantalone nell’ambito del Viaggio nella Costituzione; dialogo ,coordinato con incisiva puntualità dall’avvocatessa Giusy De Laurentiis ed ampliato dagli interventi di Carlo Melissa, segretario regionale – settore Università- della Cisl della Campania, dell’avvocato Andrea Nappi e Pasquale Muccio.