di Gianni Amodeo
Un caleidoscopio di storie umane così come si vivono all’insegna della laboriosità, delle competenze e dei meriti che si pongono in prova, giorno dopo giorno, con presa diretta di convalida in campo aperto, secondo lo spirito istitutivo del progetto–Premio, ma con riverberi più diffusi e meglio articolati, per marcare compiutamente le specificità e gli ambiti in cui innestare le stesse storie, proiettandole su schermi con orizzonti i più estesi possibili e ben riconoscibili. Va così in archivio la decima edizione del Premio Binews, per una scelta tutt’altro che occasionale, bensì mirata, per evitare i deteriori condizionamenti imposti dagli angusti e ristretti perimetri localistici, per se stessi di ridotta visuale e, in genere, improntati dalla banale autoreferenzialità, priva di senso e che nulla concede alle opportunità e alle aperture della conoscenza, per la quale niente è dato per scontato ed acquisito, richiedendo, invece, ricerca e dedizione costanti senza presunzioni e supponenze. Come dire che parlarsi addosso, per cantarsele in quasi solitudine, non ha alcun senso di utilità e valore.
E’ davvero un salto di qualità, quello compiuto da Binews–2023 e che, al primo approccio, consegna un esito positivo e di profilo ben promettente, per rapportarsi con la valorizzazione del territorio in una prospettiva di ampio e innovativo respiro, dando prioritario impulso e linfa alle iniziative e manifestazioni che generano cultura immateriale, da coniugare con quella materiale e realmente produttiva che sul territorio accusa vuoti e limiti di vario genere, oltre che inadeguatezze sempre più estese. Un salto di qualità, che rende onore all’impegno profuso dall’avvocato Felice Siniscalchi, direttore del giornale on line Binews e dai suoi diretti collaboratori, Andrea Salvatore Guerriero e Mimmo Lombardi, impegnati senza lesinare energie nel condurre in porto sicuro e con salda guida l’importante iniziativa premiale, approdata alla decima edizione in una magnifica serata, protrattasi sino alla soglia della mezza notte, per circa tre ore. E senza generare alcuna fuga tra spettatrici e spettatori, con la platea del Colosseo restata costantemente in sold out, per quella che è diventata una variegata e sorprendente kermesse, in grado di coniugare la chiara informazione a 360°, – dando spazio alle storie dell’operoso fare e del saper fare, con cui si concorre alla costruzione della sociale convivenza e si partecipando in modo responsabile alla civile evoluzione-, e l’intrattenimento spettacolare di eccellente gradimento. Un mix da effetti speciali, già assicurato di per sé dall’accogliente ambientazione che caratterizza il Colosseo per l’impianto tecnologico, video, sonorizzazione, luci, ma reso ancor più godibile nella cerimonia di consegna del Targhe premiali del Binews dicembrino, in virtù della bella e fluida conduzione sviluppata da Giusy De Laurentiis e Saverio Candela, nel loro alternarsi conciso e rapido delle interviste–flash con le persone destinatarie dei prestigiosi conferimenti. Un’efficace e incisiva modalità d’approccio, integrando dal vivo la portata delle motivazioni lette nell’attribuzione dei riconoscimenti, alimentando una sequenza di multiformi esperienze di valori osservati e vissuti, come tanti mini–spaccati, in cui si leggono e rispecchiano le vite di milioni di donne e uomini operosamente normali nell’esercizio quotidiano del proprio lavoro nella produzione di beni e servizi, nel pubblico e nel privato o nella correlazione tra l’uno e l’altro; vite di milioni di donne e uomini, di certo ben più numerose di quelle e di quante si possano immaginare e che permettono al sistema– Italia di…funzionare, pur tra limiti, disfunzioni e criticità in varia combinazione.
E, alla bisogna per la mission assunta, ecco Binews–2023 farsi carico di porre sulla ribalta dell’esemplarità alcune storie d’imprenditoria che produce e genera lavoro dignitoso, come quella della Lumaca Irpina, un logo che non ti aspetti e che identifica l’azienda in veloce crescita e ascesa, creata dall’intraprendente Nicola Urciuolo, che, restato disoccupato di punto in bianco, non si perde d’animo né si piange addosso; anzi, si rimbocca le maniche e si guarda intorno, valuta e soppesa soluzioni varie, studia e approfondisce opportunità, finché non gli si parano innanzi gli orizzonti di un progetto di agro–artigianato, con il supporto di una start–up che permette la realizzazione dell’innovativa filiera dei cosmetici biologici, nell’operosa comunità di Forino, con spiccata economia agricola, in provincia di Avellino.
Come? Utilizzando la preziosa bava delle lumache dell’allevamento che gestisce in modo etico e sostenibile, in azienda. Un ciclo produttivo, basato su sofisticati macchinari, che colloca Lumaca Irpina, tra le più avanzate nell’industria della cosmesi in modalità green, a livello nazionale ed europeo. Una storia di innovazione aziendale, quella raccontata da Nicola Urciuolo, che si salda con quella del Gruppo D’ Agostino, un conglomerato di attività produttive che s’è venuto formando gradualmente, articolandosi nella distribuzione del gas metano e nel settore delle energie rinnovabili, includendo un’emittente televisiva e un’azienda vitivinicola. Un conglomerato creato negli anni ’80 del secolo scorso da Angelo Antonio D’ Agostino con il primo, rilevante tassello costituito dalla fondazione della D’Agostino costruzioni, dando forma e concretezza ad un modello di organizzazione produttiva, basato sulla diversificazione e sull’innovazione che sono di fondamentale importanza nel garantire la competitività delle imprese. E Angelo Antonio D’Agostino, nel dichiarare il personale sentimento d’onore e orgoglio per il Binews conferito, teneva a sottolineare l’importanza delle politiche che siano funzionali allo sviluppo del territorio, garantendo e privilegiando la sostenibilità ambientale e le ragioni degli standard di qualità nelle scelte urbanistiche e nelle realizzazioni edilizie.
Di passaggio, va ricordato che Angelo Antonio D’ Agostino imprenditore leader, è anche impegnato non solo nelle pubbliche istituzioni con le funzioni di sindaco di Montefalcione, ma anche nel mondo dello sport, con la presidenza dell’Avellino calcio che punta alla promozione in serie B. E’ davvero un bell’incrocio di esperienze imprenditoriali, quello che vede come protagonisti Nicola Urciuolo e Angelo Antonio D’ Agostino, pur su versanti lontani l’uno dall’altro, che con il Binews si combina con la classica azienda familiare, la Mvm Marzullo, operante ad Aquilonia, negli estremi lembi d’Alta Irpinia ai confini con la Basilicata, una comunità che sfiora i due mila abitanti. Una realtà produttiva, presente sul mercato regionale e nazionale, specializzata nei ricami personalizzati per una vasta e ampia gamma di articoli, dai corredini per bambine e bambini agli accessori e all’intimo per persone adulte, con materiali di alta qualità che garantiscono l’esclusività e l’unicità dei suoi prodotti. Una storia di moda e creatività artigianale testimoniata sul palco del Colosseo dalla signora Pina, che con i figli Mariangela, Vito e Martina gestisce l’azienda. Una realtà che nel 2020 ha lanciato il marchio Manzù per la produzione di accessori raffinati e inimitabili, utilizzando materiali d’eccellenza del Made in Italy, tra cui la seta comasca.
E’ un itinerario di imprenditoria produttiva, che simbolicamente corre in parallelo con la rilevanza della ricerca scientifica, nel delicato e impegnativo ambito delle terapie oncologiche, esibendo un ulteriore mini–spaccato della buona e laboriosa Italia che merita fiducia e sostegno. Ed è l’ambito, in cui opera con importanti esiti di studio e applicazioni, il medico Gaetano Corazzelli, responsabile dell’Uos di Ematologia molecolare nel Pascale, l’Istituto nazionale dei tumori, a Napoli. Un ricercatore, Gaetano Corazzelli, nato a Lacedonia, in Alta Irpinia, ch’è stato alla guida di numerosi Studi clinici nel campo dei linfomi, Hodgkin e non-Hodgkin, con tante realizzazioni, tra le quali si colloca il recente Studio randomizzato di Fase-III, Fil rouge, che ha acquisito un importante finanziamento dall’Agenzia italiana del farmaco, coinvolgendo 46 Centri italiani di Ematologia. Ed è uno Studio che punta su un programma intensificato di polichemioterapia, che ha già fornito interessanti risposte migliorative rispetto agli standard terapeutici correnti. Un impegno di studio e ricerca scientifica, accolto con favore dalla comunità scientifica nella recente sessione plenaria, svoltasi a Lugano.
Dalla piccola e media imprenditoria alla ricerca scientifica, l’anello di congiunzione si prospetta nelle funzioni della tutela ambientale, che fa riferimento alla Stazione dell’Arma dei carabinieri forestali di Monteforte Irpino, presidio di legalità, a cui è affidato la salvaguardia del vasto patrimonio boschivo, fonte primaria dell’ economia del legno e di tutto ciò che rappresenta sui versanti della biodiversità e della qualità di vita dei territori. Un drappello di due carabiniere e due carabinieri che rappresentano lo Stato e l’interesse generale delle comunità locali, in un delicato e impegnativo settore di ordine pubblico, a fronte di reati ambientali diffusi, a fronte di interessi economici consistenti. E la partecipazione del drappello dell’Arma all’evento è stata accolta e salutata, non a caso, con gli applausi del pubblico. Un’eloquente testimonianza dell’identificazione di cittadine e cittadini con coloro che rappresentazione lo Stato–Istituzione, garante e tutore della civile convivenza e del patrimonio naturalistico dei territori. Il Binews alla legalità ambientale, un riconoscimento più che doveroso e dovuto per l’Arma forestale di Monteforte Irpino.
E nello scenario della decima edizione del Premio, hanno avuto uno spazio significativo tante altre storie, come quella della solidarietà a supporto delle comunità africane del Togo, con la realizzazione di due pozzi, idonei a garantire l’approvvigionamento e la potabilità dell’acqua, in tutt’uno con la periodica distribuzioni di pacchi alimentari per famiglie bisognose. Un’operazione umanitaria che coinvolge e impegna da anni, l’Associazione di volontariato, coordinata da Nina Albanese. E’ un ventaglio di vicende, in cui s’incontra la considerevole attività di programmazione e progettualità, in cui è impegnata l’ Ufficio dei beni culturali della Diocesi di Nola, inclusiva di territori che fanno riferimento alle province di Napoli, Salerno e Avellino. Un Ufficio, diretto dalla dott.ssa Antonia Solpietro, con la mission precipua di salvaguardare e assicurare la manutenzione di un vasto ed inestimabile patrimonio di beni di interesse artistico e architettonico, qual è quello delle Chiese dell’intera Diocesi di San Felice e San Paolino. Un compito niente affatto agevole, evidenziato a chiare lettere dalla dottoressa Solpietro, nell’intervista con Giusy De Laurentiis. Davvero meritoria l’azione dell’Ufficio dei beni culturali della Curia, nel riuscire a tenere dritta la barra sulla rotta intrapresa.
Né vanno tralasciate nella girandola dei flash back, le interessanti pagine, è proprio il caso di farne una netta sottolineatura, riservate a giornalisti, saggisti, esperti di digitale e comunicatori per attività professionale e con tanta passione per la scrittura. Pagine, corredate con incisive interviste e dedicate da Binews-2023 ad Enzo Pecorelli, Carmine Montella, Giuliana Covella e Giuliano Magliacano, in relazione con le loro biografie ed esperienze su più fronti, di interesse locale e nazionale. E tra loro, per il versante comunicazione–intrattenimento, a salire … sul proscenio dell’evento, era Amedeo Colella, sfoggiando la classica farfalla–papillon da indiscusso Gran signore e docente di Napoletanità, reggendo le file della kermesse con quella carica d’empatia che gli appartiene, entrando con immediatezza in sintonia con il pubblico che ben ne conosce l’affascinante spirito di affabulazione che affida a Nisciuno nasce mparato, il popolare programma diffuso dalla storica emittente napoletana, Canale 21.
E neanche a dirlo, era una sintonia interamente giocata sulle frequenze medie e … alte della napoletanità, intesa come cultura aperta, duttile nell’assimilare valori e stili altri, non solo ri-elaborandoli in modo originale, ma veicolandoli con l’universalità della propria lingua, in cui si ritrovano le matrici espressive più disparate, da quelle greco- latine a quelle arabe, spagnole e francesi, e via seguendo. Di qui, una divertente striscia di aneddoti, calembour, etimologie e dialettismi di … nobile classicità. Il sigillo allo splendido divertissiment era impresso da Amedeo Colella con il brioso omaggio alla nux abellana, ‘a nocella rr’ Avella, regina dell’arte dolciaria e della pasticceria nel mondo. Una regina altera e orgogliosa di sé , che non ha proprio nulla da condividere in pregi qualitativi con la nocciola della Piemontesità delle Langhe. E meno che meno con le noccioline americane.
Tutto vero, ma dalle parti nostrane un Giovanni Ferrero non è mai nato né visto mai.