di Gianni Amodeo
Si è congedato dalla vita terrena, Padre Agostino, per l’anagrafe civile Stefano Acierno, avendone percorso con intenso impegno spirituale e religioso- era del ’25– i tornanti a spirale per oltre novant’anni tra gran parte del Novecento e l’età d’Internet, densi di profonde vicissitudini e attraversati da molteplici e radicali trasformazioni. Un cammino compiuto con quell’impronta di cristiana disponibilità, umiltà e apertura verso gli altri che gli derivava dallo spirito francescano, abbracciato e fatto proprio come stile e costume esistenziale con la scelta della piena dedizione all’ordine dei Frati minori sulla scia di una vocazione operosa, coerente, forte. E autentica. Un congedo che ha aperto un ampio e profondo squarcio di vuoto nella dimensione civile e religiosa della piccola comunità cittadina, per la quale Padre Agostino ha costantemente rappresentato un ancoraggio di solidarietà e di larga generosità amicale, con il suo sorridente sguardo e volto rasserenante. Un vuoto che fa scemare ed impoverire ancora di più le attitudini e i profili relazionali che erano la peculiarità identificativa della Baiano industre, solidale e laboriosa qual è stata.
L’acuta, ricca e articolata conoscenza dei Vangeli e dei testi sacri, con la perspicacia dell’interpretazione teologica ed esegetica che ne tracciava nel rapportarsi con l’attualità e, più ancora, la congrua formazione culturale costituivano gli elementi caratterizzanti, con cui Padre Agostino era solito pronunciare le omelie punteggiando al meglio per concisa compiutezza di significato ed incisiva efficacia le celebrazioni eucaristiche; erano l’incisività, l’efficacia argomentativa e di discorso lineare che sviluppava anche e in modo analitico nelle frequenti conversazioni con amici e conoscenti o in pubblici convegni. Una presenza mai banale, quella di Padre Agostino, ma sempre stimolante d’interesse conoscitivo che disponeva e induceva al dialogo franco e sereno sulle più complesse tematiche sociali e sulla storia delle religioni nelle culture e civiltà dei popoli.
Padre Agostino esprimeva umanità e infinita capacità di ascolto e comprensione. Era il modo di vivere la quotidianità, che rispecchiava le variegate e intense esperienze di vicende che aveva attraversato, essendo stato per lunghi anni assistente spirituale nella Marina militare, a Castellammare di Stabia, e nell’Aeronautica militare, a Grottaglie. E, pur nell’esercizio dell’azione d’apostolato lontano dalla terra natia, ha conservato sempre fitti e costanti legami con la “sua” Baiano, Avella, Mugnano del Cardinale; legami ritrovati e ri-vissuti pienamente negli ultimi decenni, officiando celebrazioni eucaristiche e riti nelle Chiese del territorio. E il “celebrare Messa” mattutina era un appuntamento che negli ultimi mesi non mancava mai, anche quando l’incedere gli era diventato difficoltoso e il buon Antonio Tulino, da caro e buon amico lo sorreggeva per superare i gradini del sagrato e dell’Altare maggiore della Chiesa Madre di Santa Croce. Era un francescano sotto tutti gli aspetti, attento a cogliere e a percepire i sedimenti delle contraddizioni umane, per additare l’itinerario che conduce alla luce della ragionevolezza e della fede.
“Pace e bene”, il motto del Generoso assisiate è stato per Padre Agostino un principio e un valore che ne ha ispirato la vita con limpida e cristallina coerenza. E il cordoglio reso dall’intera comunità cittadina e dalle associazioni di impegno civico e culturale a cui era particolarmente vicino, con la partecipazione ai funerali del vescovo di Nola, monsignor Francesco Marino, è stato il segno dell’eloquente testimonianza di gratitudine e riconoscenza sia all’uomo di fede, religione e cultura per vocazione e scelta di vita consacrata alla missione cristiana, sia all’uomo in sé nella pura dimensione laica. Un tributo caldo e doveroso. Per la lezione di vita trasmessa.