“Le mezze misure e mezzi termini non mi sono mai piaciuti. All’ambiguità ho sempre preferito la chiarezza, la verità e la coerenza, anche quando diventava difficile , anche quando andavo controcorrente, anche quando ahimè c’era un prezzo da pagare per aver scelto di portare avanti il proprio pensiero. Ed è per questo che ho deciso di parlavi. Qualche anno fa decisi di entrare a far parte di una grande comunità che porta il nome di Partito Democratico. Ci ho creduto tanto in quel partito, negli ideali di democrazia, di libertà e di etica morale, mi sentivo di appartenere a un partito aperto a “TUTTI”, e così presi la decisione di sceglierlo e di entrarvi a pieno ritmo sacrificando molto spesso gli studi, le domeniche in famiglia, le serate tra gli amici, ma non mi importava, sentivo di stare nel posto giusto con le persone giuste, in un “luogo” che era attento a non lasciare indietro nessuno, a non escludere, a lavorare perchè il futuro fosse migliore del presente, ma attenzione, non lo faceva solo ed esclusivamente per perseguire una corsa al consenso elettorale, bensì mirava ad affermarsi per essere e diventare sempre di più un punto di riferimento per ogni singolo cittadino, perché fosse una casa aperta a ogni persona che avvertisse il bisogno di sentirsi rappresentata, per ogni persona che avrebbe voluto provare a fidarsi di una classe dirigente seria, per gli “ultimi”, per gli operai, per tutta quella povera gente che ogni giorno lotta per sopravvivere, per i giovani che costruiscono sogni su false speranze, per gli studenti che si sentono sempre più disorientati smarriti e non riconosciuti, per gli appassionati di politica come me che oggi si ritrovano davanti agli occhi uno scenario totalmente incoerente con quanto è stato detto e predicato finora. Per tutti quei ragazzi della componente giovanile del partito democratico che non hanno avuto spazio, che hanno dovuto fare un passo indietro perché ora bisognava “vincere” con le persone “giuste “. Per chi è “figlio di nessuno” e non può prendere la parola, perché contano più i numeri che l’idea. In questi giorni ho ricevuto molte telefonate e ho incontrato un pò di persone. Mi hanno chiesto di impegnarmi in questa campagna elettorale, di fare il porta a porta , di chiedere il voto per questo partito. Io ci ho pensato e mi costa tanto dirlo, ma voglio essere sincera e… non me la sento! Sono delusa e la mia coscienza non se la sente di bussare alla porta di un cittadino che ogni giorno fa fatica a mettere il piatto in tavola, alla porta di chi ti risponde che ormai non ci crede più (e ha ragione) a chi abbiamo fatto stancare (e hanno ragione), a chi abbiamo preso in giro (e hanno ancora ragione). La mia coscienza non ce la fa a chiedere il voto per una classe dirigente che in questo momento purtroppo non mi rappresenta. Sarò sempre presente e terrò sempre vivo il mio impegno in politica perché possa lasciare qualcosa che sia migliore di ciò che ci hanno lasciato. #civediamo”. Rosita Rastiello (assessore comune di Baiano)