Sabato 27 novembre 2021 alle ore 17,30, presso la sede di PROTEATRO, piazza IV Novembre n. 9, Baiano, Disvelare edizioni organizza il Convegno ECONOMIA RURALE E FESTE POPOLARI NELL’AREA AVELLANO-BAIANESE, e presenta il volume I della serie CULTURE E TERRITORI.
«Un luogo di incontro, di confronto e di riflessione su argomenti della nostra terra, della nostra storia e del nostro tempo, per consolidare i rapporti tra persone, culture e territori, e valorizzare la condivisione delle diversità, alimentando il confronto e il dialogo». [dall’editoriale di Tonino Notaro]
Un progetto ambizioso che indaga i temi stringenti della nostra terra, della nostra storia e del nostro tempo: azioni culturali e sociali, contrasto alle mafie, biodiversità e sostenibilità, tipicità e tradizioni, storie e comunità, beni culturali e paesaggistici, riflessioni.
Durante il Convegno, dopo i Saluti istituzionali di Vincenzo Biancardi(Sindaco di Avella) ed Enrico Montanaro(Sindaco di Baiano) si discuterà delle questioni storico-etnografiche della splendida area avellano-baianese.
Interverranno:
Michele Amato (Presidente Ass. Avellarte)
Pasquale Colucci (Storico-etnografo dell’area avellano-baianese)
Felice D’Anna (Presidente ProLoco Baiano)
Antonio Vecchione (Storico delle tradizioni popolari dell’area baianese)
Franco Scotto (Presidente Coop. ProTeatro)
Tonino Notaro (Direttore editoriale Culture e Territori)
«I ruderi di tre antichi mulini ad acqua situati lungo il vallone Sorroncello, splendido sito naturalistico ad un paio di chilometri a nord di Avella, “vallata amenissima […], ricca di panorami che si succedono meravigliosi”, unitamente ad un quarto ex mulino (poco distante dal centro abitato e recentemente restaurato dal Comune), tutti alimentati, un tempo, dal fiume Clanio, costituiscono le ultime testimonianze di una lunga ed avvincente storia, la cui prima pagina (sinora nota) è scritta in una pergamena del XII secolo, conservata nell’archivio dell’abbazia benedettina di Montevergine».
[La millenaria storia dei Mulini di Avella, Pasquale Colucci, in CULTURE E TERRITORI vol. I, Disvelare edizioni]
«Da centinaia d’anni, il popolo di Baiano, nel giorno di Natale, celebra la festa del Maio di S. Stefano. Essa costituisce uno scrigno prezioso, nel quale sono conservati, in una straordinaria sintesi, i valori fondativi dell’esistenza stessa della comunità: la sua matrice culturale contadina e boscaiola, il patrimonio di saperi espressi dagli antichi mestieri, il bosco Arciano come luogo e fonte ancestrale di risorse e mezzi di vita, la devozione per il Santo Patrono, il Protomartire Stefano. Il rito è semplice e immutato nel tempo: una numerosa schiera di boscaioli e di devoti, prima dell’alba del giorno di Natale, si reca nel bosco Arciano. Hanno una speciale missione: tagliare l’albero più alto e bello del bosco per trasportarlo a valle e, insieme all’intero popolo di Baiano, in processione fino al sagrato della Chiesa di S. Stefano, dove viene issato per svettare, alto e dritto verso il cielo, in omaggio al nostro Santo Protettore. Nel pomeriggio la festa si conclude con l’accensione di un enorme falò, ‘o Fucarone ‘e Santo Stefano, che illumina e riscalda i cuori».
[La festa del Maio di Santo Stefano a Baiano, Antonio Vecchione, in CULTURE E TERRITORI vol. I, Disvelare edizioni]