Si è tenuto ieri, 18 maggio alle ore sedici presso l’auditorium della scuola secondaria di Baiano un incontro pubblico sulla tematica del bullismo e del cyberbullismo, organizzato dalla docente referente alla legalità prof.ssa Lucia Lippiello, dalla psicologa dott.ssa Rosa Colucci e moderato dalla Prof.ssa Anna D’Avanzo. A rinforzare l’informazione e la prevenzione sul problema, anche la presenza dello psicoterapeuta dott. Luca Vallario, docente della scuola romana di psicoterapia familiare e CTU presso il tribunale di Latina. Erano anche presenti all’ evento i docenti, gli alunni e le loro famiglie oltre alle autorità civili , nelle persone del sindaco di Baiano Dott. Enrico Montanaro e la Vicesindaco del comune di Sperone Dott.ssa Elvira Tortora. L’ iniziativa parte da un percorso durato per l’ intero anno scolastico e voluto dal D.S. Prof. Vincenzo Serpico, volto ad una attività di prevenzione, informazione e sostegno mediante uno sportello di ascolto presente nei plessi di Baiano e di Sperone affidato alla psicologa Colucci. Dopo un iniziale intervento degli alunni e poi della psicologa che ha mostrato i dati del monitoraggio effettuati durante l’ anno è emerso subito il concetto di bullismo come forma di dominanza interpersonale in una fase di vita, quella adolescenziale, particolarmente delicata. Tre i presupposti su cui esso si basa :intenzionalità, persistenza nel tempo e asimmetria nella relazione. I comportamenti consistono quasi sempre in offese, insulti, derisioni per l’ aspetto fisico, esclusioni per le proprie opinioni fino a vere e proprie aggressioni fisiche . In alcuni casi si manifesta in Rete, attraverso atteggiamenti aggressivi che vengono messi in atto sui social network, dove il bullo può mantenere l’anonimato e può controllare le informazioni personali della vittima. E’ possibile prevenire? “Certamente si”. Il ruolo educativo di insegnanti e genitori può fare la differenza –dice lo psicoterapeuta Luca Vallario, fondamentale è far capire come gestire le emozioni a ragazzi che subiscono cambiamenti fisici e di identità durante questa fase della vita – per questo è importante che la famiglia lavori a stretto contatto con la scuola – Un malessere sociale e forme di disagio relazionale, quelli espressi negli atti del bullismo, che si evolve con l’età stessa, cambia forma e le ritroviamo come prevaricazioni sociali, familiari, lavorative . Basti pensare – dice invece l’avv. Caruso- ai tratti comuni con il mobbing sia nelle modalità relazionali che nelle modalità d’ azione. Per interrompe le dinamiche disfunzionali nel gruppo occorre innanzitutto uscire dal silenzio, parlare con gli adulti di riferimento; primo passo per arginare ed affrontare il fenomeno è usare lo strumento legislativo e nella fattispecie la Legge n°71/2017 attraverso un approccio più educativo che repressivo.