“I ragazzi sono stati spettacolari. Attenti, appassionati, informati, interessati. E questo è merito vostro. Io ho semplicemente cavalcato l’onda… Una mattinata perfetta!”. Sono le parole pronunciate dal Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Avellino, il Dott. Vincenzo D’Onofrio, al termine del Convegno “A scuola di…legalità” che la Secondaria di I grado dell’ICS “Giovanni XXIII” ha organizzato, il 27 marzo 2017, nell’Auditorium del plesso di Baiano.
La manifestazione fortemente voluta dal Dirigente Scolastico, Prof. Salvatore Morriale e minuziosamente organizzata dal Collaboratore vicario, Prof. Generoso De Gennaro, e dalle prof.sse Anna Napolitano e Luisa Damato, chiude una serie di incontri, promossi dall’Istituto, volti a sensibilizzare tutti gli alunni , e in particolar modo le classi III, sul tema della legalità.
La presenza del Dott. D’Onofrio, uomo dai grandi valori e profondo cultore della legalità, fa sì che, sin dai primi istanti del Convegno, si respiri un’atmosfera particolare che sembra intrisa della straordinaria personalità di un Magistrato che accetta di calarsi nell’ordinaria realtà di ragazzi di 13 anni, che, seppur increduli, percepiscono l’unicità dell’esperienza che viene regalata loro.
Ma è nel momento in cui il Dott. D’Onofrio prende la parola che l’intera platea si ipnotizza. Gli alunni, nel guardare e nell’ascoltare attentamente, vedono un alto rappresentante della Magistratura rompere gli schemi formali del convegno, per portarsi in mezzo a loro, per sedersi in mezzo a loro, perché arrivi meglio alla loro mente e al loro cuore l’invito a “NON TACERE”, a non cedere all’omertà. Con l’ausilio di audiovisivi e il riferimento a storie vere, quali quelle di Don Peppe Diana e Peppino Impastato, il Dott. D’Onofrio sottolinea l’inutilità della cultura del silenzio che alimenta la criminalità e lascia soli chi invece ha fatto della sua vita una lotta senza armi se non quelle della verità e dell’amore per la giustizia e la libertà.
Nel dibattito che segue alle domande poste dagli alunni, sia durante il convegno, sia durante l’intervista rilasciata alla redazione del giornalino scolastico , è al grido di “Facciamoci i fatti loro” che il Dott. D’Onofrio invita i ragazzi presenti a guardare attentamente quanto accade nella loro realtà quotidiana e, dunque, a rompere il silenzio e a denunciare violenze e soprusi. Lui stesso, a 14 anni, racconta il Procuratore, promise a se stesso che avrebbe dovuto mettersi alla ricerca di un mestiere con il quale contrastare la prevaricazione mafiosa, ma SENZA violenza.
Le autorità intervenute al convegno, i due Sindaci di Baiano e Sperone, il Dott. Enrico Montanaro e il Dott. Marco Alaia, il Comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Baiano, il Dott. Luciano Fasolino, il Vice Comandante del Comando dei Carabinieri di Baiano, il Luogotenente Aniello D’Aloia, nel ringraziare il Procuratore per il suo quotidiano impegno, contribuiscono a restituire ai ragazzi l’immagine di uno Stato che esiste e i cui organi cercano di lavorare sempre in sinergia per assicurare la costruzione di un mondo più pulito.
E la gioia e l’emozione che si leggono negli occhi del Procuratore quando un’alunna, durante un’esibizione canora, gli prende la mano cantando “stringi forte le mie mani e sentirai il mondo che vorrei” è la risposta che i ragazzi si aspettano alla loro urlata richiesta di non essere lasciati soli.
“Voi siete la speranza” è il richiamo conclusivo del Dott. D’Onofrio, la cui vita di giudice scortato suggerisce ai ragazzi la necessità di prendere coscienza di essere e dover essere i costruttivi attivi di un mondo dove il coraggio deve prevalere sulla rabbia.
Nel porgere il saluto di commiato e di ringraziamento alle autorità intervenute, il Dirigente si è augurato che le Istituzioni siano sempre al fianco della scuola e delle famiglie, ricordando che è fondamentale realizzare una stabile alleanza tra chi è chiamato quotidianamente ad assicurare sicurezza, giustizia e legalità, e chi è chiamato, come la scuola, a costruire la società del domani: una società, si spera, con meno ingiustizie. Insomma alla scuola bisogna riconoscere sempre il primato che è in essa che bisogna investire “se si vuol far lavorare meno le forze di polizia e la Magistratura”.