di Gianni Amodeo – Foto di Enrico Stago
Variegati e interessanti i profili contenutistici dei legami intergenerazionali, che hanno connotato primo open day del “Viaggio nella Costituzione”, l’itinerario di conoscenza e di pubblico discorso pluralistico inserito nell’agenda-2018 delle iniziative del Circolo socio-culturale “L’Incontro”; itinerario che si concluderà a dicembre, con la partecipazione di studiosi e docenti universitari di Diritto costituzionale, sindaci e amministratori locali, magistrati, sindacalisti, imprenditori, parlamentari che già hanno aderito all’iniziativa e che saranno gli animatori delle successive “stazioni” del programma, funzionale alle opportunità per un approccio di responsabile consapevolezza verso i valori della Carta fondante dello Stato repubblicano e delle sue articolazioni di democrazia parlamentare. Un approccio di esercizio di cittadinanza attiva che diventa sempre più un’esigenza avvertita per la normale civile convivenza, a fronte anche e soprattutto sia della confusa e permanente litigiosità dei particolarismi sia della babele delle lingue che da anni attraversano la scena sociale e politica del Bel Paese disorientato e senza bussola d’orientamento affidabile.
Sono i legami intergenerazionali, quelli emersi dal primo open day pro–Costituzione, la cui lineare e nitida trama introduttiva è stata calibrata sulla ri-visitazione delle storie politiche – distinte e antitetiche per visioni ideali- di Alcide De Gasperi, leader della Democrazia cristiana, e Palmiro Togliatti, leader del Partito comunista italiano, attori sociali di primo piano nella formazione dello Stato repubblicano e della ri-costruzione morale e materiale dell’Italia del dopo-guerra e post-fascista. Una ri-visitazione affidata alle slide documentali e alle schede informative, presentate e commentate con puntualità di linguaggio e chiara capacità comunicativa da Pasquale Maione, Miriam Fasulo, Carmen Balbi e Lorenzo Valente, diciottenni, che frequentano il corso di studio delle quinte classi- sezione A e sezione B per la specializzazione in Servizi informatici per le aziende– dell’Istituto tecnico commerciale e per geometri “Masullo– Theti” di Nola, diretto dalla professoressa Anna Maria Silvestro, e che hanno frequentato i Laboratori didattici extra-curriculari del presidio formativo di via De Sena, coordinati dalle professoresse Susy Barone e Fortuna Dubbioso, dedicati proprio alla Carta costituzionale.
Un buon lavoro di scavo storiografico e di sintesi efficace, dando spazio al forza di pensiero e azione di De Gasperi e Togliatti, il primo tra i maggiori protagonisti della fondazione nel 1942 della Democrazia cristiana – sulle tracce del popolarismo cattolico di cui era stato interprete don Luigi Sturzo– nei cui principi istitutivi era affermato il primato del bene comune e della civica coscienza morale nell’agire politico per la promozione della dignità della persona umana e della giustizia sociale nella libertà; il secondo, protagonista sia della “Svolta di Salerno” , con cui nell’aprile del ’44 nel Regno del Sud si costituì il governo unitario di estrazione monarchica e dei partiti antifascisti, snodo basilare per la transizione verso il nuovo ordinamento di Stato che sarebbe scaturito dal referendum istituzionale del 2 giugno del 1946, sia dell’elaborazione dell’art. 7 della Carta costituzionale per la ricezione dei Patti lateranensi regolatori del rapporto tra Stato e Chiesa cattolica. Un dato coerente con lo spirito del tempo, senza alcun pregiudizio e condizionamento per la laicità dello Stato repubblicano e la libertà religiosa. Uno scenario disegnato sullo sfondo dei Trattati di pace di Yalta del 1945, con l’assetto bi-polare della geo-politica mondiale, States–Urss.
LA RAZIONALITA’ DELL’ECONOMIA E I SISTEMI DI VALORI. LA FINANZA CINICA DEL TURBO-CAPITALISMO NELL’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE
Sulle tracce della ri-visitazione compiuta dal brillante team dei giovani del “Masullo–Theti”, per marcare l’esemplarità della grande lezione di “patriottismo costituzionale” espressa con vigore e coerenza da De Gasperi e Togliatti, con la dettagliata e puntuale coordinazione dell’avvocatessa Giusy De Laurentiis si apriva il ventaglio dell’analisi dell’articolo 41 sui rapporti economici prefigurati dalla Carta costituzionale nel declinare i valori della libertà dell’iniziativa privata con le tutele sociali di promozione e sviluppo della democrazia. Un percorso, che Franco Manganelli, già parlamentare, docente di Scienze economiche e aziendali proprio al “Masullo-Theti” , autore di saggi e significative monografie di carattere antropologico sulla Festa dei Gigli, la Festa eterna di Nola, delineava, identificando nelle diversificate officine di pensiero di matrice cattolica, liberale e marxista gli assi portanti dell’architettura della Carta costituzionale.
Un passaggio, che permetteva di focalizzare la razionalità che strutturalmente permea di sé l’Economia, da cui scaturisce la legge del minimo mezzo per un determinato risultato o la legge del massimo risultato con determinati mezzi. Sono le leggi, a cui possono rapportarsi i postulati dell’interesse individuale, dell’egoismo altruistico, del collettivismo e dell’altruismo; rapporto che deriva dall’ordinamento costituzionale e dalle scelte della politica. Come per dire che prima di operare in modo razionalmente economico secondo le leggi accennate, bisogna decidere il sistema dei valori a cui rapportare nell’applicazione l’oggettiva razionalità dei principi economici. E la “Carta” è ispirata chiaramente al primato del bene comune, della promozione dei diritti e della libertà della persona umana, a cui fa da supporto e ancoraggio l’economia di mercato.
All’impostazione d’analisi di Franco Manganelli si collegava l’intervento di Raffaele Lieto, della Direzione regionale della Confederazione italiana generale dei lavoratori della Campania,già segretario provinciale per il settore chimico cigiellino della provincia di Avellino, con coraggiose azioni e pubbliche denunce a sostegno della sicurezza dei lavoratori e della tutela dell’ambiente negli opifici conciari dell’area solofrana, oltre che di prevenzione e contrasto al disastro dell’Isochimica letale per i lavoratori e l’ambiente. Una riflessione, quella di Lieto, in cui spiccava il cinismo della speculazione dell’ economia finanziaria che fa evaporare e brucia l’economia reale, desertificando sul piano sociale e umano i territori; cinismo tanto più esteso e capillare quanto maggiormente si dilatano i fenomeni della globalizzazione selvaggia e incontrollata.
Sottolineata l’attualità della “Carta”, ne marcava i tanti aspetti della mancata attuazione, anche in ordine alle disposizioni dell’articolo 41, sul versante delle tutele sociali. Un versante, a cui da contrappunto la progressiva auto-emarginazione dello Stato da settori strategici e vitali per l’economia nazionale; un processo di arretramento pericoloso per gli equilibri sociali. E sul punto Raffaele Lieto evidenziava il ruolo che spetta all’intero comparto manifatturiero per l’economia italiana. E’ un comparto strategico, che costituisce la principale base di quell’economia reale che fa “funzionare” la società, innescando i circuiti virtuosi del lavoro produttivo; comparto che fa parte integrante e strutturale della storia del Bel Paese da valorizzare, promuovere e tutelare con politiche mirate, per poter meglio affrontare le sfide del mercato globale, senza subire i condizionamenti e le “delocalizzazioni” imposte dalle speculazioni dell’economia finanziaria verso i territori con bassi costi di lavoro, senza regole e tutele per il lavoro e i lavoratori.
Sulla centralità dell’articolo 41 per la promozione dell’iniziativa in economia si soffermava il dottor Salvatore Guerriero, già sindaco di Avella ed attuale presidente nazionale della Pmi International, la struttura di servizi e consulenza per l’imprenditoria, struttura operante in ambito italiano, con importanti rapporti verso l’estero, in particolare verso l’Africa del Nord e l’India. Sotto i riflettori, le valenze della rete delle piccole imprese, spesso ad esclusiva gestione familiare, costitutive del tessuto produttivo dei territori; piccole imprese, per le quali la piena osservanza del dettato costituzionale è in larga parte disattesa, specie nel Sud. Gli eccessi della fiscalità-locale, regionale e nazionale- i carichi oppressivi della burocratizzazione delle procedure che le imprese piccole e medie sono obbligate a seguire, per sviluppare i loro cicli produttivi- sottolineava Guerriero– sono un blocco frenante, spesso inamovibile. Se poi si aggiungono le difficoltà di accesso al credito bancario, il quadro diventa ancora più deprimente, tutt’altro che favorevole alle imprese e allo sviluppo di sistemi sinergici sui territori. Di rilievo, il capitolo-comunicazione, su cui Guerriero concentrava le proprie riflessioni;capitolo, ben strutturato nel sistema dell’informazione di Francia e Gran Bretagna a sostegno delle imprese con il supporto dell’inglese, lingua universale, che, invece, non esiste affatto nel sistema pubblico dell’informazione italiano. E la comunicazione- sottolineava- nell’internazionalizzazione dei mercati è vettore fondamentale per aprire i fronti della competitività alla pari con altri attori e soggetti d’impresa.