di Gianni Amodeo
Letture strettamente personali a casa e letture di gruppo in aula, con l’ orientamento e gli indirizzi esplicativi sul versante dei contenuti e dei significati lessicali forniti dai rispettivi gruppi di insegnanti, che hanno fatto rete sistematica con positivo spirito di collaborazione e operoso supporto di competenza, ancorati all’affidabile e conclamata deontologia professionale. Una scelta di metodo sviluppata in parallelo con gli obiettivi previsti dalla programmazione annuale, premiando le correlazioni inter–disciplinari che sono il lievito della didattica aperta. E ancora: oltre 500 testi di fluida e buona narrativa, in formato brochure, acquistati dalle famiglie per il costo unitario di una decina di euro, ch’è il prezzo equivalente di una modesta ricarica di telefonino cellulare, smartphone o tablet , reso sostenibile con il generale contributo forfettario di qualche euro prelevato dallo striminzito bilancio scolastico.
Sono, quelli evidenziati, alcuni degli ingredienti portanti nell’assetto organizzativo del Festival della Lettura, in prima edizione, indetto e organizzato dall’ Istituto comprensivo Giovanni XXIII,- diretto con operoso impegno dal professore Pasquale Napolitano -, sul quale è appena calato il sipario, coinvolgendo con ammirevole partecipazione le comunità di classe dei plessi scolastici, attivi a Baiano e Sperone. E nell’immediatezza balza in risalto a tutto tondo, la lettura delle oltre 500 opere di narrativa, compiuta nell’ arco di due settimane con le citate modalità di gruppo di progetto, emersa chiara nei riscontri di conoscenza, sviluppati ed espressi da ragazze e ragazzi nei vivaci incontri – conversazione proprio sulle trame e sui temi delle stesse opere, sia con le loro autrici, Antonella Botti e Rosa Tiziana Bruno, che con il loro autore, Luca Trapanese, e con l’attenta e discreta coordinazione della prof.ssa Raffaella Napoletano, referente dell’iniziativa.
Un dato, che, rapportato all’indice demografico delle comunità cittadine di riferimento – otto mila sono, in complesso, gli abitanti residenti a Baiano e Sperone, con tessuto urbano indistinto e uniforme – è certamente interessante e sorprendente, se si consideri che sul territorio solo da qualche anno è attiva una libreria- Mondadori, ben frequentata ad Avella. Ma è anche il dato, per quanto sia di ridotta entità in assoluto, che si carica, tuttavia, di incoraggianti valenze, se letto a fronte del più vasto contesto del Sud, in cui a stento il 15 \ 20 % della popolazione legge … un libro all‘ anno, incrociando lacune e criticità indotte dal crescente fenomeno dell’ analfabetismo di ritorno sul piano della cultura in genere, che investe persino i ceti professionali. Fattori, il limitato approccio con la lettura e l’ analfabetismo di ritorno, che condizionano e non promuovono affatto il discorso pubblico argomentato e l’elevazione dei costumi civili nel Sud, favorendo semmai la diffusione del conformistico e mutevole opinionismo – brutto termine, che serve, però, a dare il senso del concetto e l’ essenza della sua inaffidabile precarietà – innescato dal superficiale sentito dire, per essere infarcito, neanche a dirlo, dal chiacchiericcio di avventati pettegolezzi e giudizi- spazzatura.
Un successo sotto tutti i profili, la prima edizione del Festival della Lettura del Giovanni XXIII, con la tornata finale incentrata su Facciamo la pace, l’emozionante racconto di Rosa Tiziana Bruno, con protagonista Tommaso, che accompagna il padre, foto-reporter, in giro per il mondo nelle tante realtà territoriali pervase e dominate da scenari di guerre, violenze, discriminazioni. Realtà che Tommaso osserva con gli occhi del ragazzo di generosa sensibilità, affermando il valore della pace e della solidale convivenza tra i popoli, dei quali scopre costumi e usanze nella varietà di culture e civiltà, tutte degne di rispetto e ben meritevoli di riconoscimento. E’ il percorso che identifica il valore della pace nella comprensione delle ragioni dell’ altro, come nella semplice vita delle relazioni interpersonali, così, e a maggiore ragione, tra i popoli.
En passant, sarà utile ricordare che Rosa Tiziana Bruno, docente ordinaria di Materie letterarie in Istituti statali superiori, è stata insignita nel 2023 del Premio nazionale della divulgazione scientifica per la narrativa dedicata a ragazze e ragazzi, mentre nel 2021 è stata candidata per l’Italia al Premio Unesco- Japan per l’educazione alla sostenibilità. Promotrice della pedagogia ecologica, Rosa Tiziana Bruno è la direttrice artistica di Scampia storytelling, il prestigioso e rinomato Festival delle periferie, che impegna le Scuole e le giovani generazioni nella promozione della lettura. Istituito nel 2014, il Festival nell’edizione dello scorso novembre ha ampliato i propri orizzonti, superando, per la prima volta, l’ambito regionale della Campania, con la partecipazione di Istituti scolastici di Ventimiglia, Vicenza, Modena e Arezzo. Un evento di straordinaria portata culturale e grande risonanza, anche mediatica, con ragazze e ragazzi in primo piano. Una efficace modalità di servizio autentico e diretto, a sostegno della Buona Lettura.
Visto anche e soprattutto in questa luce, il Festival della Lettura del Giovanni XXIII ha davanti a sé un bel cammino da compiere. Il primo passaggio ha fatto emergere buona tenuta e forte respiro, in virtù anche dell’empatia, con cui Antonella Botti, Rosa Tiziana Bruno e Luca Trapanese hanno interagito verso le ragazze e i ragazzi con passione e nel vivo linguaggio delle loro opere, pubblicate su scala nazionale internazionale.
Un dettaglio di cronaca, meritevole di citazione. Il progetto grafico computerizzato Made I. c. Giovanni XXIII, con cui è stata realizzata, in singolare e originale espressività, la locandina di divulgazione del Festival, si deve a Filomena Napolitano, tredicenne.