di Gianni Amodeo
Garantirne la regolarità e, nello stesso tempo, puntare sul potenziamento non solo dei servizi ferroviari dell’Eav, già Circumvesuviana, con la realizzazione del doppio binario sulla tratta Baiano–Nola, ma anche migliorare la viabilità del centro urbano in funzione dell’ampliamento di via Luigi Napolitano, che costeggia parte della linea ferroviaria, sono le istanze poste a tema dell’agenda amministrativa, su cui il civico consesso dell’Ente di corso Garibaldi è chiamato a pronunciarsi con i conseguenti atti deliberativi nelle prossime sedute; istanze tematiche illustrate e argomentate in articolate ed esaustive mozioni, presentate nella recente seduta consiliare e sottoscritte da Emanuele Litto, Gianpaolo Petrillo e Stefano Lieto che formano il gruppo di minoranza “ Io ci credo”.
L’obiettivo del doppio binario corrisponde all’esigenza di accelerare i tempi di percorrenza sulla tratta sotto i riflettori che si sviluppa per 10 chilometri, saldandola al doppio binario già operativo sulla tratta Saviano \ Scisciano– Pomigliano d’Arco– Napoli. Una saldatura che, a sua volta, determinerebbe- per meno di 38 chilometri- i tempi di percorrenza di 40’ \ 45’ tra le stazioni terminali della linea ferroviaria della Napoli–Nola–Baiano progettata e realizzata nel 1884 da Le chemin de fer, società anonima costituita con capitali di imprenditori belgi. Ed è’ la storica linea, da cui sarebbe gemmata ed ampliata per gradi l’ intera rete del trasporto pubblico locale su ferro a servizio dell’area vesuviana interna e dell’asse Torre Annunziata– Torre del Greco– Castellamare di Stabia – Pompei – Sorrento, con la penetrazione di servizi capillari verso l’area salernitana – Sarno e Scafati– e verso l’area dei Comuni dell’Alto Clanio, Avella, Sperone e Baiano, in provincia di Avellino. Una rete che nel 1926 fece registrare un’utenza complessiva di mobilità pari a sei milioni di viaggiatori; un trend confermato e incrementato nei tempi del secondo dopo-guerra mondiale con medie annue di utenza generale per dieci milioni di viaggiatori. Dati che comprovano la portata sociale della rete ferroviaria Circum\Eav, a cui negli anni ‘60 s’accompagnò la motorizzazione di massa della società del benessere nello scenario del boom economico nazionale. Ma questa è un’altra storia.
Di certo, con lo sviluppo favorito dalla conformazione largamente pianeggiante del territorio, la rete ferroviaria della Circum esercita da oltre un secolo – prima con convogli viaggianti a scartamento ridotto e poi con l’elettrificazione completa già all’inizio del ‘900 – una funzione di considerevole rilevanza a supporto della variegata ed estesa gamma di relazioni socio-culturali, economiche e industriali da cui è connotata la “naturale” interazione geo-fisica tra la città capoluogo regionale e i territori che le fanno corona. E’ l’interazione che corrisponde ad una sostanziale diffusa conurbazione, in cui si concentra la piattaforma di oltre il 50 % del sistema produttivo della Campania, di cui proprio la rete dell’Eav è stato basilare fattore infrastrutturale soprattutto fino agli anni ’70 del secolo scorso, quando ancora reggeva in pieno il tessuto dell’apparato produttivo e industriale di Napoli e del suo hinterland. E’ un ruolo infrastrutturale di primario rilievo per la mobilità pubblica, quello che la rete dell’ Eav – tuttora e al netto dei disservizi– è in grado di assolvere ed esercitare compiutamente, anche se in misura diversa per le trasformazioni intervenute nel sistema sociale del territorio, specie per la crescita del Turismo sociale e culturale, importante leva economica con ritorni occupazionali in costante espansione nell’ultimo decennio.
In questo quadro va considerato che la rete dell’ Eav si ramifica a raggiera su sette linee con 97 stazioni e per 142 chilometri. Una realtà, il cui assetto societario è passato da Le Chemin de fer all’anonima Strade ferrate secondarie meridionali e alla Circumvesuviana – società a gestione privatistica in grado di fornire costanti e cospicui dividendi azionari a fronte di investimenti contenuti, garantendo altresì congrue retribuzioni stipendiali per i dipendenti migliori di quelle percepite dai dipendenti delle Ferrovie di Stato- fino al 1987, quando è entrata in vigore la legislazione sulle ferrovie locali cedute alle Regioni. E nella fattispecie seguono vari cambiamenti di assetto societario che coincidono con la costituzione della Circumvesuviana s.r.l. e conclusi nel 2003 con l’avvento dell’holding Ente autonomo Volturno, di cui è socio unico la Regione–Campania.
Il rilancio del servizio di mobilità pubblico e il doppio binario
La mozione siglata dal gruppo “Io ci credo” propone al Sindaco, alla Giunta e al Consiglio comunale di dichiarare lo storico ruolo sociale della tratta Baiano–Nola, funzionale alla mobilità pubblica su ferro di tutti i Comuni dell’ex area mandamentale; ruolo da migliorare, garantendo la regolarità dei servizi, e da valorizzare con il doppio binario. Una prospettiva, per la quale si sollecitano la messa in atto di tutte le iniziative ritenute idonee per l’attuazione degli obiettivi prospettati, sia nell’ambito dell’Eav che nelle sedi istituzionali della Regione – Campania.
Dato di riferimento della mozione è il deliberato della Giunta regionale del 3 maggio del 2016, con cui viene disegnato il vasto programma di interventi per riqualificare l’intera operatività della rete dell’Eav, incluso il miglioramento della ricettività delle stazioni e prendendo atto del generale calo del movimento-viaggiatori su tutte le tratte servite, nessuna delle quali costituisce il cosiddetto “ramo secco”, ma da mettere in valore. Un’oggettiva constatazione, per la quale il deliberato della Giunta di palazzo Santa Lucia fissa lo stanziamento di 42 milioni di euro proprio per interventi da eseguire sulla tratta Nola–Baiano, destinandone 32 alla riqualificazione e al restyling della stazione della città bruniana e 10 sia alla messa in sicurezza che all’abolizione dei passaggi a livello causa dei rallentamenti dei transiti dei convogli.
Come dire che nella programmazione regionale l’efficienza e la funzionalità della tratta in esame sono un impegno da osservare, per dare credibilità alle politiche sociali per la mobilità sostenibile, qual è quella su ferro . E la mozione di “Io ci credo” proponendo l’allestimento del doppio binario disegna una novità che va nella stessa direzione del potenziamento dei servizi dell’Eav sul piano della qualità e della rapida percorrenza che sono gli unici ed esclusivi fattori in grado di recuperare ai servizi di trasporto pubblico significative fasce d’utenza. La mozione va anche oltre, perché inquadra la sua istanza nei servizi dell’ Alta velocità che già fanno capo alla stazione di Afragola e alla stazione di Cancello.
E’ una scelta di sicuro valore politico, quella delineata dalla mozione. Ma è anche una scelta che può essere condotta positivamente in porto, se si concretizzeranno le dovute sinergie tra le amministrazioni comunali dell’ Unione dell’Alto Clanio e quelle di Roccarainola, Cicciano, Camposano, Cimitile e Nola, le cui comunità possono ben fruire del doppio binario.
E’ una scelta che in altri contesti sarebbe di assoluta e concreta ovvietà, al limite della scontata banalità. E vale ricordare, tanto per dire, che nei nostri giorni gli 82 chilometri di collegamento tra Brescia e Milano si percorrono in treno in mezz’ora, mentre i 38 chilometri della Baiano – Nola – Napoli si percorrono in oltre un’ora, salvo improvvisate abolizioni di corse, disservizi di vario genere o scioperi. L’arretratezza del Sud è anche in questi dettagli di spicciola quotidianità. D’altro canto, Milano per l’assoluta caratura di efficienza e modernizzazione post-industriale non ha bisogno di presentazione, mentre Brescia è appena-appena la città che fa registrare la Crescita–record in tutta l’Europa comunitaria sui versanti della produttività e dell’economia industriale; è la Crescita–record, in cui gioca anche un ruolo decisivo l’alto tasso d’integrazione degli immigrati nel sistema-lavoro dell’eccellente imprenditoria, oltre che nei costumi civili e culturali del territorio della “Leonessa”. E’ il classico miracolo all’italiana, ben raccontato dal reportage di Michele Masneri pubblicato il 15 aprile da Il Foglio. Ma è anche e soprattutto il miracolo all’italiana, che sfugge alla generale narrazione del circuito dell’informazione di questi tempi, ma che, al contempo, dà una rigorosa … lezione sul “che fare” per fronteggiare la perdurante stagnazione economica del Bel Paese, facendo a pugni con la babele delle lingue della politica corrente, tanto più velleitaria, pretenziosa ed inconcludente quanto più è povera d’idee.
Ampliamento di via Napolitano
La mozione, con cui “Io ci credo” punta all’ampliamento di via Luigi Napolitano, focalizza un problema pluridecennale, a cui una decina d’anni fa l’amministrazione, guidata dal sindaco Carlo Mascheri, aveva dato una soluzione concreta per quanto semplice, grazie all’intesa raggiunta con l’Eav, con l’eliminazione del tronchino del binario non più funzionale nell’area della stazione terminale della Circum. Di conseguenza, l’abbattimento del muro perimetrale dell’area del tronchino avrebbe favorito l’ampliamento della sede stradale che immette nel popoloso quartiere sviluppatosi ai piedi della collina di Gesù e Maria, rendendo la stessa area utilizzabile come parcheggio-auto. Un percorso amministrativo già fatto e il progetto definito, con costi minimi ripartiti tra l’Ente di corso Garibaldi e l’Eav. Poi, la pratica-ampliamento finì in … cavalleria, per la conclusione anticipata del ciclo amministrativo. Ed ora viene rilanciata con la mozione, con cui si propone agli organi elettivi dell’ Ente di corso Garibaldi di riallacciare i rapporti con l’Eav, per verificare se sussistano tuttora le condizioni per dare alla problematica la risposta solutiva attesa da anni. Non si … parte da zero. Si tratta di capire, tuttavia, se c’è la volontà di migliorare o meno un importante settore della viabilità urbana.