di Gianni Amodeo – Foto di Antonio Guerriero e Gennaro Casoria
E’ stato attivato a metà maggio dello scorso anno, il cantiere allestito dalla rinomata Acf Restauri, società a responsabilità limitata, con sede legale ad Isernia, per la realizzazione del programma dei lavori correlati alla manutenzione straordinaria e alle coperture esterne del sacro complesso architettonico, ad unica navata e fondazione che si fa risalire al ‘500, dedicato al culto della Santa Croce; programma ripreso oltre un mese fa, dopo una lunga fase d’interruzione, seguita agli interventi di demolizione delle parti murarie in pietra tufacea e materiali misti ormai fatiscenti e collassate, non risultando, tuttavia, compromesse irreversibilmente le condizioni di staticità dell’intero impianto e della bella torre campanaria che s’affacciano su corso Garibaldi nel centro storico cittadino, con l’ampio Sagrato dalla pregiata e caratteristica pavimentazione con rettangolari lastre di bianca pietra vulcanica. E con la ri-apertura del cantiere si va verso la conclusione dei lavori del prospetto programmatico, la cui progettazione esecutiva – affidata all’Ufficio tecnico comunale- si deve all’architetto Arturo Graziano, con la consulenza dell’architetto Luigi Autiero.
L’impulso di accelerazione, con turni dei lavoro anche serali alla luce di potenti torce elettriche, si registra proprio in questi giorni con la delicata e impegnativa messa in opera d’ancoraggio per le sette capriate lignee, che, connesse, faranno di supporto alla copertura in tegole della volta della Chiesa, completando e integrando le opere di restauro eseguite sulle pareti, in tutt’uno con il ripristino funzionali delle pluviali. Un intervento di valenza tecnica significativo, che con il rifacimento della copertura, ha incluso il recupero della sala esterna estesa poco meno di 100 metri quadrati retrostante l’abside del sacro edificio. Una sala diroccata e senza tetto, che è stata la sede destinata alla secolare Congrega della Carità, impegnata in opere d’interesse sociale specie nell’Ottocento; Congrega, di cui, a loro volta e fino agli anni ‘50 sono state un’articolazione dedita alle pratiche di culto devozionale, le Addoloratine con la partecipazione alle processioni delle ritualità religiose e alle onoranze funebri.
Il programma dei lavori in fase di completamento segna l’epilogo dell’iter iniziato oltre dieci anni fa, sotto gli auspici dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Carlo Mascheri, nel recepire e fare proprie le istanze della comunità cittadina e del parroco don Fiorelmo Cennamo, a fronte del degrado, in cui la Chiesa di Santa Croce versava anche e soprattutto per le infiltrazioni d’acqua e umidità diffusa, da cui veniva costantemente aggredita, nonostante il rifacimento del tetto, realizzato negli anni ’80 nell’ambito dei lavori del dopo-sisma, rischiando di compromettere persino la generale tenuta dell’intero complesso architettonico ch’è parte integrante del patrimonio comunale, testimonianza delle donazioni e dell’ attiva generosità dell’intera comunità nel corso dei tempi. Una condizione non più sostenibile, che, in particolare, esponeva a gravi situazioni di rischio i fedeli, tanto da renderne di fatto e necessaria l’interdizione al culto.
Determinante nell’operazione di recupero e restauro del complesso della Chiesa di Santa Croce, non solo si innesta l’azione di continuità sviluppata dalle amministrazioni, guidate dai sindaci Carlo Mascheri e Enrico Montanaro, ma anche il sollecito e fattivo operato del compianto on.le Pietro Foglia, presidente del Consiglio regionale della Campania; operato tradottosi nell’acquisizione, a favore dell’amministrazione, del finanziamento di oltre 400 mila euro, concesso da Palazzo Santa Lucia, con facoltà di spendibilità immediata, per finanziare la realizzazione nel tempo più breve possibile del progetto da mettere in atto, a tutela e salvaguardia della Chiesa Madre di Santa Croce e dei valori d’identità storica che rappresenta. E dall’aggiudicazione definitiva della gara d’appalto all’ Acf Restauri– esperita dalla Centrale unica di committenza, che fa capo alla Comunità Montana del Partenio e Vallo di Lauro– ad oggi sono trascorsi circa tre anni. Meglio tardi che mai. E va da sé che, allo stato presente, già si squaderna l’agenda del reperimento di risorse, per rimettere in sesto l’intero apparato “interno” della Chiesa, con la sistemazione degli altari, dei marmi, stucchi e decori, la pavimentazione e via seguendo; un’agenda, che contempla, noblesse oblige, la piena funzionalità degli ambienti della Torre e il restyling del Sagrato con il ripristino delle edicole laterali, in cui un tempo erano collocate le stilizzate figurazioni in ferro dei simboli della venerazione della Santa Croce, alfa e omega delle tradizionali celebrazioni dei riti pubblici della Via Crucis lungo le strade cittadine, in ricorrenza della Santa Pasqua della Redenzione; e la gran parte dei reperti e dei residuati delle figurazioni è raccolta nell’atrio che immette nella Torre campanaria. E con il restyling del Sagrato e delle sue artistiche stilizzazioni della venerazione verso la Santa Croce, va posto sotto tutela la lunga cancellata, preziosa opera di fabbri-artigiani locali.
E’ la “nuova” agenda da realizzare, per restituire alla comunità cittadina nella ritrovata integrità fisico-spaziale il complesso della Chiesa Madre, luogo di fede e raccoglimento meditativo, nelle cui pietre parlano interessanti testimonianze di storia locale.