di Gianni Amodeo
Brillante, con tratti di briosa leggerezza, che l’hanno resa del tutto interessante convincente, pur calibrata su una tematica complessa sia sul piano concettuale e di linguaggio specifico, la conversazione sviluppata dal presidente del Tribunale amministrativo regionale della Puglia, il dottor Angelo Scafuri, per il Viaggio nella Costituzione, il proficuo e qualificato progetto di divulgazione culturale – in atto dalla primavera dello scorso anno- promosso ed organizzato dal Circolo L’Incontro con l’obiettivo primario di diffondere le istanze e i principi dell’esercizio della cittadinanza attiva e responsabile, di cui la conoscenza e l’osservanza della “Carta” del 1948 sono i capisaldi della democrazia plurale e della società coesa nelle libertà civili, politiche ed economiche orientate allo sviluppo del Bene comune. E non è un caso- si noterà en passant- che nella riforma del modello di esame di Stato per la Maturità in vigore dal 19 giugno prossimo non solo è configurato il colloquio orale pluridisciplinare e sui dati dei reali percorsi virtuosi compiuti nell’alternanza scuola–lavoro, ma sono inserite anche le tematiche proprie della Cittadinanza e della Carta costituzionale.
Sotto i riflettori nei locali del sodalizio di via Napolitano per il primo appuntamento del Viaggio nell’anno appena iniziato, il sistema costituzionale di giustizia con riguardo particolare per quella amministrativa, con la coordinazione dell’avvocatessa Giusy De Laurentiis, mentre la lettura delle norme costituzionali e delle leggi che disegnano la giurisdizione amministrativa era curata dall’avvocatessa Alessandra Scafuri. Un approccio articolato e snello, che l’illustre magistrato faceva scaturire dal concetto e dal valore della giustizia, resa nei distinti ambiti giurisdizionali quale servizio e funzione dello Stato, presidio della società e garante dei diritti e dei doveri dei cittadini; giustizia, che coniuga legalità ed equità, elementi e fattori basilari della civile e ordinata convivenza. Su queste premesse il presidente Scafuri delineava le coordinate del sistema costituzionale nelle articolazioni delle giurisdizioni ordinarie di profilo civilistico e penalistico e delle giurisdizioni specializzate costituzionalizzate, a cui afferiscono i Tribunali amministrativi regionali e il Consiglio di Stato, la Corte dei Conti, i Tribunali militari, oltre che le giurisdizioni specializzate non costituzionalizzate, come quelle del Tribunale superiore delle acque e dei commissari per la liquidazione degli usi civici. Un’architettura che connota l’assetto dello Stato di diritto nell’amministrazione della giustizia– evidenziava- che si connette alla concezione e alla prassi dello Stato moderno strutturato secondo i principi del bilanciamento e dell’equilibrio dei poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario, elaborati e propugnati da Montesquieu.
Un passaggio significativo delle argomentazioni proposte dal magistrato, era correlato alla distinzione tra diritti soggettivi e interessi legittimi; distinzione essenziale per inquadrare l’ambito della giurisdizione amministrativa funzionale ,in sostanza, alla tutela degli interessi legittimi dei cittadini verso il potere pubblico e le amministrazioni degli Enti locali. Una funzione ed un servizio che gli organi della giurisdizione amministrativa sono chiamati a garantire in forma di controllo di legalità, per dir così, nei confronti delle pubbliche amministrazioni rispetto all’esercizio dei poteri discrezionali con cui assolvono le loro competenze. In questo quadro si colloca la figura del giudice amministrativo, magistrato “al servizio della legge – e non certo un burocrate – la cui azione invade il campo del potere pubblico, bloccando opere e appalti indetti dalle amministrazioni ”, sottolineava il presidente Scafuri. In realtà, chiariva, la sfera dell’intervento pubblico è tanto capillare e diffusamente ampia, al punto da rendere per nulla gradito dal potere pubblico quello ch’è semplicemente il ruolo di sindacato che la legge conferisce al giudice amministrativo.
Altre argomentazioni prospettate da Scafuri, quelle relative sui tempi dei procedimenti che non possono trascinarsi nella lunga ed irragionevole durata, così accade oggi specie sul versante civilistico, e sull’importanza delle pronunce di sentenza che scaturiscano dalla collegialità dei giudici; collegialità, che è per se stessa un fattore di garanzia e di tutela per le parti. E’ la collegialità che può permettere e favorire una più attenta ed esaustiva ricognizione degli atti su cui ruota la materia dei procedimenti \ processi; ricognizione che il giudice monocratico, in genere ed oggettivamente, non assicura né garantisce per l’unilateralità dei convincimenti e di giudizio a cui può soggiacere. Argomentazioni- queste- sulle quali era di qualificato livello il contributo di analisi e di competenza tecnico-professionale fornito dall’avvocato Mario Colucci, dal dottor Antonio Tulino e dall’avvocatessa Nunzia Coppola.