Egregia Presidente,
mi chiamo Alessandra e sono una tifosa di basket, in particolare della mia squadra, la Scandone di Avellino. Le scrivo queste righe perchè ho sempre creduto nella potenza dei rapporti umani. Tutto ciò che ho fatto nella vita è imperniato su questo, sono sempre andata avanti con le mie sole forze e quando ho incrociato persone di grande spessore ci siamo sempre compresi. Il basket quest’anno mi ha in qualche modo salvata, non entro nei dettagli ma La prego di credermi. Tra poco inizieranno i playoff. A me, come a tanti altri tifosi di svariate squadre, piacerebbe poter godere di questo spettacolo emozionante ma in alcuni campi, come quello di Reggio Emilia, questo non è possibile. Ho letto il regolamento e so che il 10 per cento dei posti complessivi va riservato ai tifosi ospiti ( par.4.3). Non consentirlo non solo è contro le regole della Federazione, ma è soprattutto un atteggiamento antisportivo. Lo sport è competizione, gioia, condivisione, vita. Ho sentito parlare di requisiti minimi di sicurezza, però quei posti sono occupati dai vostri tifosi, il numero complessivo dunque è lo stesso. Tra l’altro volevo rassicurarla, noi tifosi non siamo bestie feroci, siamo esseri umani, madri, padri, figli, fidanzate, amici. La legge non dovrebbe essere uguale per tutti? Mi rendo conto che certe strutture non siano enormi e che si voglia garantire ai cittadini di poter sostenere la propria squadra, ma tutti hanno il diritto di tifare per i propri ragazzi. I 50 posti per gli ospiti di Reggio sono veramente pochi, uno scherzo direi. Noi accogliamo tutti, accoglieremo voi e vorremmo essere accolti. Così vengono a mancare i colori dello sport e non è giusto, nè è un bel messaggio per chi ama il basket. Mi auguro che Lei, che ha il potere di cambiare le cose, intervenga. Glielo chiedo a mio nome, col solo potere delle mie parole e del mio amore, semplicemente perché per me il basket è una gioia immensa. E penso di poter parlare anche a nome dei tanti tifosi italiani che investono tempo e denaro per poter vivere queste emozioni, pure nelle sconfitte. Mi permetto di aggiungere che in questo momento così difficile per la nostra squadra, dopo l’atroce lutto che sta vivendo Joe Ragland, sarebbe un atto vero di fair play consentirci di poter essere vicino ai ragazzi in un grande abbraccio. Una squadra è una famiglia, nella gioia e nel dolore. E’un fatto di amore, che prescinde da tutto, perciò noi saremo là fuori. Mi auguro di incontrarla, anche se Lei verrà ad Avellino. La ringrazio per l’attenzione e Le porgo i miei più cordiali saluti.
Alessandra Mariani