Il capolavoro teatrale di Jean Genet, per la regia di Veronica Cruciani. Tournèe nazionale, con esordio al Teatro dell’Arena del Sole, a Bologna. Le Serve in scena con Eva Robin’s, Beatrice Vecchione e Matilde Vigna
di Gianni Amodeo
Dal primo al quattro febbraio, prenderà avvio nello spazio scenico dell’Arena del Sole, a Bologna, la tournèe nazionale incentrata sulla messa-in-scena de Le serve, opera del drammaturgo Jean Genet e capolavoro del teatro dell’assurdo, che racconta lo sfibrarsi della condizione umana in mille laceranti contraddizioni e tormentose inquietudini, alla luce dell’interessante e duttile testimonianza espressa al meglio della compiutezza nella versione di regia e di adattamento che si deve a Veronica Cruciani. Una sequenza di spettacoli, per segnare l’esordio di uno dei più attesi e significativi eventi del panorama teatrale che in questo scorcio del 2024 sarà proposto ai pubblici di Bolzano, Merano, Vicenza, San Marino, Valenza, Osoppo, Torino, Milano, Tempio Pausania, Ozieri, Carbonia, Bellinzona in Svizzera, Pescara, con epilogo il 27 aprile, nello splendido gioiello architettonico e di accoglienza, qual è l’Auditorium comunale di Polistena,in provincia di Reggio Calabria.
Ambizioni che si rivelano evanescenti velleità, emozioni che alimentano paure, fragilità che si traducono in ripiegamenti esistenziali e in fuga dal proprio essere, ma anche e soprattutto le complessità e le mutevoli sfaccettature, con cui si manifesta a tutto tondo o con intricanti meccanismi di persuasione, tanto per dire, il potere del genere, senza dire dell’impennarsi nelle spirali della devianza psichica: sono alcuni dei temi pregnanti che scorrono nell’impianto del testo in lingua francese di Jean Genet, tradotto da Monica Capuani, con incisiva e nitida aderenza filologica, che fa cogliere tutte le sfumature espressive delle protagoniste della dramma. Una rappresentazione che vive nella multilateralità dei rapporti intercorrenti tra la Madame, la Padrona, interpretata da Eva Robin’s, icona pop del trans gender,- sul cui vissuto artistico e culturale, oltre che personale, domenica scorsa il Corriere della Sera ha pubblicato un’articolata intervista a 360°-, e les bonnes, le Serve, Solange e Clare, interpretate da Beatrice Vecchione e Matilde Vigna. Una multilateralità di rapporti, quella che vivono la Madame e les bonnes, in cui l’autenticità e la sincerità dei sentimenti sono più apparenti che reali, con parole che si rincorrono nel complicato gioco ad incastro, realizzato dalle Serve nell’alternarsi di atteggiamenti psicologici e comportamenti effettivi, che dall’adorazione e rigorosa obbedienza passano senza alcun scrupolo e dubbio alla violenza e alle plateali offese di rivolta verso la Padrona.
Al di là dell’intrinseca e importante caratura culturale della tournèe, merita rilievo il considerevole profilo artistico che ormai connota Beatrice Vecchione, la ragazza del Sud, diventata versatile interprete nella Scuola d’Alta formazione del Teatro stabile di Torino, nella cui direzione si sono susseguiti personalità del Gotha del teatro italiano, come Mattone e Muscato, attualmente affidata a Valter Malosti. Una scelta di vita, compiuta senza alcun indugio e riserva, appena concluso il ciclo di studi nel Liceo classico Giosuè Carducci, a Nola. Un solido background, alimentato e pervaso dalla passione per la cultura umanistica e dagli interessi di studio approfonditi sulle opere di autori classicheggianti e, in particolare, di Shakespeare. E’ un percorso corroborato dai notevoli consensi di critica e pubblico, riconosciuti con pieni merito alle performance fornite in tutti questi anni da Beatrice Vecchione, che conserva e mantiene il suo caldo rapporto con il territorio dell’Unione intercomunale della Valle dell’Alto Clanio, segnatamente con il Giovanni XXIII, l‘Istituto scolastico, in cui ha vissuto, nei plessi di Sperone e Baiano, le prime esperienze di attrice … in erba. Un legame, che Beatrice Vecchione cura con il garbo e l’affabilità che le sono peculiari, ma anche con spiccata sensibilità sociale. Una prospettiva, quella della sensibilità sociale, che pose in particolare risalto nel Focus di cui fu … protagonista,- ed era appena reduce da una tournèe in Cina-, il 27 febbraio del 2017, nei locali del Circolo L’ Incontro, calibrato sul rapporto tra teatro e animazione culturale sul territorio. Al Focus parteciparono Franco Scotto, di Proteatro, Riccardo D’Avanzo, dell’Associazione Mela, Salvatore Sgambati, dei Sognattori, e il compianto Carmine Festa, animatore della compagnia Zigo – Zago. Si fece il … punto sulla funzione d’animazione per le comunità locali che veniva già svolgendo con sicure ricadute positive, il Teatro comunale Biancardi, ad Avella, e sulle prospettive che venivano dischiudendosi al suo orizzonte. Poi, sono arrivati gli anni dell’emergenza Covid–19 e del suo superamento, coincidendo con la piena attivazione del Colosseo, a Baiano. Una fase nuova e incoraggiante s’è aperta, con interessanti riscontri; una fase che fa risaltare interessanti aperture nel concorrere ad elevare la qualità del vivere delle comunità locali, all’insegna delle buone programmazioni messe in atto nelle due strutture nel biennio 2022\ 23.
Le affermazioni di Beatrice Vecchione le fanno da viatico più che favorevole e propizio.