Una bambina porta il proprio cagnolino a spasso. Camminano tranquilli, lungo una strada residenziale di un quartiere benestante di Chicago. Ma appena la bambina rientra a casa, si sentono sirene della polizia, e una volante si ferma davanti a casa sua. La mamma, spaventata, risponde alla porta immaginando chissà che.
E’ stata una vicina a chiamare le forze dell’ordine. Ha visto una bambina di «età probabilmente sotto i cinque anni» sola per strada con il cane e ha deciso che qualche mamma snaturata la stava esponendo a terribili rischi. A Corey Widen che apre la porta, il poliziotto chiede subito: «Lei ha una bambina di età inferiore ai cinque anni?» «No, Dorothy ne ha otto» risponde lei.
Nonostante sia evidente che la bambina non è un’infantolina incapace, ma una bimbetta matura e sveglia, la polizia entra in casa e fa un sacco di domande. La mamma spiega che vuole seguire il movimento che propone di crescere i bambini “free range” e quindi sta cercando di abituare Dorothy ad avere più responsabilità e a fare qualche commissione da sola (anche se in realtà la seguiva con gli occhi dalle finestre del piano superiore della loro casa). «Abbiamo preso il cane con l’impegno che tutti lo avrebbero portato fuori a fare i suoi bisogni, e Dorothy pure deve farlo» ha spiegato la signora Widen.
A quel punto l’incidente appariva chiuso. I due poliziotti hanno girellato un po’ per la casa, hanno capito che si trattava di una famiglia affidabile, e che la bambina era ben accudita e seguita, e se ne sono andati.
E invece poco dopo ecco arrivare gli assistenti sociali della contea. La vicina di casa evidentemente aveva giudicato che la polizia era stata troppo indulgente e si era rivolta a Dipartimento Servizi Sociali. E la povera mamma che aveva osato mandare la figlia a passeggiare il cane sotto casa è stata oggetto di controlli degni di uno spacciatore di eroina: il dipartimento ha interrogato non solo la bambina e i vicini, ma anche i familiari della signora, i suoi amici, e perfino gli insegnanti e il pediatra che segue Dorothy.
La signora ha dovuto assumere un avvocato, prima che il Dipartimento chiudesse il caso, riconoscendo che non era successo nulla e che la bambina non era stata esposta a rischi.
Non è la prima volta che una mamma americana cade vittima di un simile imbroglio, senza essere davvero colpevole. L’anno scorso la signora Maisha Joefield si è vista la figlia sottratta per varie settimane per un assurdo incidente: Maisha l’aveva messa a letto, e aveva chiuso la porta, e si era infilata nella vasca da bagno, prima di andare a letto anche lei. Ma la bimbetta si era alzata, aveva aperto la porta di casa ed era uscita, evidentemente con l’intenzione di raggiungere la casa della nonna, lì vicino. Non è successo nulla, grazie a Dio, tranne che la polizia ha messo Maisha in prigione per una settimana, incriminandola per aver esposto la figlia a pericoli, e ha messo la bambina in affidamento temporaneo.