Blitz contro la fazione Schiavone del clan dei Casalesi, a Casal di Principe, dove circa 200 militari stanno eseguendo 40 arresti. Tra i destinatari figurano anche Carmine e Nicola Schiavone, figli dell’ex boss Francesco, soprannominato Sandokan. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Caserta, Napoli, Avellino, Benevento, Terni, L’Aquila, Lecce, Cosenza, Cuneo, Prato, Frosinone, Trapani e Taranto. Tra le accuse ipotizzate: associazione per delinquere, estorsioni, detenzioni di armi e ricettazione, reati tutti aggravati dal metodo mafioso. I carabinieri hanno anche proceduto al sequestro di numerose armi, tra cui due kalashnikov, un fucile d’assalto, due fucili a pompa, una mitragliatrice e quattro pistole. Le indagini hanno inoltre appurato che il gruppo camorristico capeggiato da Carmine Schiavone aveva costituito “una cassa comune” per il pagamento degli stipendi agli affiliati finiti in carcere, sia della propria fazione sia dei gruppi Zagaria e Iovine, sempre del clan dei Casalesi. Lo “stipendio mesile” per i camorristi detenuti andava dai 1.500 ai 2.500 euro, pagati con il provento di estorsioni su attività private e lavori pubblici. La scoperta è avvenuta grazie al sequestro dei libri contabili dell’organizzazione, sui quali venivano appunto annotati i nomi degli affiliati che percepivano gli stipendi e quelli dei soggetti sottoposti a estorsione. L’esame del materiale cartaceo, sottoposto a perizie grafiche eseguite dagli esperti del Ris, ha anche offerto importanti riscontri alle rivelazioni fatte in precedenza da collaboratori di giustizia, come hanno sottolineato il procuratore Giovanni Colangelo, il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e il colonnello Giancarlo Scafuri, comandante provinciale dei carabinieri di Caserta, nel corso della conferenza stampa che ha illustrato l’operazione.