L’agroalimentare è sempre più nel mirino della criminalità organizzata. L’ultimo blitz a Napoli da parte di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Gico della Guardia di Finanza ha scoperto un giro d’affari legato alla commercializzazione del pane. Una vicenda che evidenzia quanto la longa manus della camorra si sposti ovunque ci sia possibilità di business. A rimetterci sono sempre gli agricoltori, che vedono mortificati i prezzi di produzione del grano con aumenti che arrivano al 950% dal campo alla tavola. I sequestri nazionali di farina pane e pasta adulterati o contraffatti hanno raggiunto il valore di 49,7 milioni di euro nel 2015.
Ma esistono in Campania casi virtuosi da prendere ad esempio. “Nella nostra regione – spiega Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale – c’è un caso emblematico di filiera corta nella cerealicoltura. Agricoltori e industria agroalimentare collaborano nella produzione di pasta di alta qualità, grazie al recupero di una varietà antica come il grano Aureo. Presso lo stabilimento Voiello di Marcianise, di proprietà della Barilla, si produce una linea fatta con grano Aureo coltivato in Campania e altre tre regioni. La quantità di proteine contenute è tale da competere con il grano nord americano usato in precedenza. La pasta ha il 14,5% di proteine, un valore nettamente superiore rispetto al 10,5 – 12% di altri prodotti fatti con semole importate. La qualità produttiva e la filiera corta rappresentano il vero argine contro le speculazioni di qualunque tipo, garantendo un’economia basata su legalità e salubrità”.