di Antonio Fusco
Nella chiesa bolognese di San Giorgio in Poggiale, ubicata in Via Nazario Sauro 25, oggi sconsacrata e sede della Biblioteca di Arte e Storia, ha trovato una degna e prestigiosa collocazione una rilevante creazione plastica dell’artista Claudio Parmiggiani, (Nato a Luzzara, Reggio Emilia, nel 1943 si pone come una delle figure italiane più prestigiose del quadro artistico internazionale del secondo dopoguerra. Nelle sue creazioni si avvale sia dell’arte povera sia di quella concettuale, con esiti estetici personalissimi ed inconfondibili) intitolata “Campo de’ Fiori”. Nella realizzazione dell’opera, dedicata alla memoria di Giordano Bruno, l’artista utilizza ed assembla, in un discorso artistico unitario e di notevole efficacia comunicativa, materiali preesistenti: una campana con mozzo, proveniente da una chiesa siciliana, nonché una moltitudine di libri bruciacchiati, pagine residue di una biblioteca incendiata, che era in dotazione della citata chiesa di San Giorgio. I libri semicombusti, disposti in un geometrico e razionale parallelepipedo, a significare la razionalità, il libero pensiero e il rogo, sono sovrastati e dominati, quasi soffocati, dalla bronzea campana, che, da emblema comunale di Nola, dove Bruno era nato nel 1548, diviene in quest’opera il simbolo oppressivo del dogmatismo religioso di quei tempi, intransigente e violento. Nei due sintagmi figurativi il Parmiggiani ha voluto sintetizzare, l’accusa di eresia rivolta al Filosofo e le vicende processuali che il 17 febbraio del 1600 lo condussero all’epilogo del tragico rogo, allestito a Roma in Campo de’ Fiori.
A dire il vero, l’idea dei libri bruciati già era stata adottata a Nola nel 1867 dallo scultore Raffaele De Crescenzo, nella statua collocata nella piazza dedicata a Giordano Bruno; anche qui, infatti, alla base della figura marmorea, eloquenti fiamme mordaci, come unghie di fuoco, si innalzano tra i tronchi del rogo, a bruciare una pila di libri, allegoria del libero pensiero. (Rielaborazione di un testo già pubblicato su L’Impegno, anno XXXI, n. 4, settembre – ottobre 2011).