Non si ferma la scia di sangue nell’Est dell’Ucraina sconvolta ormai da mesi da un guerra senza sosta tra truppe governative di Kiev e separatisti filorussi. A Donetsk, roccaforte dei ribelli, oggi infatti nuova strage di civili a causa dei bombardamenti sulla città. Secondo fonti separatiste, un ordigno è caduto nei pressi dell’ospedale cittadino causando almeno 5 morti, oltre a numerosi feriti. Le vittime del bombardamento però porrebbero essere molte di più visto che sotto le macerie si ritiene ci siano altre persone. In seguito all’esplosione è stato distrutto anche il sistema di distribuzione elettrica e l’intero quartiere è senza energia. Sempre secondo fonti locali, i bombardamenti in città avrebbero colpito anche un edificio residenziale di 14 piani, causando morti e feriti tra i civili, e danneggiato alcune scuole e asili.
Sul fronte diplomatico intanto sia il presidente in carica dell’Osce, il ministro degli Esteri serbo Ivica Dacic, sia l’Alto Rappresentante alla Politica estera Ue, Federica Mogherini, chiedono un immediato stop alle armi per soccorrere la popolazione locale. Dacic ha chiesto una tregua temporanea di almeno tre giorni in modo da consentire, con il supporto della missione Osce, l’evacuazione della popolazione civile, ma anche la ripresa dei negoziati per giungere a un cessate il fuoco duraturo. “Mi unisco alla richiesta del Presidente dell’Osce a tutti le parti presenti dentro e attorno alla zona di Debaltseve di stabilire una tregua temporanea locale per un minimo di tre giorni, con effetto immediato” ha dichiarato Mogherini, aggiungendo: “È necessario fermare spirale crescente di violenza in Ucraina orientale. I bombardamenti dei civili, ovunque essi accadano sono una grave violazione del diritto umanitario internazionale. Le artiglierie devono essere immediatamente ritirate dalle zone residenziali. I civili devono essere in grado di lasciare la zona teatro del conflitto in modo sicuro”.