Il Bullismo, quanto il Femminicidio si è calcificato nella nostra società. A mio avviso, così come è errato definire il femminicidio un delitto passionale, poiché la passione quella benigna e cioè vera non può portare ad uccidere, così è importante ricordare che il bullismo non è né uno scherzo, come spesso si dice per smorzarne la gravità, né un conflitto tra coetanei. Il bullismo non è uno scherzo perché in quest’ultimo l’intento è quello di divertirsi insieme non di ferire l’altro e non è un conflitto tra coetanei perché non si limita ad un solo episodio, che può capitare a chiunque nell’ambito di una relazione paritaria tra i ragazzi coinvolti, ma si riferisce ad azioni di sistematica prevaricazione e sopruso messe in atto volontariamente da un soggetto (o più) definito “bullo” nei confronti di un altro soggetto, percepito come più debole, la vittima. Gli studiosi hanno distinto più tipi di bullismo: – bullismo diretto (comprende attacchi espliciti fisici o verbali) – bullismo indiretto (che danneggia la vittima nelle sue relazioni sociali attraverso l’esclusione dal gruppo, la diffusione di pettegolezzi o il danneggiamento dei suoi rapporti di amicizia) -cyber -bullismo (quando le azioni di bullismo si verificano via telematica) La protagonista di oggi ha “familiarizzato” con tutte e tre le specie. Lei è Enrica Ilari di Arcinazzo romano (RM) e ha deciso di rilasciare un’intervista per la redazione di “Bassa Irpinia” e per la mia rubrica “Io dico Stop”. L’intervista è riportata qui di seguito.
Quanti anni hai e cosa fai nella vita? Ho 19 anni e studio Psicologia all’Università. Quanti anni avevi quando sei stata per la prima volta vittima di bullismo? In cosa consistevano i soprusi? Chi erano i tuoi bulli? Avevo 11-12 anni. Ero alle medie, in una classe poco numerosa e i “carnefici” erano i miei compagni di classe. Presto me li sono ritrovata tutti contro maschi e femmine. Da parte dei maschi subivo anche “bullismo fisico” schiaffi, pugni, una volta arrivarono a spingermi con violenza contro il muro spigandomi un polso per poi dare la colpa ad un mio compagno diversamente abile anche lui vittima delle loro angherie. Dalle ragazze subivo il tipico “bullismo femminile” quindi diffusione di pettegolezzi, esclusione e prese in giro sul mio aspetto fisico la i professori e la preside non hanno fatto niente per stoppare tutto ciò, anzi, nonostante le lamentele di mia madre, arrivarono a costringermi a dire che il responsabile del mio polso slogato fosse stato il mio compagno diversamente abile e pertanto non punibile. Al liceo la situazione è cambiata dal punto di vista fisico, cioè non venivo più picchiata ma è peggiorato dal punto di vista psicologico. Una ragazza creò un profilo Facebook falso, fingendosi un mio ammiratore e tentò di attirarmi in un bosco per farmi chissà che cosa.”
Su quale lato del tuo aspetto fisico o caratteriale si erano appoggiati? Innanzitutto le ragazze erano solite chiamarmi “grasse” e questo mi ha provocato un disturbo alimentare: anoressia che non sono riuscita a curare completamente. In più, tutti quanti prendevano in giro la mia goffaggine, la mia timidezza e il mio essere un ” topo da biblioteca”.
Tu, come reagivi? Io tendevo a non reagire molto, poiché quando c’ho provato è sempre finita male: una volta per aver reagito mi sono beccata un pugno in testa.
Tu che rapporto avevi con te stessa? Credevi che quelle offese erano vere? Purtroppo, si credevo alla maggior parte di quelle offese e le assimilavo in modo inconscio alternando momenti di totale apatia a momenti di timore: avevo paura di stare in mezzo a chiunque fosse un mio coetaneo. Con la tua famiglia ne parlavi? Si, anche se dai miei non mi sentivo capita o forse ero io a non sapermi spiegare. Chi ti ha aiutato a superare questo? Il mio ragazzo e la mia migliore amica che mi hanno fatto sperare di poter essere in grado di costituire rapporti in cui valgo qualcosa anche io anziché essere sempre considerata la pecora nera indesiderata e scansata da tutti.
Spesso si dice che il bullo è una persona debole, con un vissuto familiare complesso e pertanto reagisce così, sei d’accordo? Mi dispiace ma non sono molto d’accordo. Comprendo che alcuni bulli possano abitare in famiglie dove ci sono grossi problemi e questo può incidere sul loro sviluppo però io non ne ho mai incontrato uno in questa situazione. I miei bulli non avevano alle spalle tossicodipendenti, criminali o altro anzi erano definiti ” ragazzi di buona famiglia.
Te li porti ancora dietro i segni del Bullismo? In tenera età il bullismo gioca un ruolo fondamentale sulla formazione del carattere ed io ancora oggi non riesco a relazionarmi con gli altri per non contare i disturbi alimentari per cui sto ancora lottando
Cosa ti senti di dire alle altre vittime? Di parlare con una persona fidata e che vi voglia bene che non vi faccia sentire la causa del bullismo ma che vi aiuti a distinguere come siete in realtà da come i bulli vi descrivono e poi di denunciare chiedere giustizia perché se lasciate correre fate solo il loro gioco.
Io ringrazio Enrica per questa intervista e mi complimento con lei per aver avuto il coraggio di parlarne senza troppi giri di parole. Le auguro un futuro ricco e prospero che possa ripagarla per le sofferenze vissute. Vi aspetto Mercoledì,non mancate.