Per circa 50 anni gli agricoltori hanno selezionato i pomodori in base al loro aspetto, senza rendersi conto che il tipo più bello, quello dal colore rosso uniforme, era anche il più povero delle sostanze che gli danno sapore. Il pomodoro moderno ha così perso molte delle qualità organolettiche originarie, anche se matura in modo uniforme passando dal verde chiaro al rosso. Questa proprietà risponde alle aspettative estetiche del consumatore e permette ai produttori di capire quando i pomodori sono maturi e pronti per la raccolta. Ora ricercatori statunitensi hanno identificato varianti genetiche che permetteranno di ridare sapore ai pomodori coltivati industrialmente, spesso insipidi e senza profumo poiché poveri di zuccheri e di sostanze essenziali. Qualità che come si precisa nello studio pubblicato dalla rivista Science, sono andate perse negli ultimi 50 anni mancando gli strumenti per adeguati controlli organolettici. Il genoma di questa solanacea non ha più segreti dal 2012 ed è osservandone le circonvoluzioni che s’è arrivati alla soluzione. La scoperta permetterà fra tre o quattro anni di potere avere in tavola varietà più gustose, consentendo al singolo produttore a scegliere se prediligere l’estetica o il gusto.