Si apre un altro capitolo nella triste vicenda di Chicca, la cagnolina che, a febbraio 2017, fu massacrata a calci nel quartiere Pastena, da chi avrebbe dovuto amarla e proteggerla. Dopo una serie di rinvii e sit-in, in cui i manifestanti hanno sempre indossato un fiocco rosa intorno al braccio in ricordo di Chicca, diventata simbolo di tutti gli animali vittime dell’uomo, il procedimento giudiziario, iniziato a maggio 2018, alla nona udienza arrivò a conclusione, ovvero ad aprile 2019, quando il responsabile di questo ignobile atto, Antonio Fuoco, fu condannato ad un anno e nove mesi di reclusione per maltrattamento ed uccisione di animali.
Il giudice Paolo Valiante accolse la costituzione di parte civile di tutte le associazioni che ne fecero richiesta, sia nazionali che locali, aventi un collegamento con il territorio. La condanna a ventuno mesi, anche più dei sedici chiesti dal pubblico ministero, rappresentò un verdetto esemplare, con pochi precedenti in materia. Infatti, malgrado la riduzione che gli spettava per aver scelto il rito abbreviato, la pena fu comunque considerevolmente aumentata in quanto il soggetto era recidivo.
Un mese dopo, il legale di Fuoco presentò ricorso e, notizia degli ultimi giorni, la Corte d’appello di Salerno ha fissato l’udienza, in camera di consiglio in quanto rito abbreviato, per il prossimo 18 settembre, sempre presso la Cittadella Giudiziaria di Salerno. Una fissazione dell’udienza molto rapida rispetto a quelli che, normalmente, sono i tempi medi previsti, e che fa ben sperare. Malgrado l’esiguità delle pene che in generale prevede il nostro ordinamento e che devono sicuramente essere inasprite, la sentenza di primo grado, che auspichiamo venga confermata in appello, oltre a fungere da importante deterrente, ribadisce l’importanza di denunciare sempre tutti gli episodi di violenza nei confronti degli animali.