di Lucio Ianniciello
Una mazzata tremenda per i lupi, bersaglio principale Archimede Graziani che così ‘ esordisce in sala stampa: “Mi prendo io le responsabilita’, la partita si è messa subito malissimo con quelle palle inattive, dovevo cambiare subito qualcosa”. Vengono dubbi su come sia stato preparato questo big match: “I ragazzi avevano voglia di fare, non c’era minimamente il presentimento di una tale debacle. Giovedì Gerbaudo ha fatto un’infiltrazione, Sforzini lo dobbiamo fare lavorare progressivamente. Oggi nemmeno Matute e’ stato all’altezza. Io e lo staff medico stiamo cercando di portare avanti le cose in silenzio. Acampora era in naftalina proprio per la situazione di Gerbaudo”. Quando viene incalzato su altre questioni cosi’ risponde: “Sono consapevole del momento ma io devo capire solo quello che e’ successo oggi”.
Non ci sta sull’amplificazione dei rischi per un allenatore in una piazza come quella irpina: “Le pressioni sono dell’Avellino, le difficolta’ dell’allenatore sono uguali da tutte le parti. Capisco il rammarico e la rabbia ma il mio dovere e’ quello di lavorare”. Ha lasciato di sasso il cambio di Carbonelli nel primo tempo a vantaggio del 2001 Pisano: “Questi ragazzi devono crescere e la crescita passa per gli errori. Visto che Ventre non c’era e Mentana non mi dava profondità, l’unico che potevo inserire era Pisano anche in ottica under”. Non si va ad impelagare sul tema marcato, asserendo che la competenza e’ della società, poi non fa nessuna scissione tra i vari aspetti che affliggono la squadra: “L’aspetto fisico non c’entra, il calcio e’ un’unita’ intera e non divisibile. Certo che l’aspetto mentale ha subito un duro colpo dopo lo 0-2”.
Qualcosa si dovra’ pur fare, il Trastevere si e’ riportato a +5, da leggere come potenziale +8: “Le questioni le affrontiamo insieme in società. L’intento di De Cesare e’ quello di migliorare la squadra. Ora ci vuole lavoro e sviluppo di idee”. Va sull’organismo e sulle difficolta’ più di uomini, a sua detta, che di modulo: “La nostra forza e’ questa. La battaglia la devo fare sugli esterni. A tre dietro andiamo in difficoltà non per il modulo ma per caratteristiche di giocatori. Loro sono preparati, la differenza rispetto a noi e’ che lavorano insieme da 4 anni”. Ammette, come potrebbe essere altrimenti, le difficolta’ sulle palle inattive, bestia nera dei lupi. L’esperienza di Morero e i centimetri di Capitanio non bastano.