“Ieri pomeriggio, durante l’intero arco della partita, oltre a una pioggia incessante, mi sono piovute addosso offese rivolte alla mia persona e alla mia famiglia provenienti da uno sparuto gruppo di persone sistemate in tribuna Montevergine laterale. Ci tengo a sottolineare: si è trattato di pochissime persone, rispetto a un pubblico straordinario. Però anche sul risultato di vantaggio, senza sosta, hanno rivolto nei miei confronti insulti di ogni genere.
Ho mantenuto la calma durante la partita, ma quando sono stati toccati alcuni tasti della mia sfera personale, è stato difficile contenere la rabbia. Ho avuto una reazione verso questi signori, per un attimo, soltanto a fine gara, e l’hanno vista tutti, non sono qui a negare l’evidenza.
Non ho voluto tuttavia parlarne con la stampa nelle consuete conferenze post gara per non alimentare altre polemiche e per non distogliere l’attenzione da quanto avvenuto in campo.
Poi, con il trascorrere delle ore, ho visto che il mio momento di stizza è stato strumentalizzato dai media e ho così preferito ritornare sull’argomento per chiarire e chiuderlo definitivamente.
Siamo protagonisti di una realtà sportiva importante, rappresentiamo un esempio e mi scuso del gesto avuto, ripreso dalle telecamere.
Contestate le mie scelte tecniche, i moduli, i cambi. Ho imparato a turarmi le orecchie e a guardare avanti. Ma questa volta non ce l’ho fatta: le offese rivolte alla mia persona, alla mia famiglia – che trovo davvero senza senso, immotivate, seppure provenienti da pochissime persone – non riesco a capirle e ad accettarle.
Sono nel calcio da una vita e ho sempre avuto rispetto di tutti: società, tifosi, calciatori, colleghi, stampa e quanti lavorano in questo “mondo”. E ho sempre rispettato la tifoseria di Avellino: tutti sanno quanto sia legato a questa piazza e i motivi che mi fanno sentire un vero “lupo”.
Dietro a ogni tesserato, allenatore o calciatore che sia, c’è un uomo e credo di meritare lo stesso rispetto che ho sempre avuto nei confronti di tutte le persone”.