di Lucio Ianniciello
Inizia l’era Marcolini, l’ex Alessandria e’ il successore di Foscarini, breve e proficuo interregno del Ferguson del Piave in Irpinia. Si volta pagina, oggi presso la sala stampa del Partenio Lombardi è stato presentato il neo tecnico, contratto di un anno con opzione per il secondo. Accompagnato dal Presidente Walter Taccone e dal ds Enzo De Vito, il primo lo introduce: “E’ stato un fidanzamento immediato. Foscarini aveva delle riserve, con Marcolini è bastata una chiacchierata. Ha un passato calcistico importante, da allenatore ha fatto bene. Era giusto che l’Alessandria non lo trattenesse in Lega Pro”.
Il mister savonese presenta subito il suo staff, composto dal preparatore dei portieri Carmine Amato, confermato, dal vice Giacomo Venturi, dal collaboratore tecnico Vincenzo Migliaccio e dal preparatore atletico Marco Greco. Marcolini si è messo in evidenza in Lega Pro, tanto da meritarsi la chance in Serie B: “L’anno scorso ad Alessandria è stato soddisfacente, l’epilogo però non è stato come speravamo. L’anno prima a Santarcangelo, senza penalità, avremmo raggiunto i play off. In Piemonte sono arrivato con la squadra quartultima e la stagione si è capovolta anche grazie ad un grande organico. La vittoria nella Coppa Italia di Lega Pro ha fatto riempire lo stadio, come ad Alessandria non si vedeva da tempo”. Pertanto esordiente in Serie B, senza paura: “Nella carriera ci devono essere degli step. Credo di aver maturato buone esperienze in 5 anni. Ho stabilito dei rapporti onesti con i gruppi di cui ho fatto parte. La B è difficilissima, bisogna dare sempre il massimo. L’esordio in questa categoria piu’ che spaventarmi mi da’ nuovi stimoli. Mi pare che l’unico che ha avuto continuita’ qui e’ stato Rastelli, anch’egli all’epoca esordiente. Avellino é stato il suo trampolino. Ho le spalle larghe, servono i risultati”. Prosegue dando rassicurazioni e puntando su un fattore: “Sono una persona a cui piace prendere responsabilità. Sono molto contento che la societa’ mi metta a disposizione un gruppo per gran parte confermato. In piazze come Avellino l’entusiasmo si sostiene con i comportamenti e le prestazioni. Tengo molto alla preparazione atletica”.
Adotta il 3-5-2, si sofferma sull’anagrafe della rosa: “Avere un mix di giovani e gente esperta e’ la cosa migliore. Abbiamo giocatori di categoria, bisogna aggiungere degli under. Sulla questione fisica, è chiaro che se non si corre non si ottiene niente. Come modulo preferisco il 3-5-2 ma non sono un estremista”. Buona carriera da giocatore, circa 200 partite in A, da allenatore è la prima volta che sbarca al Sud: “Ho sempre avuto fortuna con i tecnici da calciatore, ognuno mi ha lasciato tanto, ognuno qualcosa di diverso. Il mio staff ho cercato di costruirlo da me. Ho giocato tre anni a Sora e quattro a Bari, il fatto di dover fare bene e’ una pretesa non solo del Meridione. Il ruolo di allenatore é molto delicato”. L’ex Alessandria non si sbilancia tanto su eventuali elementi che potrebbero fare al caso dell’Avellino, poi precisa delle cose sul versante tattico: “Abbiamo gia’ avuto dei contatti, qualche giocatore mi potrebbe far comodo ma non voglio far nomi altrimenti si scatenano aste. É importante la chiarezza sulla tipologia di calciatori di cui abbiamo bisogno. Sulle doti tecniche non abbiamo dubbi. Il 3-5-2 permette di occupare al meglio il campo. Ad Alessandria pero’ ho virato sul 4-3-3, non avevo interpreti adatti per il modulo che preferisco. A me piace molto la duttilità”.
L’Avellino nel 2018- 2019 giochera’ due derby in B: “In tutte le piazze ci sono partite particolari, psicologicamente possono determinare gli umori. Tuttavia certi appuntamenti non possono stravolgere la preparazione degli stessi”. Sulle critiche che un ambiente come Avellino può comportare non si impressiona, così parla del sintetico: “È una soluzione intelligente e a volte necessaria. In Italia siamo molto indietro rispetto ad altri Paesi europei. Il sintetico da’ la possibilità di svolgere allenamenti ottimali”. Non nasconde che si lavorera’ di clava e ammette che la base di partenza é ottima. La trattativa con l’Avellino non e’ stata complicata: “Veloce e rapida, fortunatamente ci siamo piaciuti, subito il matrimonio dopo un brevissimo fidanzamento (ride)”. Sul ritiro quasi sicuro di Ariano Irpino: “Lo visionero’ a breve, ho sentito parlare di una struttura ottima”. Capitolo attacco: “Abbiamo Castaldo e Ardemagni ma non dimentico Mokulu. Castaldo é una certezza, gli altri due sono il top per la categoria. Hanno un buon feeling con il gol”. L’Avellino cambia, a Marcolini l’arduo compito di far ritornare l’entusiasmo in una piazza calda e un po’ delusa dall’andamento degli ultimi anni.